Colloquio di lavoro: cosa non si deve dire, le 5 cose peggiori


Le cinque espressioni da non utilizzare in occasione di un colloquio di lavoro. Ecco la lista e perchè non utilizzarle.
Ci sono alcune cose che non devono essere citate in alcun caso ad un colloquio di lavoro. Alcune di queste vi sembrerà strano che non funzionino, per altre vi sembrerà assurdo che qualcuno pensi anche solo di poterle dire. Ebbene, ecco cosa non si deve dire ad un colloquio di lavoro: le 5 cose peggiori, le frasi – tra quelle più comunemente utilizzate – che non è il caso di pronunciare, se non si vogliono perdere importanti occasioni di assunzione.
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Sono molto motivato
Attenzione: per quanto molto usata, questa è una frase a doppio taglio, perché, mentre attraverso di essa si vuole esprimere la massima motivazione allo svolgimento del compito, d’altra parte lascia sottintendere che la motivazione sia l’unica ragione per la quale bisogna prendervi a lavorare.
In altre parole, il significato sotteso è che non si hanno competenze particolari per quel ruolo. Sarebbe, invece, opportuno fornire qualche idea concreta, che dimostri che si ha una linea chiara da seguire rispetto alla posizione per la quale si concorre.
Quante ferie mi spettano, o anche quando chiude l’azienda per le ferie?
Sì, ti sembrerà strano, ma c’è chi lo chiede al primo incontro con il proprio prossimo potenziale datore di lavoro. Letto dalla parte dell’esaminatore, chiedere «quante ferie mi spettano?» o, peggio ancora, «quando chiude l’azienda per ferie?» vuol dire: «Se avete la fortuna di assumermi, quando smetterò di lavorare? Non vedo l’ora di andarmene in vacanza».
Per ogni datore di lavoro, pubblico o privato, l’importante è il raggiungimento dell’obiettivo, al di là dei tempi trascorsi a lavorare. Si tratta, quindi, di una domanda inutile e che mette in cattiva luce il candidato. D’altronde il diritto alle ferie è riconosciuto dalla legge e dai contratti collettivi di lavoro, così come la turnazione dei periodi di ferie è stabilita negli accordi tra l’azienda e i dipendenti; perciò è inutile – e anche controproducente – chiedere queste informazioni in occasione del colloquio per l’assunzione.
Sono un perfezionista
Per quanto non sia necessario mentire su quelle che si credono essere le proprie capacità e competenze personali la descrizione di sé come di un “perfezionista” mette l’esaminatore nella difficile condizione di dover valutare se quello che dici è vero. E tale valutazione è difficile si possa fare in un colloquio: in sostanza, non c’è nessun vantaggio e ci sono, invece, alcuni svantaggi.
Più che un pregio – o quello che si crede esser tale – siate pronti, invece, ad ammettere e a descrivere quello che credete essere un vostro difetto: sarete stupiti di vedere come questo possa essere apprezzato. E, soprattutto, non mentite. Essere troppo perfezionista non è un difetto per un datore di lavoro. Ma è un pregio molto difficile da dimostrare, e questo può avvenire solo con il tempo, una volta ottenuta l’assunzione e con una messa alla prova pratica.
Ho avuto contrasti con il mio ultimo capo ufficio
Sapere che si hanno avuto contrasti in precedenza, con altri datori di lavoro o superiori gerarchici, come il capo ufficio, mette l’esaminatore sulle difensive: lui non conosce voi né il vostro capo, dunque non potrà mai dire chi aveva ragione. Quello che è certo è che si farà di voi l’opinione di una persona “problematica” e con la quale è difficile riuscire a lavorare senza contrasti. In definitiva, mai parlare male dei precedenti lavori e meno che mai dei propri superiori.
Domande da fare? No nessuna
Dire di non avere alcuna domanda da fare è semplicemente una risposta falsa. Non è possibile che non si abbiano dei dubbi, degli interessi e delle curiosità sul nuovo lavoro al quale si aspira. Anche fare una domanda relativa allo svolgimento del ruolo da ricoprire può essere un ottimo segnale per un datore di lavoro: dimostra di essere interessati, curiosi, ansiosi di iniziare, e rivela molto di più di quanto non faccia l’espressione generica: «sono molto motivato». Al termine del colloquio, dire che non si hanno dubbi equivale a dire che, in realtà, si ha poco interesse per quella posizione.