Delitto passionale e maltrattamenti in famiglia: la gelosia non è un motivo “futile”


> Diritto e Fisco Pubblicato il 17 Luglio 2012
La gelosia non rientra tra i motivi futili che costituiscono un’aggravante del delitto commesso.
Se il crimine è stato commesso per gelosia, non si applica la aggravante dei futili motivi.
Con una recente sentenza [1], la Cassazione ha ribadito quello che era già stato, in passato, il proprio convincimento [2]: l’aggravante che determina un aumento della pena quando il reo agisce per motivi abietti o futili [3] non si applica nel delitto passionale o, nei casi più lievi, ai maltrattamenti in famiglia.
Infatti i cosiddetti “futili motivi” ricorrono solo quando il crimine sia stato determinato da uno stimolo esterno così lieve, banale e sproporzionato rispetto alla gravità del reato da apparire, secondo il comune modo di sentire, assolutamente insufficiente a provocare l’azione criminosa. In altre parole, il futile motivo non deve essere la causa dell’impulso criminale ma un semplice “pretesto”.
Nessun aumento della pena, quindi, per il delitto passionale che, seppur punito, non viene considerato “aggravato”.
note
[1] Cass. sent. n. 2811 del 13.07.2012.
[2] Cass. sent. n. 18187/2009.
[3] Art. 61 cod. pen.
Sdegnata!