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Mantenimento e divorzio: come modificare l’assegno

11 Maggio 2017
Mantenimento e divorzio: come modificare l’assegno

Cosa cambia con il “nuovo” assegno di mantenimento per chi è già separato o divorziato: gli importi già fissati dal giudice potranno essere corretti e modificati?

La sentenza di ieri della Cassazione che ha rivoluzionato i criteri per determinare il “se” e il “quanto” dell’assegno di mantenimento dopo il divorzio (leggi Addio assegno di mantenimento a chi può mantenersi da solo) apre le porte a un enorme contenzioso: c’è infatti da attendersi che non pochi mariti si rivolgano, nei prossimi mesi, ai tribunali per chiedere la revisione degli importi a suo tempo calcolati dal giudice. Questo perché, è vero che la modifica delle condizioni di separazione o di divorzio è possibile solo se sopravvengono nuovi elementi, ma qui è in gioco proprio il criterio di calcolo dell’assegno che, se basato su criteri errati o non correttamente valutati, può ben essere oggetto di revisione. Ma cosa dice, in particolare, la Cassazione sull’assegno di mantenimento e come si potrà ottenere la modifica dei vecchi importi? Cerchiamo di fare sinteticamente il punto della situazione.

L’assegno di divorzio: com’era e come sarà

Inizialmente, nel nostro ordinamento, il matrimonio era considerato un’assicurazione a vita che consentiva, a chi decideva di legarsi a un’altra persona, di essere da questa sostenuta fino all’ultimo dei suoi giorni. Poi, negli anni 70, è arrivata la legge sul divorzio che ha eroso tale principio. Il legislatore, però, piuttosto che lasciare gli ex coniugi completamente a sé stessi dopo il distacco, ha preferito adottare una via di mezzo, prevedendo che anche in caso di divorzio persista il diritto di contare sull’ex coniuge per il proprio sostentamento, qualora non si sia in grado di provvedervi autonomamente. A tal fine si è imposto al coniuge più “benestante” di venire in soccorso dell’ex con un assegno di mantenimento, in modo da garantirgli di conservare «lo stesso tenore di vita goduto durante il matrimonio». Lo scopo era quello di mantenere in equilibrio la posizione economica dei due ex coniugi anche in seguito al divorzio.

Ora anche quest’ultimo tassello è venuto meno. La Cassazione, preso atto del mutato atteggiamento sociale nei confronti del mantenimento e della facilità con cui nuovi gruppi familiari – soprattutto “di fatto” – sorgono oggi, ha ritenuto che, nel decidere “se” e quanto” spetti di assegno di mantenimento non si debba più garantire il medesimo tenore di vita goduto durante il matrimonio. L’aspetto principale che deve valutare il giudice è se il coniuge che chiede l’assegno di mantenimento è (o non è) in grado di mantenersi da solo. E, in caso negativo, a lui non sarà riconosciuto un mantenimento tale da riportarlo alle stesse condizioni economiche che aveva quando era sposato: si tratterà di un sostegno necessario a garantirgli il mantenimento. Si tratta, quindi, degli stessi principi che regolano il mantenimento dei figli, a loro dovuto solo fino a quando non siano in grado di reggersi sulle proprie gambe e che viene meno non appena questi riescono a raggiungere una indipendenza economica o, pur potendola raggiungere, la rifiutano per loro volontà.

Nessun assegno quindi spetterà più a chi sarà in grado di raggiungere l’indipendenza economica con i propri mezzi, anche se la vita condotta con tali mezzi non sia al livello di quella condotta durante il matrimonio.

Poiché peraltro lo scopo del “nuovo” assegno di mantenimento non è più quello di eliminare le disuguaglianze di reddito dei coniugi, ben potrà avvenire che, in una situazione in cui il marito sia benestante e la moglie no, anche con il versamento del predetto mantenimento la situazione non cambi.

Non è corretto, quindi, determinare l’assegno di mantenimento in base al precedente tenore di vita in quanto, altrimenti, varrebbe a dire che il matrimonio, benché dissolto, continui a esercitare i suoi effetti nella vita di due ex coniugi tornati a essere persone singole o addirittura uniti in matrimonio con altre persone.

