Aumentare il limite al contante agevola l’evasione fiscale?


Pagamenti con strumenti tracciabili quali bonifici e carte da 3mila euro in su: l’uso del contante consentito fino a 2.999 euro.
La legge di Stabilità per il 2016 ha innalzato la tanto controversa soglia del divieto all’uso dei contanti, prima fissata a mille euro. Attualmente, chi vuole acquistare un bene o un servizio e intende pagare in contanti deve fermarsi a 999,99 euro. Se, invece, gli importi sono superiori deve utilizzare strumenti tracciabili (assegni, carte di credito, bonifici ecc.). Se quindi si entra in un negozio oppure in uno studio professionale e il conto relativo all’acquisto del bene o del servizio del professionista è pari o superiore a mille euro, anche chi non è detentore di un conto in banca deve procurarsi strumenti diversi dal contante per adempiere all’obbligo di pagamento. Né è possibile frazionare il pagamento, ossia versare una parte in contanti e la residua con bonifico (così, per un corrispettivo di 1.500 euro è vietato dare un acconto di 700 euro contanti e procedere, per i restanti 800 euro con un assegno).
Ciò vale anche nel caso di trasferimenti a titolo gratuito (donazioni, liberalità, regali): se in questi casi si decidesse di usare il contante, l’importo massimo dovrebbe essere di euro 999,99.
Invece, dal 1° gennaio 2016 si potranno usare i contanti per importi fino a 2.999,99 euro, mentre, se il prezzo è pari o superiore a 3mila euro, sarà necessario lo strumento tracciabile.
Più contante in circolazione: ma a cosa servirà? È davvero una misura volta a sostenere i consumi o, invece, finisce solo per incentivare l’utilizzo di denaro “nero” senza rischi di tracciabilità da parte dell’Agenzia delle Entrate?
La risposta potrebbe essere semplice se solo fosse possibile rispondere a questa domanda: quanti italiani, in questo momento, hanno nel portafogli più di mille euro? Se la gran parte dei contribuenti disponesse nelle tasche, quotidianamente, di due o tremila euro in contanti, allora probabilmente, la misura sarebbe rivolta a tutta la popolazione. Ma, al giorno d’oggi, e con la crisi che si respira in tutti i settori commerciali, è più facile pensare che chi possegga tali disponibilità di cash sia, invece, un’altra categoria di contribuenti. Insomma, il forte dubbio è che questa misura sia rivolta più a chiudere un occhio nei confronti dei piccoli evasori (chiedendo loro una mano nel sostenimento dei consumi) che non a facilitare i pagamenti per tutti gli italiani. Del resto, nel nostro Bel Paese, il nero vale tra i 250 e i 290 miliardi di euro. E qualcuno, al Governo, potrebbe aver pensato “Chi se ne frega dell’evasione se questi soldi servono a riprendere l’economia!”
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Autore immagine: 123rf com