La condanna che preveda una pena detentiva in un istituto carcerario implica che i detenuti paghino anche le spese per il loro mantenimento.
Negli istituti carcerari si paga per la permanenza?
Stare in carcere non è gratis: essere sottoposti a pena detentiva comporta spese anche in capo al detenuto, che deve pagare “vitto e alloggio”, intesi in senso comune, per la durata della sua permanenza.
Non molte persone lo sanno, ma il nostro ordinamento prevede che le spese di mantenimento dei detenuti siano parzialmente versate da loro stessi, in quanto per legge sono tenuti a corrispondere allo stato una cifra mensile che viene chiamata “quota di mantenimento”.
Se infatti lo Stato si fa carico delle spese per l’esecuzione delle pene e delle misure di sicurezza detentive, il nostro codice penale[1] sancisce che la persona condannata sia obbligata a rimborsare all’erario le spese per il suo mantenimento in carcere, rispondendo di tale obbligazione con tutti i propri beni, sia mobili che immobili, presenti e futuri. L’obbligazione di rimborso non si estende agli eredi.
La legge sull’ordinamento penitenziario[2], inoltre, stabilisce che il rimborso delle spese di mantenimento in capo ai detenuti ammonti ad una quota non superiore ai due terzi del costo reale.
All’inizio di ogni esercizio finanziario il ministro della Giustizia, sentito il ministro dell’Economia e delle Finanze, determina quella che viene definita la quota “media” di mantenimento dei detenuti, in relazione a tutti gli stabilimenti della Repubblica italiana.
Ma cosa comprende questa “quota di mantenimento”?
Poichè la pena detentiva comporta inevitabilmente che il carcerato trascorra il proprio tempo negli istituti penitenziari, all’interno di questi dovrà di necessità mangiare, dormire, consumare acqua e ed energia elettrica, utilizzare mobilio e biancheria.
Soltanto parte di questi costi gli verranno però addebitati, secondo una precisa previsione tariffaria che tiene conto del fatto che per legge costituiscono spese di mantenimento a suo carico solo quelle che concernono “gli alimenti ed il corredo”.
Nel 2015, con decreto ministeriale [3], è stata modificata la quota di mantenimento prevista, fissandola alla cifra di 3,62 euro “per giornata di presenza”, per un totale dunque di 108,60 euro a persona al mese (112,22 euro per i mesi di 31 giorni).
Con apposita circolare del Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria[4], naturalmente, la variazione è stata comunicata ai direttori delle carceri ed ai provveditori regionali.
Nello specifico, viene rilevato come il costo effettivo per le due voci – alimenti e corredo – sia pari ad euro 5,44 al giorno. Siccome per legge, come detto, la quota di mantenimento da porre a carico del carcerato deve essere pari ai due terzi del costo reale, si ottiene la cifra di 3,62 euro complessivi al giorno.
Tale somma è a sua volta suddivisa nella voce “alimenti” e nella voce “corredo”. La cifra stabilita per il corredo ammonta a 0.89 euro giornalieri, mentre gli alimenti risultano a loro volta ripartiti secondo la seguente modalità: 0,27 euro per la colazione; 1,09 euro per il pranzo; 1,37 euro per la cena.
Dato che l’eventuale attività lavorativa prestata nella struttura carceraria – o all’esterno, a seconda dei casi – è remunerata, da tale remunerazione viene prelevata appositamente una quota per il rimborso delle spese di mantenimento del singolo detenuto lavoratore[5].
[1] Art. 188 cod. pen.
[2] L. 26 luglio 1975 n. 354, “norme sull’ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà”.
[3] D. m. 7 agosto 2015, pubblicato sul Bollettino ufficiale del ministero della Giustizia n. 18, 30 settembre 2015.
[4] Circ. GDAP-PU-0298924 del 7 settembre 2015.
[5] Art. 145 e 213 cod. pen.
Perché non dire che molti detenuti ex comunitari e no ,non lavorano in carcere , non hanno un euro , come fanno a fare fronte alle spese di mantenimento .Ne tanto meno quando termina l’espiazione ritornano all’esterno a delinquere, senza arte e ne mestiere come fanno a vivere ,allora lo stato ,l’amministrazione della giustizi e finanza come fanno a incassare le spese?
