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Dopo quanti giorni di malattia si viene licenziati?

13 Dicembre 2015 | Autore:
Dopo quanti giorni di malattia si viene licenziati?

Malattia e licenziamento per superamento del periodo di comporto.

 

Sono in malattia da diverso tempo: dopo quanti giorni di assenza si viene licenziati?

 

Esiste un arco di tempo, detto periodo di comporto, durante il quale il lavoratore in malattia non può essere licenziato.

Trascorso tale periodo, comunque, il datore di lavoro non è obbligato a licenziare il lavoratore, ma ne ha soltanto la facoltà: non è dunque corretto affermare che dopo un tot di giorni di malattia si venga licenziati, poiché la cessazione del rapporto non è automatica.

D’altra parte, il datore di lavoro può comunque licenziare il lavoratore malato, durante il periodo tutelato, per giusta causa, laddove, cioè, si sia verificata una situazione talmente grave da non consentire la prosecuzione, nemmeno momentanea, del rapporto (è il caso, ad esempio, del dipendente sorpreso a rubare in azienda).

Per comprendere meglio, vediamo insieme la disciplina del periodo di comporto e le tutele aggiuntive previste per evitare il licenziamento del dipendente in malattia.

 

Periodo di comporto

Il periodo di comporto, come abbiamo detto, è l’arco di tempo durante il quale il lavoratore in malattia ha diritto alla conservazione del posto: tale periodo può essere inteso unitariamente, cioè corrispondente ad un’unica assenza(cosiddetto comporto secco), o a più assenze frazionate (cosiddetto comporto per sommatoria).

La durata del periodo tutelato cambia a seconda del contratto collettivo applicato: la normativa disciplina solamente il comporto degli impiegati, che può avere una durata massima di 3 mesi, se l’anzianità di servizio non supera i 10 mesi, e di 6 mesi, se supera i 10 mesi, salvo previsioni di miglior favore nei contratti collettivi; per gli operai, la disciplina è invece interamente demandata alla contrattazione collettiva.

Periodi di comporto previsti dai contratti collettivi

Vediamo ora a quanto ammonta la durata del periodo tutelato, secondo alcuni contratti collettivi:

Ccnl Commercio e Terziario: 180 giorni, per i lavoratori non in prova (per i lavoratori a termine non si dovrà superare la data di scadenza del contratto); vi sono poi ulteriori specifiche per i dipendenti part time, e previsioni aggiuntive a seconda del particolare accordo collettivo;

Ccnl Edilizia: Operai: 9 mesi nell’arco di 20 mesi; Impiegati: 6 mesi , per anzianità di servizio fino a 2 anni, 9 mesi, dai 3 ai 6 anni, 12 mesi, oltre i 6 anni; in caso di più malattie, si avrà rispettivamente diritto a 9 mesi, 12 mesi e 15 mesi nell’arco di 30 mesi;

Ccnl Scuola: 18 mesi nel triennio per il personale a Tempo Indeterminato (più ulteriori 18 mesi senza retribuzione); 9 mesi per il personale a Tempo Determinato, 30 giorni per gli assunti per supplenze brevi; non concorrono al periodo di comporto i giorni in cui il lavoratore è ricoverato, in caso di malattia nella quale è a rischio la vita, o per cause di servizio.

Aspettativa per malattia

Il periodo di comporto è indubbiamente un istituto a garanzia del lavoratore, ma non offre una tutela completa, poichè alla sua scadenza il dipendente è licenziabile anche se effettivamente e seriamente malato.

Per offrire un rimedio alle situazioni più gravi, spesso i contratti collettivi prevedono l’istituto dell’aspettativa non retribuita: si tratta di un ulteriore periodo durante cui il rapporto di lavoro può proseguire, nel quale non è prevista alcuna retribuzione.

L’aspettativa, però, non è automatica, ma deve essere richiesta dal lavoratore: il datore può rifiutarla solo laddove dimostri l’esistenza di seri motivi che ne impediscano la concessione.

Secondo la prevalente giurisprudenza, peraltro, il licenziamento dovuto al superamento del termine di comporto è illegittimo, nel caso in cui il datore non abbia informato il lavoratore della facoltà di fruire dell’aspettativa.

Ferie prima della scadenza del comporto

Un altro rimedio alla scadenza del periodo di comporto può essere la fruizione delle ferie: usufruendo delle ferie residue, difatti, il termine del periodo tutelato è spostato in avanti.

Tuttavia, una recente sentenza della Cassazione ha affermato che il datore di lavoro non ha l’obbligo di convertire l’assenza, alla fine del periodo tutelato, in ferie (così come non è obbligatoria la concessione dell’aspettativa non retribuita, anche se il rifiuto va motivato),né di avvertire il lavoratore della scadenza del comporto (contrariamente a quanto affermato dagli orientamenti prevalenti, in merito all’aspettativa) [1].

Pur dovendo tener conto dell’interesse del lavoratore alla conservazione del posto, il datore ha quindi la facoltà di rifiutare la concessione delle ferie ed impedire che il comporto venga interrotto.


note

[1] Cass. sent. n. 10352/2008.

