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Prescrizione arretrati da lavoro dipendente

27 Novembre 2017
Prescrizione arretrati da lavoro dipendente

La prescrizione dei crediti di lavoro: fino a quando il dipendente può agire contro l’azienda per recuperare lo stipendio non versato?

Il tuo datore di lavoro non ti ha pagato gli ultimi stipendi. Così ti sei deciso a rassegnare le dimissioni: tanto meglio l’assegno di disoccupazione che, oltre ad essere certo, quantomeno ti dà la possibilità di trovare un’altra occupazione. Lì per lì, la copertura da parte dell’Inps ti ha allentato la presa della necessità economica e non ti sei preoccupato di recuperare i crediti vantati dall’azienda, ma ora che hai di nuovo bisogno di soldi è tua intenzione tornare all’attacco e chiedere tutti gli arretrati della busta paga che non ti sono mai stati pagati. L’azienda, infatti, è ancora attiva e, a quanto ti risulta, sta pagando – anche se a fatica – i tuoi ex colleghi. Insomma, non vuoi rinunciare alle somme che per legge ti spettano. Senonché, essendo passato ormai molto tempo, ti chiedi se sono anche scaduti i termini. Qual è la prescrizione degli arretrati da lavoro dipendente? È quanto cercheremo di chiarire in questa breve scheda.

Cos’è la prescrizione dei crediti da lavoro?

La prescrizione indica il termine massimo entro cui è possibile richiedere il pagamento di un credito non riscosso. Si tratta di un meccanismo che vale per tutti i tipi di diritti, tranne per la proprietà che non si prescrive mai anche se non viene utilizzata dal titolare.

Ma che succede se il termine di prescrizione sta per scadere e il creditore (nel nostro caso il lavoratore) non ha avuto il tempo – o magari le risorse economiche – per agire in giudizio e recuperare i propri crediti? Nessun problema. Difatti, il termine di prescrizione può sempre essere interrotto e ricominciare da capo: basta inviare al debitore una diffida, sollecitandogli il pagamento. In questo modo la prescrizione torna a decorrere da capo a partire dal giorno successivo al ricevimento della lettera. Questo significa che se il dipendente vuol allungare i termini di prescrizione per la riscossione degli arretrati dello stipendio può limitarsi a spedire all’azienda una raccomandata a/r o una posta elettronica certificata di diffida.

Quando si prescrivono i crediti da lavoro dipendente?

Tutti i crediti di lavoro, che scadono una vola all’anno o con periodicità inferiore all’anno, si prescrivono in cinque anni.

Il problema si pone di solito per la decorrenza della prescrizione: da quando si inizia a calcolare questo termine? Il problema che si pone, in questo caso, è che il dipendente rinunci a far valere i propri diritti pur timore di essere licenziato. Così un tempo si diceva che, laddove il dipendente era coperto della garanzia dell’articolo 18 – che implicava la reintegra sul posto in caso di licenziamento illegittimo – la prescrizione decorreva dalla mensilità successiva a quella non corrisposta. Oggi, con l’eliminazione dell’articolo 18 e la previsione (nella maggior parte dei casi) del solo risarcimento del danno in caso di illegittimo licenziamento, le cose stanno diversamente. Cerchiamo quindi di capire quando si prescrivono i crediti da lavoro dipendente.

Prescrizione prescrizione lavoro ordinario

Abbiamo detto che la prescrizione del diritto a ottenere gli arretrati dello stipendio è di cinque anni. Per evitare che il dipendente possa rinunciare alla causa per non perdere il posto, il termine di prescrizione inizia a decorrere dalla cessazione del rapporto di lavoro. Pertanto, se il dipendente viene licenziato o si dimette dopo 30 anni dal mancato pagamento dello stipendio, egli ha altri 5 anni di tempo per far valere il suo diritto. I cinque anni infatti si contano a partire dal momento in cui il rapporto di lavoro si chiude.

Prescrizione crediti lavoro straordinario

Stesse regole per i crediti derivanti da lavoro straordinario. Anche in questo caso la prescrizione è di 5 anni e inizia a decorrere dalla cessazione del rapporto

Prescrizione indennità, festività e altri crediti

Identica sorte di tutti gli altri crediti di lavoro dipendente: anche per le festività ad esempio il termine è di 5 anni a partire dall’ultimo giorno di lavoro.

Prescrizione Tfr 

Il famoso Tfr, ossia il trattamento di fine rapporto (da molti chiamato impropriamente «buona uscita») si prescrive in cinque anni nonostante non abbia periodicità annuale ma venga corrisposto una sola volta nell’arco del rapporto di lavoro subordinato.

Anche la prescrizione dell’indennità sostitutiva di preavviso è di cinque anni.

Prescrizione dei risarcimenti del dipendente

Il dipendente potrebbe vantare dei crediti dall’azienda a titolo di risarcimento come ad esempio:

  • un infortunio sul lavoro
  • un licenziamento illegittimo
  • la mancata fruizione delle ferie
  • la mancata frazione del riposo settimanale.

In tal caso la prescrizione è di dieci anni, ma inizia a decorrere dal momento in cui l’evento dannoso si è verificato.

Anche il diritto al risarcimento dei danni da mancata contribuzione si prescrive in 10 anni. La prescrizione dell’azione risarcitoria per l’inadempimento contributivo decorre dal momento in cui sarebbe maturato il diritto del lavoratore alla prestazione previdenziale se i relativi obblighi fossero stati regolarmente versati.

Prescrizione crediti al pagamento dei contributi

Le contribuzioni di previdenza e assistenza sociale obbligatoria si prescrivono nel termine di 5 anni dal giorno di scadenza del versamento. Non è ammessa alcuna regolarizzazione contributiva dopo 5 anni. Tuttavia, nel caso di denuncia da parte del lavoratore o dei suoi superstiti il termine prescrizionale, per il solo denunciante, è pari a 10 anni. In pratica se il dipendente denuncia l’omissione contributiva entro 5 anni, l’Inps potrà recuperare tali somme entro 10 anni dall’omissionie.

Che succede se il datore non versa i contributi e questi si prescrivono?

Se dovesse scadere il termine ultimo per i versamenti dei contributi, l’Inps non può più pretenderli, né riceverli.

Decorso il termine decennale, il dipendente può solo avviare una causa per ottenere la condanna del datore di lavoro a versare la riserva matematica corrispondente alla ricostruzione della pensione persa per il mancato pagamento dei contributi.

Prescrizione alla qualifica superiore

Quando il dipendente viene adibito a mansioni superiori e non viene qualificato correttamente in contratto ha diritto al riconoscimento sia della qualifica più alta sia al corrispondente trattamento retributivo. La prescrizione di questi due diritti è, secondo la Cassazione più recente:

  • 10 anni per il diritto alla qualifica superiore
  • 5 anni per il diritto al trattamento retributivo.

Ci sono però sentenze più datate secondo cui, in questi casi, la prescrizione è sempre di cinque anni.

Prescrizione indennità di maternità

La prescrizione a ottenere l’indennità di maternità è di 1 anno soltanto.


note

Autore immagine: 123rf com


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