Basta tagiargli le palle
E’ risaputo che una persona in carcere costa molto. Nella struttura carceraria il detenuto ha tutto, cure mediche, mangia, beve, dorme, quindi,a che serve riservare per lui un terzo del guadagno, se lavora ? Non dimentichiamo che costui oltre ad aver infranto la legge ha messo in difficoltà, spesso grave, una persona onesta o peggio ancora, una famiglia con figli piccoli, non sarebbe meglio evolvere il suo guadagno alla vittima trattenendo un terzo per le spese di mantenimento? Molto comodo così, non vi pare?
Sarebbe un sogno! Lavorano,, in carcere e risarciscono le vittime. Finché non hanno interamente risarcito il danno stanno dentro! Invece escono e poi lavorano in nero facendosi beffa delle vittime!
mmm
prima cosa “ha tutto” è molto soggettivo, visto le condizioni in cui teniamo la maggior parte delle prigioni (sovraffollamento, qualità del cibo, condizioni igieniche).. come la mettete voi sembra siano in albergo. Seconda cosa, “escono e lavorano in nero” dovrebbe essere più una critica della società che non verso di loro.. se non riescono a trovare lavoro è per lo stigma verso le persone che sono state in carcere. Terzo, in caso di persone incarcerate con famiglia come la mettiamo? deve essere punita anche la famiglia? Quei soldi che devono essere pagati allo stato da qualche parte devono uscire, e se proprio il carcerato guadagna più di quello che deve essere dato per il mantenimento (cosa che ritengo particolarmente improbabile), perchè non gli potrebbe essere concesso di aiutare la propria famiglia? Insomma, mi pare voi stiate semplificando un po’ la situazione… Anche perchè non per tutti i crimini c’è una vittima. E anche se ci fosse, se il tribunale ha predisposto una riscossione di una somma di denaro, un risarcimento, quello è da pagare anche nell’attuale situazione legislativa.
Caro signor marcello, secondo me lei non sta molto bene… non trovano lavoro per lo “stigma” verso le persone che sono state in prigione? Non c’è neanche per le persone oneste che si sono spaccate la schiena per tutta la vita.
E dei nulla tenenti in prigione che ci facciamo? a carico nostro a vita che va bene così? e vi lamentate per le condizioni in cui sono? Ma ringrazino dio che stanno così bene.. ce ne sono di posti peggiori e MOLTI!
Molti cittadini onesti vivono in condizioni peggiori di loro che non hanno fatto niente di buono in vita loro.
Prego ponderi le sue parole prima di fare il seccente con affermazioni assolutamente senza senso, e se ci tiene così tanto a loro se li metta in casa sti poveretti e li mantenga lei.
Saluti.
Si sa che un detenuto costa molto. Nella struttura penitenziaria non manca nulla , cure mediche, si mangia, si beve e si dorme. Quindi a cosa serve riservare un terzo del guadagno per se stesso se lavora? Da non dimenticare che costui ha infranto la legge, ha messo in difficoltà, spesso grave, una persona onesta o una famiglia con bambini. Non sarebbe meglio evolvere il guadagno del suo lavoro, alla vittima del reato e trattenere un terzo per le spese di mantenimento? Troppo comodo così, non vi tare?
Sarebbe più giusto se non hanno commesso pene gravi,farle fare lavori socialmente utili ,che ce ne proprio bisogno.
Ti saluto con rispetto,
Mi chiamo Marin e vengo dalla Romania. Anche in Romania vengono discussi i diritti, ma soprattutto gli obblighi dei detenuti. Sorprendentemente, trovo che i cittadini italiani siano turbati dal fatto che coloro che commettono crimini, vengono in detenzione per beneficiare di condizioni che annullano la natura punitiva della legge. Beneficiano dei diritti e gli obblighi vengono trasferiti ai cittadini onesti, che hanno subito le aggressioni dei criminali. Non conosco le disposizioni delle leggi italiane e voglio sapere se lo stato italiano recupera le spese sostenute per i detenuti. Penso che tutti noi, cittadini europei, dobbiamo esigere che a livello europeo sia obbligatorio per i detenuti sostenere il costo della loro permanenza in carcere. Altrimenti, questi costi sono a carico dei cittadini onesti che hanno subito le aggressioni dei criminali, e questo è umiliante. È necessario trovare soluzioni affinché i detenuti sani possano lavorare per pagare cibo, alloggio, personale di sicurezza, ecc. E se non vogliono pagare, non riceveranno nulla gratuitamente, proprio come i cittadini onesti. Ti auguro solo bene!
Questo non lo sapevo che i carcerati pagavano la quota di mantenimento.. Io ero convinto che il carcere era gratuito