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Pensione integrativa 10 anni prima per i disoccupati

19 Agosto 2017 | Autore:
Pensione integrativa 10 anni prima per i disoccupati

La legge sulla concorrenza consente di ottenere la pensione complementare con 10 anni di anticipo rispetto alla maturazione dei requisiti.

 

Pensione integrativa anticipata di 10 anni rispetto alla data di maturazione dei requisiti per la prestazione: è quanto prevede la legge sulla concorrenza per i disoccupati da almeno 2 anni. L’anticipo della pensione complementare per gli inoccupati da 2 anni, per la precisione, nella generalità dei casi potrà essere riconosciuto se non mancano più di 5 anni alla maturazione dei requisiti per la pensione ordinaria. La legge sulla concorrenza, però, consente anche di anticipare la pensione integrativa sino a 10 anni prima che maturino i requisiti, nell’ipotesi in cui sia previsto dallo statuto o dal regolamento del fondo di previdenza complementare.

Inoltre, è possibile anticipare parte della pensione integrativa anche nel caso in cui si usufruisca dell’Ape, l’anticipo pensionistico volontario, che può essere richiesto a partire dai 63 anni di età: in questo caso la prestazione a cui si ha diritto è la Rita, rendita integrativa anticipata.

Ma procediamo per ordine e, dopo aver ricordato come funziona la pensione integrativa, vediamo in che cosa consistono le nuove misure che consentono di anticiparla.

Come funziona la pensione integrativa

In primo luogo, bisogna chiarire che la pensione integrativa si riceve solo se si aderisce alla previdenza complementare. L’adesione alla previdenza complementare è volontaria per l’interessato (per approfondimenti: Guida alla previdenza complementare), che può scegliere il fondo a cui aderire: quest’ultimo, però,  non ha la piena libertà di decidere come e quando versare i contributi e quando percepire la pensione. Il rapporto di previdenza complementare, infatti, è in gran parte predeterminato dalla legge [1], oltre che dallo statuto e dal regolamento dello specifico fondo.

L’iscritto, per finanziare la pensione integrativa, è solitamente tenuto a pagare un contributo fisso o percentuale, al quale può aggiungersi la destinazione del Tfr, il trattamento di fine rapporto, che in base alla nuova legge può essere totale o parziale. Inoltre, una quota aggiuntiva può essere finanziata dal datore di lavoro.

Il lavoratore, in ogni caso, deve versare i contributi a proprio carico nell’ammontare e con le modalità previste dal regolamento del fondo, ed è soggetto ai limiti previsti dalla legge in merito ai riscatti, alle anticipazioni, alla liquidazione della rendita o del capitale e agli altri aspetti del rapporto assicurativo.

Questo vale anche per quanto riguarda il diritto a percepire la pensione integrativa, o rendita vitalizia.

Anticipo della pensione integrativa

Considerando  che la pensione integrativa è una prestazione che si affianca alla pensione principale (liquidata dal sistema previdenziale obbligatorio), si ha diritto a questa prestazione nel momento in cui maturano i requisiti di accesso alla pensione principale” se si possiedono un minimo di 5 anni di contributi versati alla previdenza complementare.

Se, però, l’attività lavorativa termina e l’interessato resta disoccupato per un periodo di tempo superiore a 48 mesi, la pensione complementare può essere erogata, su richiesta dell’aderente, con un anticipo massimo di 5 anni rispetto ai requisiti per l’accesso alla pensione ordinaria.

Grazie alla nuova legge sulla concorrenza, non si dovranno più attendere 48 mesi, ma la pensione potrà essere ottenuta dopo 24 mesi di inoccupazione. Per di più, come già esposto, sarà possibile un anticipo massimo di 10 anni rispetto ai requisiti per l’accesso alla pensione ordinaria, nel caso in cui il regolamento del fondo previdenziale lo preveda.

La pensione integrativa può essere anche riscattata, in tutto o in parte, in presenza di determinati eventi, ed è possibile richiedere delle anticipazioni per diversi motivi (spese sanitarie, acquisto prima casa, formazione, ulteriori esigenze personali).

Quando si può anticipare una parte della pensione integrativa

È possibile chiedere un’anticipazione di quanto versato alla previdenza complementare:

  • in qualsiasi momento, entro il 75% del versato, per spese sanitarie, dovute a gravissime situazioni relative al lavoratore stesso, al coniuge e ai figli, per terapie e interventi straordinari riconosciuti dalle competenti strutture pubbliche;
  • dopo 8 anni di iscrizione, entro il 75%, per l’acquisto della prima casa di abitazioneper sé o per i figli, o per la realizzazione degli interventi di manutenzione, restauro, ristrutturazione della prima casa di abitazione;
  • dopo 8 anni di iscrizione, entro il 30%per ulteriori esigenzedegli aderenti;
  • i fondi possono inoltre prevedere anticipazioni per la fruizione di congedi formativi.

Le somme prelevate possono essere reintegrate in qualsiasi momento; le richieste di anticipazioni possono essere reiterate, anche con la stessa motivazione, fermo restando il rispetto delle condizioni previste circa la durata dell’iscrizione e il massimale erogabile.

Pensione integrativa Rita

Sarà presto operativa, inoltre, la possibilità di richiedere una rendita integrativa anticipata, Rita, per chi ha compiuto 63 anni di età, se non mancano più di 43 mesi alla pensione. La Rita è una misura che può accompagnarsi all’anticipo pensionistico, cioè alla cosiddetta Ape volontaria, e consente così di diminuire l’impatto della restituzione del prestito bancario sulla futura pensione.

Riscatto della pensione integrativa per i disoccupati

Infine, la legge sulla concorrenza prevede che  i disoccupati da almeno 12 mesi e coloro che si trovino in cassa integrazione o in mobilità possano riscattare sino alla metà di quanto versato nel fondo.


note

 [1] D.Lgs. 252/2005.


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