Il gioco d’azzardo è quello che si basa sul rischio e sulla fortuna. La legge lo proibisce, a meno che non sia autorizzato dallo Stato.
Dadi, carte, scommesse. Tutti questi giochi sono legati da un fattore comune: la fortuna. Il brivido che si prova lanciando i dadi, scoprendo una carta o puntando sulla vincita di una squadra inebria ogni giocatore.
L’ordinamento italiano prevede una precisa regolamentazione per tutti i giochi che possono essere definiti d’azzardo. La normativa riguarda non soltanto le attività che fisicamente si svolgono nelle sale da gioco o nei circoli, ma anche quelle cui si può avere accesso online, attraverso la connessione internet.
Con questo articolo cercheremo di capire quando si può parlare di gioco d’azzardo, perché è illegale e quando, invece, non lo è.
Indice
Perché il gioco d’azzardo è illegale?
Per quanto sia ridicolo che io mi aspetti tanto dalla roulette, mi sembra ancora più ridicola l’opinione corrente, da tutti accettata, che è assurdo e stupido aspettarsi qualcosa dal gioco. (F. M. Dostoevskij)
Secondo il codice penale italiano, chiunque in un luogo pubblico o aperto al pubblico, ovvero in circoli privati di qualunque specie, propone un gioco d’azzardo o lo agevola, è punito con l’arresto da tre mesi ad un anno e con ammenda non inferiore a 206 euro [1]. Il codice punisce anche chi è colto a prendere parte al gioco d’azzardo, punendolo con l’arresto fino a sei mesi o con l’ammenda fino a 516 euro [2]. La pena è aumentata per tutti coloro che sono sorpresi a partecipare al gioco d’azzardo in una casa da gioco o in un pubblico esercizio, ovvero per tutti coloro che hanno messo in gioco poste economicamente rilevanti.
In caso di condanna per l’una o l’altra contravvenzione, è sempre ordinata la confisca del denaro esposto nel gioco e degli oggetti ad esso destinati.
Il gioco d’azzardo è (tendenzialmente) illegale perché, come noto, crea dipendenza patologica. La ludopatia è diffusissima ed è causa di conseguenze spesso tragiche. Inoltre, il divieto è posto a presidio dell’ordine pubblico, poiché si ritiene che la pratica di queste attività possa essere fonte di disordini e reati. Per questi motivi, il gioco d’azzardo è proibito, o meglio, è regolamentato in modo tale che possa essere praticato soltanto quando autorizzato dallo Stato. Ma quando un’attività può definirsi d’azzardo?
Cos’è il gioco d’azzardo?
Sempre il codice penale fornisce la definizione di gioco d’azzardo: sono tali quelli nei quali, ricorrendo il fine di lucro, la vincita o la perdita è esclusivamente o quasi esclusivamente rimessa a fattori di aleatorietà [3]. Un gioco può definirsi aleatorio quando è rischioso, imprevedibile, dall’esito incerto: in buona sostanza, appunto, d’azzardo.
Quali sono i giochi d’azzardo?
I giochi d’azzardo sono tutti quelli che si basano essenzialmente sulla fortuna. Vi rientrano, pertanto: le scommesse, le lotterie, la roulette, le slot machine, i dadi, il poker (non in tutte le sue forme), ecc. Ogni volta in cui l’esito del gioco è rimesso principalmente alla sorte si può parlare di gioco d’azzardo.
Il gioco d’azzardo è sempre illegale?
No, l’esercizio di un gioco rischioso, aleatorio, non è sempre illegale: il gioco, infatti, è un settore riservato esclusivamente allo Stato. La legge dice che l’organizzazione e l’esercizio di giochi di abilità che prevedono una vincita di qualsiasi tipo e per la cui partecipazione sia richiesto un pagamento in denaro sono riservati allo Stato [4].
Scopo della norma è quello di impedire l’infiltrazione, all’interno dell’esercizio dei giochi aleatori, di associazioni criminali; nonché di tutelare la dignità e la salute dei giocatori da un possibile abuso di queste attività. Inoltre, è chiaro che anche le casse dell’erario ne beneficino.
