Nella richiesta di ammissione al gratuito patrocinio devi indicare il tuo reddito unito a quello di tutte le persone che vivono con te.
Se hai chiesto di essere ammesso al gratuito patrocinio [1] e nel certificato di stato di famiglia c’è ancora tuo fratello che, in realtà, vive fuori casa ed ha un reddito alto, non preoccuparti: il suo reddito non sarà considerato.
È quanto ha stabilito una recentissima sentenza della Cassazione [2] secondo la quale, ai fini della determinazione del reddito complessivo da indicare nella richiesta di ammissione al gratuito patrocinio, non conta la famiglia anagrafica, ma è necessario un rapporto effettivo di convivenza accompagnato da una concreta attività di contribuzione economica.
In cosa consiste il gratuito patrocinio?
Chi non può permettersi di pagare un avvocato, qualora abbia la necessità di essere assistito in un processo, può nominarne uno a propria scelta (iscritto in un apposito albo) senza doverlo pagare: il legale sarà compensato direttamente dallo stato.
Il gratuito patrocinio è previsto per i processi civili, penali, tributari e amministrativi e consente a chi si trova in una situazione economica precaria, di accedere alla giustizia senza doverne sostenere i costi.
Chi è escluso dal gratuito patrocinio?
Il gratuito patrocinio, nei giudizi penali, è negato:
- a chi è indagato, imputato o condannato per reati di evasione fiscale;
- a chi è difeso da più di un avvocato (gli effetti dell’ammissione cessano a partire dal momento in cui la persona alla quale il beneficio è stato concesso nomina un secondo difensore di fiducia).
Negli altri giudizi, è negato:
- a chi sostiene ragioni manifestamente infondate;
- a chi intenta una causa per cessione di crediti (quando la cessione non sia avvenuta per pagare crediti preesistenti).
Il giudice può revocare il gratuito patrocinio anche dopo che lo stesso è stato ammesso.
Quando posso accedere al gratuito patrocinio?
Il requisito principale per poter chiedere l’ammissione al gratuito patrocinio è il possesso di un reddito annuo non superiore ad € 11.528,41.
Per la difesa in ambito penale il limite reddituale è elevato di € 1.032,91 per ognuno dei familiari conviventi.
Ai fini del computo del reddito, si considera quello imponibile risultante dall’ultima dichiarazione Irpef.
Se l’interessato convive con il coniuge e/o con altri familiari, il reddito considerato è quello risultante dalla somma dei redditi dell’intero nucleo familiare.
Si tiene conto del reddito del solo richiedente quando si tratta di cause che hanno per oggetto diritti della personalità ed in quelle in cui vi è conflitto di interessi con gli altri componenti del nucleo familiare [3].
Come si calcola il reddito complessivo?
Nel valutare il reddito complessivo, devi fare riferimento al tuo nucleo familiare reale, inteso come insieme di persone che vivono effettivamente con te e che contribuiscono all’economia familiare.
Il reddito, quindi, dovrà essere valutato in base alla tua situazione economica effettiva, desumibile da dati di fatto ulteriori rispetto alla formale situazione anagrafica (quali, ad esempio, il tenore di vita, le condizioni personali e familiari, le attività economiche aventualmente svolte) [4].
Per la determinazione del reddito complessivo da indicare nella richiesta di ammissione al gratuito patrocinio, non dovrai tenere conto del reddito di tuo fratello se, pur conservando la residenza anagrafica in casa tua, in realtà vive altrove.
Ed, invece, dovrai aggiungere il reddito della tua compagna (convivente more uxorio), in quanto, sebbene non sia tua moglie e non sia inserita nel certificato di stato di famiglia, contribuisce all’ economia dell’intera famiglia.
note
[1] D.P.R. n. 115 del 30.5.2002.
[2] Cass. n. 45511 del 28.10.2016.
[3] Art. 76 D.P.R. n. 115 del 30.5.2002.
[4] Art. 92 D.P.R. n. 115 del 30.5.2002.