Chi non versa l’8 per mille alla Chiesa cattolica non riceverà più i sacramenti


Germania: i fedeli che dichiareranno all’anagrafe di non appartenere più alla Chiesa cattolica non potranno più partecipare in modo attivo alla vita della comunità ecclesiale e, di conseguenza, non potranno più ricevere i sacramenti.
La Conferenza episcopale tedesca ha pubblicato ieri un decreto, approvato dalla Santa Sede del Vaticano e valido in Germania, che sta sollevando un polverone di polemiche: il decreto stabilisce che, d’ora innanzi, i fedeli che dichiareranno all’anagrafe civile di non appartenere più alla Chiesa cattolica non potranno più partecipare in modo attivo alla vita della comunità ecclesiale e, di conseguenza, non potranno più ricevere i sacramenti. Ad essi sarà quindi interdetto il battesimo, la comunione, la confessione e l’estrema unzione.
Il decreto è conseguenza della fuga generalizzata di gran parte del popolo germanico dalla comunità cattolica, per evitare di dover versare una parte dei redditi dichiarati allo Stato nelle sue casse.
Per comprendere bene ciò, è necessario però spiegare il particolare sistema giuridico che vige in questo Paese. In base ai rapporti tra Stato e varie Chiese – e in particolare per quanto attiene al finanziamento di queste ultime – i fedeli di ciascuna comunità risultano iscritti all’anagrafe civile come appartenenti a una data confessione religiosa. Questa iscrizione comporta l’obbligo per il cittadino di versare un contributo per il sostegno economico di quella chiesa. Ebbene, per sottrarsi a quest’obbligo, molti fedeli hanno deciso di cancellarsi all’anagrafe dall’appartenenza ad una specifica congrega.
Il segretario generale della conferenza episcopale, il padre gesuita Hans Langendoerfer, ha spiegato che chi chiede all’anagrafe di cancellare la propria appartenenza alla chiesa cattolica non potrà più definirsi cattolico. In verità questa è stata da sempre la posizione della Conferenza episcopale; con la differenza che adesso la regola risulta scritta in un apposito decreto.
Ma l’importante novità rispetto al passato è che il parroco ora dovrà occuparsi direttamente di chi intende abbandonare la chiesa, inviandogli una lettera in cui si chiederà un incontro e un colloquio. Si cercherà di capire in questo dialogo le motivazioni che hanno indotto a una tale decisione, si spiegherà anche quali saranno le conseguenze collegate all’uscita dall’anagrafe. Ovviamente, ha spiegato Padre Langendoerfer, i sacerdoti cercheranno di far cambiare idea a queste persone, così da poter dare loro la possibilità di partecipare alla vita della chiesa, con annessi i doveri.
La notizia è stata confermata da Radio Vaticana.
che schifooo
mi sembra normale…che vi aspettavate? La chiesa è un’azienda, non sta mica lì a fare beneficenza…
mi pare pure giusto, mica è obbligatorio essere cattolici.
Io mi sono sbattezzato, per quanto mi riguarda chi è battezzato è un suddito del papa e della monarchia dello stato del vaticano
sono nauseato