Autore immagine: 123rf com


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19 Commenti

  1. Buon giorno, volevo chiedere, un ns. dipendente ha tamponato un’autovettura al difuori del tragitto lavoro casa o nello specifico
    dal posto di lavoro dove si è recato per fare un’assistenza a casa a dove è avvenuto l’incidente, con il furgone della ditta, (che gli era
    stato dato in quanto momentaneamente sprovvisto di automezzo per recarsi sul posto di lavoro) è totalmente fuori percorso, che faccio? Grazie Morena

  2. Buonasera ho un contratto a tempo indeterminato c/o una Società Finanziaria (Terziario) sono in malattia e penso di farla fino a fine anno (29 Agosto -31 Dicembre sono 124 giorni).
    Negli ultimi 3 anni sommando gli altri giorni di malattia non supero i 180 giorni pertanto sia in un caso che nell’altro non posso essere licenziato. Se nel 2017 rientro al lavoro da Gennaio quanti giorni consecutivi devo fare in azienda per poter usufruire di altri 180 gg.

    1. Quindi ti occorrono informazioni su come continuare a prendere lo stipendio a spese dei cittadini che pagano i contributi INPS per la gente come te? Ma non ti vergogni di chiedere pubblicamente come fare per ottenere il massimo della mutua per tenerti il posto? Mi auguro che qualcuno in grado di punirti legga questo post…

      1. non sono l’interessato ma rispondo ad anonimo dando l’esempio del mio caso : dopo circa 20 anni la società per cui lavoro ha deciso di abbassarmi lo stipendio voleva mi licenziassi spontaneamente per poi esser riassunto alle loro condizioni , rifiutandomi è iniziato il mobbing e hanno smesso di darmi lo stipendio , ho avuto un infortunio la società si è tenuto pure quello ho preso l’esaurimento sono in cura psichiatrica pago di tasca mia e la società si trattiene pure la mutua … ho sporto denuncia vuoi sapere cosa ha fatto lo stato nulla tutti mi dicono che è incredibile ma io e la mia famiglia non percepiamo un centesimo . Caro anonimo mi daresti un consiglio visto che ho 50 anni ho sempre pagato contributi e scuole asili ecc ecc ..

        1. In certe situazioni bisogna trovarcisi caro anonimo e se Stefano ha bisogno di aiuto in questo momento andrebbe aiutato i soldi che vorrebbe non vergogno certo dalle tue tasche ma dalle sue visto che finora ha versato i suoi contributi è facile parlare da fuori il precipizio io ero un coglione come te che giudicavo senza capire perché Se non ci si trova in certe situazioni non si capisce veramente

        2. anonimo sei un coglione vacci tu a lavorare e a pagare por gli altri che poverini hanno avuto delle problematiche …stronzo

  3. buon giorno volevo chiederle ,io sono in malattia da 10 mesi , sono in malattia per problemi di anca e mi sono operato al ginocchio con una protesi che attualmente non riesco piu a piegare, ,,essendo un autista consegnatario non riesco piu a lavorare, ho dovuto fare l domanda di inabilita al lavoro e poi anche la domanda di invalidità civile ,ora con questa domanda , mi e stata tolta la patente superiore ,mi lasciano la B ,con rivisione fra un anno , ora mi chiedo , a febbraio mi scade il comporto ,la zienda mi licenza , lo fa subito ho aspetta a licenziarmi ? come funziona ? mi puo darmi una risposta . grazie . Lorenzo.

  4. Buongiorno ho avuto un incidente mi sono rottot tibia e perone quindi la malattia è lunga dopo i sei mesi cosa succede al lavoratore con contratto inder
    Terminato con 21 anni di servizio volevo sapere fino a quando sonocoperto grazie

  5. Buongiorno,per cortesia un portalettere delle Poste con 23 anni di servizio,per quanto tempo può rimanere a casa per malattia senza essere licenziato?Grazie mille

  6. ho il parkinson da 7 anni ho 65 anni 36 anni di contributi
    il 100% invalidita la 104. lavoro
    alla milano ristorazione ex dipendente comunale mi sono aggravata non riesco piu’ ha lavorare.dal 09/01/2017 che sono in malattia g.08/05/2017 devo fare la visita collegiale x conto dell’azienda cosa mi aspetta ?

  7. volevo sapere io da maggio 2014 amarzo 2017 o fatto168 giorni quanti giorni mi restono x non essere licenziata ? grazie

    1. Ho fatto 211 giorni negli ultimi 4anni sono impiegato postale quando ne posso fare ancora grazie un saluto

      1. ultras se si e’ dipendenti si possono fare 6 mesi in tre anni e ogni anno che passa saclate la mutua fatta nell’arco dei tre anni sommate e vedete cosa vi rimane ciao a tutti.

  8. da maggio 2014 a 2017 o fatto170 giorni di malattia quanti giorni mi restono x non essere licenziata ? grazie

  9. Buongiorno a causa di un incidente stradale rottura tibia e perone operata e con tutore esterno.Sono sempre 6 mesi di malattia o se ci sono ulteriori periodi che si possono applicare su determinate malattie o operazioni?La mia paura è che dovrò portare ancora questo tutore al limite dei giorni di malattia,mi fate sapere gentilmente,sono molto preoccupata di non farcela.

  10. In 3 anni ho subito 4 interventi e chiaramente ho finito qsto maledetto comparto , sono dipendente da 38 anni x la stessa azienda cosa mi puo succedere ?

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