Anche se la legge non lo prevede espressamente, la mancanza di data sul DVR è sanzionabile anche con l’arresto.
Va in galera chi non scrive la “data”. Qualcuno potrebbe pensare che si tratti di una notizia bomba, studiata ad arte solo per tirare qualche migliaio di letture. Ma non è così. È invece possibile incappare in sanzioni o addirittura nell’arresto se non si appone una data certa sul documento di valutazione rischi (DVR).
A dirlo è il Ministero del Lavoro d’intesa con l’Inail che hanno fornito indicazioni ai datori di lavoro per la compilazione del documento. Lo scorso primo giugno è scattato, infatti, l’obbligo, per le imprese fino a 10 dipendenti, di adottare le procedure standardizzate di valutazione dei rischi.
La data, dunque, deve essere sempre presente e, anche se non previsto espressamente dalla legge la sua mancanza viene sanzionata in modo assai severo.
Inoltre, la data deve essere certa. A tal fine, la data può essere attestata dalla sottoscrizione del documento da parte del Rspp, Rls o Rlst e del medico competente ove nominato. In mancanza di tali figure, la data certa va documentata con pec o altra forma forma prevista dalla legge.
Il Ministero ritiene valida la cosiddetta “auto prestazione” con l’apposizione del timbro direttamente sul documento.