Aumento età pensionabile, che cosa cambia


Cambiano i futuri aumenti dell’età pensionabile e dei requisiti per la pensione legati all’aspettativa di vita media.
L’età pensionabile, fermo restando l’aumento a 67 anni previsto per il 2019, dal 2021 potrebbe aumentare ancora, oppure bloccarsi, ma sulla base di parametri diversi da quelli previsti sinora: è quanto previsto da una nuova proposta del Governo, che modifica profondamente il calcolo dei requisiti per la pensione connessi alla speranza di vita.
In particolare, a partire dal 2021, l’aspettativa di vita dovrebbe essere calcolata considerando la media del biennio immediatamente precedente, confrontata con la media del biennio ancora anteriore; per il 2021, ad esempio, l’aspettativa di vita dovrebbe essere calcolata sulla base della media del biennio 2018-2019, confrontata con la media del biennio 2016-2017: l’eventuale aumento determinerebbe un incremento dei requisiti per la pensione legati all’aspettativa di vita sul biennio 2021-2022.
Nel caso invece in cui si riscontri una diminuzione della speranza di vita media, il decremento dovrebbe essere scomputato nella verifica per il biennio successivo: non ci sarebbe quindi un calo dell’età pensionabile, ma solo un congelamento dei requisiti. L’adeguamento dell’età di pensionamento alla speranza di vita, in ogni caso, continuerebbe a essere verificato ogni due anni.
Indice
Adeguamento dei requisiti per la pensione
Qual è, invece, la situazione attuale? Ad oggi si applica ancora quanto disposto dalla riforma delle pensioni 2010 [1], poi confermato dalla legge Fornero [2]: la normativa prevede, in particolare, degli adeguamenti periodici alla speranza di vita, che dal 2019 saranno biennali. Gli adeguamenti previsti nelle apposite tabelle potrebbero essere però disattesi, sia nel caso in cui la speranza di vita media riscontrata sia maggiore rispetto alle proiezioni, sia nel caso in cui invece si registrino decrementi nell’aspettativa di vita media: in quest’ultima ipotesi, però, i requisiti previsti per la pensione non possono mai diminuire, ma vengono soltanto bloccati per un biennio.
Aumento età per la pensione di vecchiaia
Per ottenere la pensione di vecchiaia è necessario possedere un determinato requisito anagrafico, l’età pensionabile appunto, assieme ad almeno 20 anni di contributi (15 anni per chi rientra nella Deroga Amato o nell’Opzione Contributiva Dini); l’assegno di pensione, inoltre, non deve risultare inferiore a 1,5 volte l’assegno sociale (cioè a circa 672 euro) se si rientra tra coloro che sono assoggettati al calcolo integralmente contributivo.
Vediamo, di seguito, le previsioni dell’aumento dell’età pensionabile:
- 2017: per ottenere la pensione di vecchiaia sono necessari 66 anni e 7 mesi per gli uomini e le dipendenti pubbliche, 66 anni e 1 mese per le lavoratrici autonome, 65 anni e 7 mesi per le dipendenti;
- 2018: il requisito diventa 66 anni e 7 mesi per tutti;
- 2019: 66 anni e 11 mesi: si tratta del requisito originariamente previsto dalle tabelle Sacconi- Fornero, che però, in base agli incrementi della speranza di vita effettivamente registrati, sarà elevato a 67 anni;
- 2020: 67 anni ;
- 2021: 67 anni e 3 mesi;
- 2022: 67 e 3 mesi;
- 2023: 67 e 6 mesi;
- 2024: 67 e 6mesi;
- 2025: 67 e 9 mesi;
- 2026: 67 e 9 mesi;
- 2027: 68 anni;
- 2028: 68 anni;
- 2029: 68 e 2 mesi;
- 2030: 68 e 2 mese;
I requisiti, successivamente a tale data, aumenteranno sempre di 2 mesi ogni biennio, ma potrebbero variare nel caso in cui si rilevino incrementi o decrementi della speranza di vita diversi da quelli previsti originariamente.
Chi ha diritto al calcolo interamente contributivo del trattamento, ha diritto alla pensione di vecchiaia con soli 5 anni di contributi e senza soglie di accesso, ma con i seguenti requisiti di età:
- nel triennio 2016-2018, 70 anni e 7 mesi;
- nel 2019-2020, 70 anni e 11 mesi: si tratta del requisito originariamente previsto dalle tabelle Fornero, che però, i base agli incrementi riscontrati, sarà elevato a 71 anni;
- nel 2021-2022, 71 anni e 3 mesi.
I requisiti continueranno, poi, ad aumentare di 3 mesi ogni biennio, e di 2 mesi ogni biennio dal 2029, salvo variazioni di rilievo nella speranza di vita media.
Aumento requisiti pensione anticipata
La pensione anticipata, introdotta a partire dal 2012 dalla legge Fornero [1] al posto della pensione di anzianità, è un trattamento che può essere raggiunto con un determinato numero di anni di contributi, a prescindere dall’età. Un limite di età esiste per la sola pensione anticipata contributiva (alla quale può accedere a 63 anni e 7 mesi di età solo chi è assoggettato al calcolo contributivo della pensione).
Il requisito contributivo previsto per la pensione anticipata ordinaria è più basso per i lavoratori precoci (cioè che possiedono almeno 12 mesi di contributi da lavoro accreditati prima del 19° anno di età) che appartengono a determinate categorie tutelate: questi lavoratori possono pensionarsi con 41 anni di contributi.
I requisiti previsti per fruire dell’ordinaria pensione anticipata, sino al 31 dicembre 2018, sono:
- 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne;
- 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini.
Il requisito successivamente aumenterà di 5 mesi nel 2019, cioè a 43 anni e 3 mesi per gli uomini ed a 42 anni e 3 mesi per le donne. Gli incrementi, successivamente, saranno pari a quelli previsti per la pensione di vecchiaia, ossia 3 mesi ogni biennio, salvo variazioni nel caso in cui si rilevino incrementi o decrementi della speranza di vita diversi da quelli previsti originariamente.
note
[1] D.L. 78/2010.
[2] D.L. 201/2011.
Chiedo x cortesia :
A gennaio 2018 compio 66 anni, ho maturato 39 anni di contribuzione, vorrei raggiungere l’età contributiva. L’azienda mi può obbligare ad andare in pensione ad agosto 2018?
Grazie in anticipo. Cordiali saluti