Pertanto, il gioco d’azzardo è legale ogni volta che ottiene l’assenso dello Stato; ciò accade in due circostanze:
- il gioco è gestito dall’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato (AAMS), un organo dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Stato che ha il compito di controllare i giochi più praticati, come il Lotto, il Superenalotto, il Gratta&Vinci, i giochi online;
- il gioco è gestito da privati (normalmente grandi società) autorizzati dallo Stato. Si tratta delle case da gioco vere e proprie, ovvero dei casinò; in Italia sono solamente quattro: quello di Sanremo, di Campione d’Italia, di Venezia e di Saint Vincent.
Gioco d’azzardo online: è legale?
Nell’era di internet, il gioco d’azzardo ha trovato una nuova dimensione nella realtà digitale, riscuotendo un successo eclatante. Il problema è che non tutte le rooms, cioè i siti internet e le stanze da gioco virtuali, sono legali. Ed infatti, secondo la legge finanziaria del 2006 [5], soltanto i siti autorizzati dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli possono legalmente consentire l’esercizio del gioco d’azzardo. Pertanto, è sempre l’AAMS, anche nel caso di piattaforma virtuale, a rilasciare agli operatori in possesso di determinati requisiti una licenza per l’esercizio del gioco del poker.
Sebbene con successivi provvedimenti lo Stato abbia parzialmente liberalizzato l’esercizio di giochi aleatori [6], è pur sempre richiesta l’autorizzazione dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. L’AAMS, inoltre, redige periodicamente una lista dei siti da oscurare perché illegali, cioè privi della prescritta autorizzazione.
Detto ciò, talvolta gli utenti preferiscono le rooms straniere a quelle italiane. I motivi sono i più disparati: il giocatore può ritenere più conveniente giocare su una piattaforma estera piuttosto che su una italiana debitamente autorizzata dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli; oppure lo fa perché i casinò virtuali italiani non offrono tutte le esperienze di gioco presenti oltre confine. Questa scelta ha delle ripercussioni di duplice ordine:
- l’utente italiano che gioca sulla piattaforma straniera non potrà invocare, nel caso di malfunzionamento o, addirittura, di truffa, la tutela offerta dalla normativa italiana;
- l’erario non può beneficiare degli introiti derivanti dal gioco, né tassare le vincite.
È legale giocare d’azzardo su piattaforme estere?
Si tratta di una domanda alla quale non è facile rispondere. Sebbene non sia possibile individuare un esplicito divieto penale dedicato agli utenti di internet, si può concludere affermando che giocare d’azzardo online su piattaforme estere prive della licenza AAMS costituisca reato. Il gioco d’azzardo, infatti, rimane penalmente perseguibile tutte le volte in cui non sia autorizzato dallo Stato ovvero non rientri nel monopolio statale. Possiamo affermare, quindi, che il gioco di fortuna è, normalmente, illecito; diventa legale solo nelle ipotesi tassativamente previste dal nostro legislatore.
Sebbene non vi sia una norma che punisca specificamente il gioco d’azzardo online su piattaforme estere, è ipotizzabile che si configuri il reato previsto da una legge del 1989 riguardante la partecipazione a giochi non autorizzati dallo Stato e sanzionato con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda da 51 a 516 euro [7].
La conclusione alla quale si è giunti è confortata anche dalla Corte di Cassazione che, pur occupandosi di apparecchi elettronici presenti in locali pubblici, ha ribadito la necessità che la connessione a rete telematica finalizzata all’esercizio del gioco del poker avvenga solo su piattaforme autorizzate dall’AAMS [8].
La soluzione prospettata, comunque, non è certa, in quanto la stessa legge italiana non ha preso una posizione precisa a riguardo. Non bisogna dimenticare, poi, che la frequentazione delle piattaforme estere può comportare, in caso di vincite, problemi di natura fiscale.
Gioco d’azzardo: dove si pagano le tasse?
