Basta un punto al posto di una virgola e ti trovi in un caos da cui è difficile uscire: il caso di 100mila euro di IVA pagata per sbaglio.
Ha dell’incredibile la faccenda capitata a due comune contribuente incappato in un errore tanto banale quanto pericoloso: la sostituzione di una virgola con un punto nella compilazione di un F24 per il pagamento IVA trimestrale.
Ha pagato 100mila euro anzichè mille e ora farsi restituire i soldi dalle Entrate è molto complicato. Ecco il caso.
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Paga 100mila euro di IVA per sbaglio: può capitare a chiunque
Accade in un comune della provincia di Pordenone questa storia che ha dell’incredibile. Un professionista che lavora nel campo delle forniture di caffè stava compilando il suo F24 per pagare l’Iva trimestrale.
Invece di scrivere la virgola nella compilazione, però, ha usato un punto. Ha scritto dunque 967.30 euro anziché 967,30. Per l’Agenzia delle entrate il contribuente ha versato IVA per 967mila euro.
L’Agenzia delle Entrate non restituisce quanto indebitamente percepito
Se la storia è incredibile, la risposta delle Entrate lo è forse di più: “Andranno a compensare i debiti futuri“, fanno sapere dal Fisco. Un credito d’IVA che potrebbe dovere essere compensato nel corso di 25 anni (se si ipotizza che l’ifa trimestrale sia sempre di circa mille euro sono 4mila euro annui per 25 anni).
I risparmi di una vita in fumo per un F24 compilato male
Evidentemente il contribuente, rimasto sconvolto dalla questione, non può che protestare per avere perso pressoché tutto ciò che aveva messo da parte nel tempo “Rivoglio indietro, immediatamente, i risparmi di una vita. Nella mia intera carriera professionale non ho mai avuto così tanto denaro disponibile nel conto corrente. È accaduto che di recente avessi venduto un immobile e mi stessi guardando attorno per decidere come investire il ricavato. Senza quei soldi, il sistema automatico avrebbe rifiutato il pagamento per mancanza di liquidità e mi sarei accorto di quel maledetto punto al posto della virgola”.
L’Agenzia delle Entrate di Pordenone cerca una via d’uscita
Se dovesse diventare un precedente, sarebbe un recedente pericoloso. Se difatti, chiunque si trovasse per un motivo o per un altro nella condizione di richiedere la restituzione di cifre versate indebitamente – magari non per questi importi – si configurerebbero per le Entrate dei potenziali problemi di gestione della “cassa”.
Il direttore dell’Agenzia delle Entrate di Pordenone, ha spiegato: “Tutta l’Amministrazione, dalla Direzione centrale a quella regionale, sta cercando una soluzione, ma il fatto che un evento del genere non sia mai capitato non aiuta a dirimere i dubbi procedurali. Chi versa di più solitamente va a compensazione e questa sarebbe la strada da percorrere, ma se le proiezioni dicono che il credito si azzererà in un quarto di secolo è chiaro a tutti che va trovata una soluzione rapida e diversa, senza che questa rappresenti un pericoloso precedente cui qualcuno si possa appigliare in caso di contenziosi con lo Stato. In che modo ciò sarà possibile, lo dobbiamo ancora scoprire”.