Viene così affermato il principio dell’autoresponsabilità economica, secondo cui ciascuno, indipendentemente da chi abbia precedentemente sposato e dal tenore di vita goduto durante il matrimonio, deve provvedere a sé stesso autonomamente. E solo se non è in grado di farlo potrà ottenere l’assegno mensile che, comunque, dovrà rimanere nei limiti di quanto necessario a mantenersi, a prescindere dal tenore di vita precedente.

Cosa cambia per chi è già separato o divorziato?

La sentenza, dicevamo in apertura, avrà ripercussioni pesanti sulle separazioni o divorzi, sia quelli ancora in corso che quelli già definiti. Quanto alle separazioni – il cui periodo ora è limitato a massimo un anno (nel caso di separazione giudiziale) o sei mesi (nel caso di separazione consensuale) – i coniugi sapranno che, nel momento in cui andranno a divorziare, le pretese economiche di quello più debole dovranno essere riviste al ribasso. E questo favorirà gli accordi, visto che non sono più in gioco cifre particolarmente elevate o difficilmente sostenibili come in passato. E lo stesso dicasi per le cause di divorzio che ad oggi pendono e sono in attesa di sentenza, sentenza che verrà emessa verosimilmente con i nuovi parametri.

Quanto ai divorzi già emessi, non è da escludere un ricorso al giudice da parte del coniuge tenuto al versamento del mantenimento per la revisione dell’importo, in quanto non più sostenibile o, comunque, perché da rivalutare alla base dei nuovi criteri.

Resta comunque la facoltà del singolo giudice di discostarsi dal nuovo orientamento della Cassazione.


note

Autore immagine: 123rf com


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18 Commenti

  1. ma questa nuova legge vale solo per il mantenimento dei coniugi, vero? Il mio ex marito versa un mantenimento solo per i figli minorenni, nulla a me. Ciò rimane invariato, vero?

  2. è uno schifo. Evidentemente si tratta di giudici uomini. Che hanno così tanti soldi che non sanno che si può vivere con una miseria di 300 euro al mese. Vergogna. Ora tolgono anche il mantenimento. Dovremo prendere la pensione secondo loro?

  3. La trovo una sentenza assurda. Non c’è giustizia. E gli uomini campano grazie alle loro evasioni fiscali e noi che già abbiamo un taglio perché ci danno quello che risulta nella dichiarazione dei redditi ora neanche quello.

    1. Finalmente le norme cambiano. Basta con le donne che ad un certo punto della vita matrimoniale decidono di rompere quel contratto stipulato davanti a Dio ed agli uomini. Spesso percepiscono assegni di mantenimento per loro, per i figli, noncuranti degli ex mariti costretti a vivere sotto i ponti, perché magari pagano anche il mutuo per la casa coniugale assegnata alla moglie, che nel frattempo unisce ai suoi introiti anche eventuali guadagni in nero. Dovrebbero emettere una legge che in caso di richiesta di separazione da parte della moglie casalinga, alla stessa sia assegnata una somma, ridotta del 33% ogni anno sino al raggiungimento del 100%, che gli consegna di vivere e contemporaneamente trovare un lavoro.

  4. Poveri uomini; credete che prima ci sposate e poi avete la possibilità di liberarvi di noi per una più giovane dopo che avete preso il meglio della nostra vita e vi siete divertiti?

  5. sarebbe giusto piu’ che altro togliere l’assegno di mantenimento ai figli maggiorenni! che con la scusa dell’universita’ non alzano un dito per trovarsi uno straccio di lavoro ! pur avendo la madre che lavora ed una casa propria! a calci nel culo li prenderei che andassero a lavorare! come ho fatto io! che nel frattempo mi pagavo gli studi! vergogna! mettere in croce un povero cristo che per la loro voglia di non fare NIENTE! sono costretti a fare sacrifici disumani!!!!!!!!!!!!

