Pensioni, congelati emendamenti Opzione Donna, Salvaguardati e APA


Anticipato e l’Opzione Donna per l’ultimo trimestre 2015.
Nessuna variazione, in tema pensioni, alla Legge di Stabilità 2016: una delusione per chi spera in un ampliamento della platea dell’Opzione Donna e dei Salvaguardati, nonché per chi confida nell’istituzione dell’Apa, l’Assegno Pensionistico Anticipato. La partita, tuttavia, non è ancora persa, e si giocherà, in finale, alla Camera.
Ma in cosa consistono, di preciso, le nuove proposte?
Opzione Donna
Per quanto concerne l’Opzione Donna ricordiamo, per chi non lo sapesse, che si tratta della possibilità di pensionarsi a 57 anni e 3 mesi, per le lavoratrici dipendenti, o a 58 anni e 3 mesi, per le autonome, con 35 anni di contributi, optando per il calcolo contributivo della pensione, previa attesa di una finestra di 12 mesi, per le dipendenti, e di 18 mesi, per le lavoratrici autonome.
Attualmente, è necessario il perfezionamento dei requisiti d’età e contribuzione entro il 31 dicembre 2015.
L’emendamento alla Legge di Stabilità propone di aumentare il numero delle destinatarie della norma, includendo anche chi compirà 57 o 58 anni esatti entro il 31 dicembre, senza bisogno, quindi, di possedere i 3 mesi in più, dovuti all’incremento della speranza di vita: una proposta per ora congelata dal Senato, ma che , a detta dell’On. Damiano, sarà nuovamente discussa alla Camera.
Assegno Pensionistico Anticipato
L’Assegno Pensionistico Anticipato, noto anche come prestito pensionistico, renderebbe possibile un anticipo della pensione a fronte di un prestito, che verrebbe poi restituito dal lavoratore, a rate, una volta maturati i requisiti per la quiescenza.
L’emendamento prevede un assegno pari a circa 800-900 Euro, ed un anticipo della pensione sino ad un massimo di 5 anni. È difficile, comunque, che l’emendamento possa essere accolto in fasi successive, pur diminuendo gli anni d’anticipo della pensione, non solo qualora il prestito debba essere erogato dall’Inps, ma anche nel caso in cui, come in più occasioni prospettato, sia anticipato dalle aziende: a quanto noto, mancherebbero i fondi per la fiscalizzazione degli oneri a favore dei datori di lavoro.
Salvaguardati
Per quanto concerne i salvaguardati, si vorrebbe ampliare la platea dei beneficiari, sia includendo i lavoratori che, nel 2011, abbiano fruito di congedi o permessi Legge 104 per assistere un familiare ( e non solo i figli, come nell’attuale versione della norma), sia dando una sistemazione ai 20.000 soggetti che resterebbero fuori dal pensionamento anticipato.
Una modifica il cui accoglimento si prospetta, ugualmente, assai difficile, a causa dell’esiguità di fondi.
Previdenza, le novità 2016
Sono, invece, confermate le seguenti novità:
– flessibilità “ a metà”: è prevista la possibilità, per i lavoratori over 63, di richiedere il part time( sino a un minimo del 50%), col pagamento della contribuzione piena, e della retribuzione al 65%;
– Opzione Donna: come già accennato, per quanto concerne l’opzione Donna, la proroga al 2015 è prevista per quelle lavoratrici che compiranno 57 anni e 3 mesi, o 58 anni e 3 mesi d’età se autonome, entro il 31 dicembre 2015 (posto il possesso di 35 anni di contributi);
– Settima Salvaguardia: per la settima Salvaguardia , esclusi i beneficiari di permessi e congedi Legge 104 (tra i quali sono confermati solo i lavoratori che hanno assistito figli con handicap grave), sono confermati tutti i beneficiari delle precedenti salvaguardie (destinatari di accordi di esodo in primis, soggetti in mobilità, contributori volontari …), con l’aggiunta dei lavoratori edili, ma nel limite di 26.300 soggetti in tutto.
La sentenza finale passa ora alla Camera: da una parte il presidente della Commissione Lavoro, Cesare Damiano, si dice pronto a battagliare non solo sugli esposti emendamenti, ma anche sull’innalzamento della no tax area per i pensionati, e sul nodo dei Lavoratori Precoci, i cosiddetti Quota 41, che dovrebbero potersi collocare a riposo con tali annualità di contribuzione senza penalizzazione, in quanto soggetti svantaggiati, che hanno iniziato a lavorare molto presto. Dall’altra, però, si fanno sempre più insistenti le voci che darebbero per certo un congelamento totale di qualsiasi modifica rilevante in materia di pensioni, rinviando ogni possibile cambiamento al 2016.
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