Pensionato all’estero e iscritto all’Aire: dove conviene andare per rivalutare la propria pensione.
I soldi sarebbero solo carta se non avessero potere di acquisto. Più del valore nominale della moneta, conta quante cose si possono acquistare con essa. Se un solo euro consentisse di comprare una casa saremmo tutti ricchi con 50 centesimi all’anno. Ebbene, se non con queste proporzioni, in molti Paesi della terra, dove il costo della vita è estremamente basso, si può fare la vita dei pascià con una pensione minima italiana. Fortuna vuole peraltro che questi posti, oltre ad essere paradisi fiscali, lo siano anche sotto l’aspetto naturalistico. Cosicché un trasferimento, se anche per pochi mesi all’anno, sarebbe tutt’altro che sgradito. Così è. Sono già molti i pensionati italiani iscritti all’Aire (il registro della popolazione residente all’estero) che hanno decido di “migrare”, anche solo sulla carta. Secondo i dati Inps, sono 16.420 le persone che, tra il 2010 e il 2014, hanno varcato il confine per godersi la buona uscita e l’assegno previdenziale. E il trend è in crescita con un +64% solo nel 2014. Dati alla mano, dunque, in Italia, dopo la fuga di cervelli è la volta della fuga dei pensionati. Ma dove conviene spostarsi e, soprattutto, cosa bisogna fare per portare la pensione all’estero e vivere da ricchi? Cercheremo di spiegarlo in questo articolo.
Indice
- 1 Perché spostare la pensione all’estero?
- 2 Portare la pensione all’etero: dove conviene?
- 3 Portare la pensione all’estero: scegli dove abitare
- 4 Quanto tempo bisogna vivere all’estero per portarsi dietro la pensione
- 5 Portare la pensione all’etero: iscriversi all’Aire
- 6 La richiesta all’Inps di erogare la pensione all’estero
- 7 Portare la pensione all’estero fuori dall’Unione Europea
- 8 Quando ricevo la pensione all’estero?
- 9 Attenzione a chi riceve sussidi e contributi
Perché spostare la pensione all’estero?
Cerchiamo innanzitutto di capire perché spostare la pensione all’estero e trasferirsi in un altro Paese. Lo scopo è abbastanza chiaro. Innanzitutto chi decide di trasferirsi effettivamente all’estero riceve la pensione in base all’importo previsto dalla normativa italiana, ma sostenendo prezzi al consumo più bassi e, quindi, godendo di maggior potere di acquisto. Ma non è l’unico vantaggio. Ancora di più conveniente è l’aspetto fiscale per usufruire del quale non c’è bisogno di «cambiare completamente vita» e tagliare i ponti con l’Italia. Chi parta la pensione all’estero, o almeno in determinati Stati con cui il nostro Paese ha firmato delle convenzioni – riceve la pensione lorda (senza cioè le trattenute fiscali che vengono applicate in Italia) e paga le tasse secondo le aliquote previste dallo Stato di destinazione. Tasse che – inutile dirlo – sono più basse rispetto a quelle italiane. Ad esempio, in Portogallo i primi 10 anni da pensionato sono esentassi. Queste convenzioni servono ad evitare che la pensione venga tassata due volte (in Italia e poi all’estero) ma di fatto consentono di scegliere il Paese dove il fisco è più leggero.
Ad esempio, una pensione italiana di 1.500 euro arriva in Portogallo a 2.000 euro senza le ritenute delle imposte. A ciò si deve aggiungere circa il 20% in più per il costo della vita più leggero. Insomma, 1.500 euro di pensione italiana equivalgono a circa 2.400 euro in Portogallo.
Pensionato all’estero significa insomma, a parità di reddito entrato, essere più ricchi. Ovviamente, a fronte della felicità dei pensionati, lo Stato italiano non esulta di gioia perché così vede privarsi di entrate tributarie di tutto rilievo, quelle dei poveri anziani. Così, quantomeno, sono stati inaspriti i controlli sulle “false partenze”. Il trasferimento deve essere reale: non può trattarsi, in altri termini, di un viaggio di piacere anche se prolungato per qualche mese. Ecco quindi Come portare la pensione all’estero e vivere da ricchi.
Portare la pensione all’etero: dove conviene?
La prima cosa che bisogna fare per ricevere la pensione all’estero è innanzitutto scegliere il Paese. È forse questo il momento più delicato. All’interno dell’Ue si vive meglio (solo in termini di potere di acquisto della moneta) in Croazia, Grecia, Portogallo e Spagna. Ecco qualche suggerimento. Su una pensione lorda di circa 20 mila euro all’anno si pagano attualmente:
- in Spagna il 9,5% di tasse;
- in Portogallo la pensione è esente per i primi 10 anni;
- in Francia si paga il 5,2% di tasse;
- in Croazia esistono divere aliquote in base alla pensione: si va dal 12%, al 25% al 40%;
- in Grecia, come in Croazia, ci sono tre aliqute: 22%, 35% e 42%.
Chi acquista un immobile nel Paese di destinazione paga le tasse solo in base a quest’ultimo. Chi invece conserva immobili in Italia paga due volte le tasse: una prima in Italia e una seconda nel nuovo Paese di residenza.
Portare la pensione all’estero: scegli dove abitare
Dopo aver scelto dove andare è il momento di individuare dove abitare. Devi acquistare una casa o prenderla in affitto. Quindi dovrai munirti di un regolare contratto da esibire alle autorità. Ovviamente non conta quanto grande sia questa casa e ben potrebbe trattarsi di un monolocale.
