Poste italiane condannate per illecito prelevamento da un conto corrente (phishing)


Cliente vittima di phishing: condannate Poste Italiane per non aver adottato misure di sicurezza adeguate ad evitare l’illecito.
Il Tribunale di Siracusa ha condannato Poste Italiane per il danno subito da un loro correntista, vittima di un reato di phishing. In particolare il giudice ha ritenuto che la società Poste Italiane non avesse adottato tutte le misure necessarie ad impedire l’illecito prelevamento di un’ingente somma di danaro da un conto corrente.
Il cosiddetto Codice della privacy prevede infatti, in linea generale, che siano poste in essere una serie di accorgimenti che impediscano la distruzione o la perdita, anche accidentale, dei dati raccolti, l’accesso non autorizzato ed il trattamento non consentito o non conforme alla finalità della raccolta.
Nel caso specifico è stato accertato che le Poste consentirono il prelievo della somma dal conto corrente del titolare senza avere prima verificato l’effettiva provenienza dell’ordinativo dal titolare del conto.
Questo comportamento delle Poste è stato ritenuto dal giudice tanto più grave perché il sistema antifrode aveva rilevato che l’operazione era avvenuta da un indirizzo IP diverso da quello normalmente utilizzato dal titolare del conto.
Come dispone il Codice della privacy, le Poste sono state condannate a risarcire oltre al danno patrimoniale anche quello morale.
di ANGELO FORTE