Latte: pubblicato il decreto che obbliga ad indicare l’origine


Dal prossimo 20 aprile il latte e molti latticini prodotti in Italia dovranno indicare nell’etichetta il paese di origine del latte. L’obbligo però non riguarderà i prodotti provenienti dall’estero.
È stato appena pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto che ha reso obbligatorio per i produttori di latte e di molti latticini prodotti e venduti in Italia indicare nell’etichetta il paese di origine del latte, così da permettere ai consumatori di sapere con certezza se si tratta o meno di latte italiano.
Il governo aveva già annunciato il decreto e noi ne avevamo già dato notizia (vedi l’articolo “Latte e latticini, arriva l’indicazione di origine”), elencando le principali novità previste.
In particolare:
– l’etichetta dovrà indicare sia il «paese di mungitura», sia il «paese di condizionamento o di trasformazione», a meno che questi non coincidano e in questo caso basterà indicare il paese di «origine del latte»;
– se il latte è originario di più paesi dell’UE potrà essere utilizzata la dicitura «latte di paesi UE» o «condizionato o trasformato in paesi UE» e lo stesso si potrà fare per i paesi extra-UE, utilizzando la dicitura «paesi non UE»;
– le indicazioni in etichetta dovranno essere indelebili, facilmente leggibili e visibili: sarà vietato quindi l’utilizzo di indicazioni, elementi grafici o qualsiasi altro accorgimento che finisca per rendere impossibile o difficile l’individuazione e la comprensione dell’indicazione di origine.
L’obbligo riguarda il latte prodotto da qualsiasi animale e i seguenti prodotti derivati:
– creme di latte
– formaggi
– latticini
– cagliate
– latticello
– latte e crema coagulata
– kefir e altri tipi di latte e creme fermentate o acidificate
– siero di latte
– prodotti costituiti di componenti naturali del latte
– burro e altre materie grasse provenienti dal latte.
Il governo ha presentato il decreto come strumento per tutelare il Made in Italy e garantire un’informazione corretta al consumatore sull’origine del latte.
Tuttavia, a causa dei vincoli imposti dall’UE e dalle regole del commercio internazionale è stabilito che i nuovi obblighi non si applicheranno agli alimenti prodotti o commercializzati all’estero.
È prevedibile che quest’ultima norma [2] finirà per creare numerosi dubbi e controversie, anche perché essa rischia di discriminare i produttori italiani che non utilizzano esclusivamente latte italiano per i propri prodotti: essi, infatti, saranno costretti ad indicare che il latte utilizzato è di provenienza estera, rischiando di essere penalizzati dai consumatori, mentre i colleghi esteri non saranno sottoposti allo stesso obbligo.
I nuovi obblighi non riguardano il latte fresco tracciato e i prodotti bio, DOP e IGP, per i quali l’obbligo di indicare l’origine è già vigente.
L’obbligo entrerà in vigore il 20 aprile prossimo e sarà applicato in via sperimentale fino al 31 marzo 2019. I produttori potranno continuare a vendere le scorte di alimenti già prodotti fino ad un massimo di sei mesi dall’entrata in vigore.
note
[1] Decreto 9 dicembre 2016 del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali.
[2] Art. 6.