Quanto tempo bisogna vivere all’estero per portarsi dietro la pensione
Come abbiamo detto, se anche non si deve tagliare completamente i ponti con l’Italia, il trasferimento non deve essere fittizio. Quindi bisogna abitare nella nuova casa per almeno 183 giorni (184 per gli anni bisestili). Si tratta cioè dell’esatta metà dell’anno (approssimato per eccesso). In automatico, in Italia non si potrà più avere né il domicilio (sede principale di affari e interessi) né la residenza (la dimora abituale).
Portare la pensione all’etero: iscriversi all’Aire
L’ulteriore step è cancellarsi dall’anagrafe della popolazione residente in Italia e iscriversi all’Aire, l’anagrafe dei residenti all’estero del Comune italiano d’origine o di ultima residenza prima dell’espatrio. Lo si deve fare entro 3 mesi dall’arrivo del nuovo Paese. In questo modo si diventa un «non residente».
La richiesta all’Inps di erogare la pensione all’estero
Fatto ciò bisogna spedire all’Inps una raccomandata in cui si chiede di erogare la pensione su un conto corrente bancario estero o su un conto corrente postale estero (indicando in entrambi casi le coordinate) o con l’emissione di un assegno bancario in euro.
Portare la pensione all’estero fuori dall’Unione Europea
Si può anche decidere di portare la pensione in uno Stato extracomunitario. Mete ambite sono la Tailandia e il Messico. In tal caso sarà prima necessario informarsi sulla tassazione all’ambasciata. Dopo aver compiuto i passi appena indicati bisognerà rivolgersi all’ufficio pensioni estero ([email protected] o [email protected]) e verificare le possibilità.
Chi però riceve una pensione da una pubblica amministrazione (ex Inpdap) deve stare attento perché in alcuni paesi si subisce la doppia imposizione tutt’altro che favorevole. Meglio optare per la Tunisia, il Cile o l’Austria.
Quando ricevo la pensione all’estero?
Di norma i pagamenti delle pensioni all’estero avvengono su base mensile. Solo le pensioni minori vengono pagate annualmente o ogni sei mesi.
Attenzione a chi riceve sussidi e contributi
Deve fare molta attenzione chi riceve prestazioni a contributivo, come gli assegni sociali e gli assegni e le indennità per gli invalidi civili perché, nel momento in cui ci si trasferisce all’estero, questi assegni vengono definitivamente meno. In pratica chi perde la residenza italiana si perde in automatico il diritto a queste prestazioni.
note
Autore immagine: 123rf com
tra poco verrà ripristinato un’altro paradiso fiscale extra EU che sta creando un grande scompiglio ma tenuto fuori dal circuito mediatico ed è la causa 1757/17 nel tribunale di Trieste il 28 di novembre salvo spostamenti.
Io, a differenza di tutti gli altri pensionati che sono già emigrati all’estero, non me ne vado per ragioni fiscali ma sanitarie. O dimagrisco o finisco sotto i ferri del chirurgo. E poichè NON ho trattenute Irpef sulla pensione, ho cercato e trovato una sola nazione dove quel Governo non preleva un solo centesimo dalla mia pensione. Esistono Governi stranieri che hanno fatto accordi bilaterali con quello Italiano, ma non mi interessa. quando un pensionato cerca una giusta nazione, devo pensare a quanto percepisce mensilmente, ad un eventuale rendita, a quanti soldi si porta dietro, a dove vuole andare e perchè. Scelte oculate, non solo guardando il discorso fiscale… Anche con 2 soldi si possono aprire Guest House o B&B di successo.
Che cazzo di legge!!!!! Esiste ancora la discriminazione dell’ INPS verso i dipendenti ella pubblica amministrazione (ex INPDAP). Non si riesce a capire il motivo per cui i pensionati che erano dell’ INPDAP, (assorbita dall’ INPS), non possono andare in altri paesi ma bensì solo in Tunisia, Senegal, Cile e Austria. Ormai mi sembra che tutti i pensionati dipendono dall’ INPS. A conti fatti l’ INPDAP non esiste più!!!! Una volta andati in pensione, che cavolo mi rappresenta la differenza tra INPS o ex INPDAP!!!!!
Caro Lino
Anche io come pensionato ex Inpdap ho chiesto il perché di questa discriminazione e mi e’ stato detto perché L’Inpdap non ha mai dato i ns. contributi pagati All’Inps.Non so se questo corrisponde alla realta pero mi e stato detto cosi.Salutissimi
Sarebbe utile e di interesse per gli interessati sapere anche come funziona l´assistenza sanitaria al´estero, chi paga e quanto costa e non elencare solo i vantaggi!
Stai pur sicuro che funziona benissimo sia in Portogallo che a Tenerife. Visto che molti Italiani medici e chirurghi se ne sono andati dall’ Italia per trovare lavoro in questi posti. In Italia paghi la sanità, ma l’ hai vista che sanità abbiamo!!!!! fa acqua da tutte le parti, a secondo dove vivi!!!! Preferisco percepire tutta pensione lorda e farmi l’ assicurazione sanitaria.
Io Ho solo chiesto di spiegare quali soluzioni ci sono e quanto costa, senza valutare se meglio o peggio! Sono sicuro che tanti in un primo momento non pensano di fare un´assicurazione sanitaria e in caso di necessità poi hanno problemi.
Il problema e che L’Inpdap non ha mai dato i contributi da noi pagati All’inps.Pertanto L’Inps ci sta pagando una pensione senza che essa abbia mai avuto i contributi da noi pagati.Non so se questo e vero pero a Me e stato detto cosi.