Pensione anticipata precoci per i lavoratori a termine


Aperta la possibilità di richiedere la pensione anticipata con 41 anni di contributi anche per i disoccupati che hanno concluso un contratto a termine.
Pensione anticipata con 41 anni di contributi anche per i lavoratori disoccupati a seguito di un contratto a termine: è questa una delle principali novità previste dalla manovra 2018. Allo stato attuale, difatti, la pensione anticipata precoci, o pensione anticipata quota 41, può essere richiesta soltanto dai disoccupati a seguito di licenziamento, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale (nell’ambito della procedura di conciliazione), ma restano fuori tutti coloro il cui contratto è terminato per la naturale scadenza: questi lavoratori, ora, potranno essere inclusi nella misura, purché maturino almeno 18 mesi di contratti negli ultimi 3 anni. Un’apertura non totale, dunque, ma che certamente amplierà la platea dei destinatari della pensione anticipata per i lavoratori precoci.
La finanziaria non si pronuncia, invece, al riguardo di un altro limite della pensione anticipata quota 41 per i disoccupati, cioè sulla preclusione della misura per chi, terminato di percepire il sussidio di disoccupazione, viene rioccupato anche per un solo giorno: la questione, però, che è stata oggetto di una nota del ministero del Lavoro [1], verrà presto definita dall’Inps con una nuova circolare.
Ma procediamo per ordine e ricordiamo come funziona la pensione anticipata per i lavoratori precoci e chi può beneficiarne, per poi esaminare le particolari condizioni richieste ai disoccupati per accedere alla prestazione.
Indice
Che cos’è e come funziona la pensione anticipata precoci
La pensione anticipata precoci, o pensione anticipata quota 41, consiste nella possibilità di accedere alla pensione anticipata con soli 41 anni di contributi anziché con 42 anni e 10 mesi (41 anni e 10 mesi per le donne), il requisito ordinariamente previsto per questo tipo di prestazione, che non è collegata all’età del lavoratore come la pensione di vecchiaia.
La pensione anticipata con 41 anni di contributi può essere richiesta se l’interessato possiede almeno 12 mesi di contribuzione da effettivo lavoro accreditata prima del compimento del 19° anno di età. Non basta, comunque, soddisfare queste condizioni per accedere al trattamento, ma bisogna rientrare anche in una delle categorie beneficiarie dell’Ape sociale, o tra gli addetti ai lavori usuranti o ai turni notturni.
Va poi considerato che le domande di pensione anticipata sono a numero chiuso, quindi non tutti coloro che soddisfano i requisiti richiesti possono accedere alla prestazione.
Chi ha diritto alla pensione anticipata precoci
Possono ottenere la pensione anticipata precoci con almeno 41 anni di contributi i lavoratori in possesso di almeno 12 mesi di contributi da effettivo lavoro versati prima del compimento del 19° anno di età, che appartengono a una delle seguenti categorie:
- lavoratori che risultano disoccupati a seguito di licenziamento, anche collettivo, o di dimissioni per giusta causa, o per effetto di risoluzione consensuale nell’ambito della procedura di conciliazione obbligatoria; perché gli appartenenti a questa categoria possano beneficiare dell’Ape sociale, al momento è necessario che abbiano terminato da almeno tre mesi di percepire la prestazione di disoccupazione e che non si siano rioccupati;
- caregiver, cioè lavoratori che assistono, al momento della richiesta e da almeno 6 mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap grave, ai sensi della Legge 104;
- invalidi, cioè lavoratori che possiedono un’invalidità uguale o superiore al 74%;
- addetti ai lavori faticosi e pesanti che hanno prestato per almeno 6 anni negli ultimi 7 anni un’attività lavorativa particolarmente difficoltosa o rischiosa e addetti ai lavori usuranti.
Requisiti pensione anticipata precoci per i disoccupati
Come abbiamo visto, i requisiti richiesti ai disoccupati per ottenere la pensione anticipata quota 41 sono numerosi e piuttosto stringenti. Non basta, infatti, lo stato di disoccupazione assieme ai requisiti contributivi necessari per la prestazione, ma bisogna anche soddisfare le seguenti condizioni:
- essere stati licenziati, o aver presentato le dimissioni per giusta causa, o aver cessato il rapporto per via di una risoluzione consensuale, conclusa nell’ambito di una procedura di conciliazione;
- aver terminato di percepire la disoccupazione da almeno 3 mesi;
- non essere stati rioccupati nemmeno per un giorno dopo aver terminato di percepire il sussidio di disoccupazione.
Per quanto riguarda quest’ultimo requisito, si è in attesa dell’emanazione di una circolare da parte dell’Inps, a seguito di una nota emessa dal ministero del Lavoro [1]. Nella nota, in particolare, si apre alla possibilità di riconoscere la pensione anticipata precoci e l’Ape social a quei disoccupati che si sono rioccupati per periodi non superiori ai 6 mesi, ad esempio con i voucher, il contratto di prestazione occasionale, o con un contratto a chiamata, stagionale, a termine o di somministrazione.
Requisiti pensione anticipata precoci per chi non ha ricevuto la disoccupazione
La finanziaria, in merito ai disoccupati aventi diritto alla pensione anticipata quota 41, apre anche a coloro che non hanno ricevuto l’indennità di disoccupazione pur avendone i requisiti, ad esempio a chi non ha percepito la Naspi perché ha presentato la domanda dopo la scadenza. La stessa apertura è prevista anche per i disoccupati beneficiari dell’Ape sociale.
Requisiti pensione anticipata precoci per i lavoratori a termine
La finanziaria dà una risposta, invece, a un caso non ancora affrontato dall’Inps e dal Ministero, ossia quello dei disoccupati a seguito della scadenza del contratto a termine. Per questa categoria la normativa, inizialmente volta a restringere il numero dei beneficiari dell’Ape social e della pensione anticipata precoci, non prevede l’accesso alle misure. Grazie alla legge di Bilancio 2018, invece, non sarà più così, anche se l’accesso all’Ape sociale e alla pensione anticipata con 41 anni di contributi non sarà per tutti i disoccupati a seguito di chiusura del contratto a termine.
Potranno beneficiare della misura, infatti, soltanto coloro che avranno alle spalle, negli ultimi 3 anni, almeno 18 mesi lavorati. Per l’accesso alla misura si dovrà attendere non solo l’entrata in vigore della finanziaria, ma anche l’emanazione della normativa attuativa e delle apposite circolari Inps: si auspica che il tutto sia pronto entro la data di scadenza delle domande di pensione anticipata precoci per chi matura i requisiti entro il 31 dicembre 2018.
note
[1] Mlps, nota 11/09/2017.
Ma cosa minchia significa l’aver fatto almeno 12 mesi prima dei 19 anni? Io che ne ho fati 11 devo lavorare fino a 67 anni ed avere 48 anni di contributi? Ma vadano a cagare tutti quegli sciabigotti che fanno queste cazzo di leggi ridicole.
Lavora sfaticato
Mostro che non sei altro, ti riconosco sai…..
Una precisazione per chi è disoccupato dopo un contratto a termine. La nuova finaziaria 2018 prevede che spetti l’ape social a chi ha lavorato con contratto da dipendente almeno 18 mesi prima di diventare disoccupato, quindi al termine del contratto a termine, oppura dal momento che farà la domanda, presumibilmente nel marzo 2018?
Grazie per una risposta
quando scade la possibilità di rientrare nei lavoratori precoci?