Le vincite riportate sui siti approvati dall’Aams vengono elargite già tassate: ciò significa che la vincita è tassata alla fonte e perviene nelle tasche del giocatore al netto della ritenuta del fisco. Ciò però non avviene nel caso di scommessa effettuata su piattaforme estere: in questo caso, deve essere il contribuente a dichiarare la vincita, pena l’evasione fiscale.
L’Agenzia delle Entrate ha precisato che le vincite realizzate su siti esteri non autorizzati dai Monopoli di Stato sono soggette a tassazione per intero, senza cioè tener conto delle spese sostenute per la loro produzione. Cosa che non avviene sui siti autorizzati da Aams, in cui le tasse vengono versate alla fonte, motivo per cui le vincite non vanno dichiarate.
Le vincite conseguite per effetto della partecipazione a giochi online rientrano tra i cosiddetti redditi diversi («le vincite delle lotterie, dei concorsi a premio, dei giochi e delle scommesse organizzati per il pubblico e i premi derivanti da prove di abilità o dalla sorte»), concorrendo alla formazione del reddito complessivo per l’intero ammontare percepito nel periodo d’imposta [9]. Sempre la legge, poi, prevede che tali vincite o premi, se corrisposti da determinati soggetti giuridici (Stato, persone giuridiche pubbliche o private, ecc.), sono assoggettati ad una ritenuta alla fonte a titolo d’imposta.
I casinò online Aams pagano le tasse sulle vincite direttamente all’erario facendo una detrazione sulla somma vinta dal giocatore. La tassazione alla fonte fa sì che il contribuente non sia tenuto a dichiarare tali redditi, in quanto l’imposta non è dovuta.
Nello specifico, secondo la legge le ritenute alla fonte non si applicano se il valore complessivo dei premi derivanti da operazioni a premio attribuiti nel periodo d’imposta dal sostituto d’imposta al medesimo soggetto non supera l’importo di 25,82 euro; se il detto valore è superiore al citato limite, lo stesso è assoggettato interamente a ritenuta. Le disposizioni non si applicano con riferimento ai premi che concorrono a formare il reddito di lavoro dipendente.
L’aliquota della ritenuta è stabilita nel dieci per cento per i premi delle lotterie, tombole, pesche o banchi di beneficenza autorizzati a favore di enti o comitati di beneficenza; nel venti per cento sui premi dei giuochi svolti in occasione di spettacoli radio-televisivi, competizioni sportive o manifestazioni di qualsiasi altro genere nei quali i partecipanti si sottopongono a prove basate sull’abilità o sull’alea o su entrambe; nel venticinque per cento in ogni altro caso [10].
Come anticipato, questo regime non si applica nel caso in cui gli utenti ottengano vincite giocando sui siti che non hanno una licenza per il gioco a distanza rilasciata dall’Aams. In questo caso, i soldi vinti vanno dichiarati dal contribuente al momento della dichiarazione dei redditi indicandoli nel modello Unico alla voce “redditi diversi”.
note
[1] Art. 718 cod. pen.
[2] Art. 720 cod. pen.
[3] Art. 721 cod. pen.
[4] Art. 1, Decreto legislativo n. 496/1948.
[5] Legge n. 266/2005.
[6] Legge n. 248/2006 e legge 77/2009.
[7] Legge n. 401/1989.
[8] Cass. sent. n. 37391/2013 del 16/05/2013.
[9] Art. 67, comma 1, lettera d), D.P.R. n. 917/1986 del 22/12/1986.
[10] Art. 30 del D.P.R. n. 600/1973 del 29.09.1973.
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Perudo (dadi bugiardi) è considerato gioco d’azzardo? Nonostante sia un gioco di dadi la fortuna non impatta sul gioco quanto la bravura dei giocatori nel bluffare
Egr. Sig. Alessandro,
come avrà letto nell’articolo, il criterio per individuare i giochi d’azzardo è quello della prevalenza del rischio o dell’imponderabile sull’abilità del giocatore. Poiché Perudo si basa sostanzialmente sul lancio dei dadi, ritengo che si tratti di un gioco d’azzardo.