    1. Poveri uomini costretti a fare sacrifici enormi pur di mantenere i figli che vanno all’Università a cui versano una “miseria” di €400 al mese, mentre voi potete permetterci le vacanze tutti gli anni con le vostre “nuove amichette” trentenni. Chi guadagna €4500 al mese e mantiene due figli e una ex con €500 come può permettersi l’acquisto di un’altra casa, di vacanze all’estero e macchina nuova ogni anno….. Facciamo che controlliamo le entrate di questi signori prima di pensare di ridurre l’assegno. Cari ermellini usare d’estate le toghe forse è deleterio perché il cervello fuma un po’

      1. Ma che, magari volevi continuare a fare la bella vita alle spalle del tuo ex??? sarebbe anche ora di finirla, anzi finalmente è arrivata l’ ora di finirla, vai a lavorare parassita

        1. Parassita??? io ho mantenuto mia figlia per tutto il tempo della separazione, la casa (del mio ex) che il giudice in sede di separazione aveva assegnato a me e a mia figlia, con relative spese sia ordinarie che staordinarie. Lui non mi ha mai passato uno straccio di alimento. Mi ha buttata fuori di casa, io mi sono dovuta sobbarcare un mutuo e un finanziamento che mi toglie più di 600 euro al mese. In sede di divorzio mi ha riconosciuto € 2000 rateizzati. Ora io guadagno circa 1500, lui più del doppio…. Alla sua nuova compagna paga un mutuo e mantiene la figliola fancazzista
          Questo è il risultato della schifosa riforma di questa legge

  6. Indipendentemente che il coniuge titolare dell’assegno di mantenimento sia il marito o la moglie, io chiederei a chi ha fatto questa legge : TU perché non provi a vivere con 500 € al mese ? Ovviamente pagando regolarmente tt le utenze e quant’altro! E magari con due figli da mantenere? Provaci str…o e dimostrarci quanto sei bravo

    1. E finita di vivere alle spalle dei vostri EX uomini, sboldre che non siete altro !!!!!!! ora lavorare dovete, e per quella ANONIMA basta che trovi un lavoro se non riesci a pagare la tua bella vita con 400 euro a mese, semplice no?
      PS io ci metto il nome !!!!!

    2. Finalmente una legge a favore delle donne. Dopo anni di femminismo questo era il tassello che mancava alla vera e reale emancipazione …basta parassitismi..le donne se vogliono sanno farsi valere come e più degli uomini..basta andare a lavorare e ci si rende autonome..i figli..ci sono uomini che a casa sono meglio delle femminucce..possono tenersi anche la casa ..le donne sanno come rendersi indipendenti e ricominciare una nuova vita…w le donne

    3. ti sembrano pochi 500 euro al mese perche non vuoi lavorare essendo parassita inside
      vai a lavorare e ce la farai con DIGNITA’, parola che poche donne, vere donne che ammiro, conoscono.

  7. Finalmente è finita !!!!! basta vivere alle spalle di altri ! siano essi uomini, come il 99% dei casi o donne come il rimanente 1% , ora basta che si arrivi al contratto prematrimoniale e finalmente siamo a posto , finalmetne siamo tutelati anche noi uomini, avete finito di sposarvi per interesse, ora se volete separarvi andate a lavorare oppure andata affanxxxx e imparate ad arrangiarvi.

  8. Non arrabbiatevi, la legge è giusta e che solo noi Italiani abbiamo le Donne parassiti. Fatte un giro nel mondo e vedrette che circa il 92% di donne non hanno il libero arbitrio di sfruttare gli uomini. Care donne, quando dite che noi uomini ci divertiamo e poi vi mettiamo da parte…… ma, scusate ma voi donne forse non eravate presenti a questo divertimento? o pure, avete ci avete usato e ingannato per un matrimonio di comodo? Finalmente la legge ha fatto giustizia.

  9. Secondo il mio punto di vista è giusto mantenere i figli dopo la separazione o il divorzio ma non l’ ex moglie…la ex ha solo da alzarsi le maniche e andare a lavorare…non trovo giusto che un uomo venga penalizzato così…hanno il diritto anche loro di poter pagarsi in affitto e poter vivere dignitosamente dato che lavora….esistono delle donne PARASSITE E SCANSAFATICHE che si adagiano.. sugli allori..io a ste donne gll darei un bel calcio nel culo.. le darei

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