Il ministro della Salute Lorenzin studia le ipotesi per l’abolizione della tassa sulla salute. L’idea è far pagare un po’ di più i ricchi…
Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin è pronta ad un incontro con le Regioni per scindere il sistema dei ticket sanitari introdotto alla fine degli anni 80 dal governo De Mita per assicurare la compartecipazione dei cittadini alla spesa sanitaria pubblica, che, secondo lo stesso ministro, sta diventando un ostacolo per l’accesso alle cure delle categorie più deboli della popolazione. L’ipotesi più concreta è la revisione delle soglie di esenzione, che potrebbero modificare il pubblico dei beneficiari che è un gettito annuale di circa 3 miliardi di euro sugli oltre 113 miliardi del fondo sanitario nazionale, ed è una tassa gestita in autonomia dalle Regioni.
Modifica del sistema delle detrazioni fiscali
Si pensa anche ad una modifica del sistema delle detrazioni fiscali per farmaci e spese mediche dove ad oggi i contribuenti possono detrarre dalle imposte versate il 19% di queste spese. L’idea, secondo il ministro, è di modificare le aliquote in funzione del reddito personale, annullando la detrazione per i redditi oltre una certa soglia che con i soldi risparmiati si arriverebbe alla copertura necessaria per l’eliminazione dei ticket. Si tratta però di un’ipotesi complessa. Più fattibile forse quella di una “franchigia” in base al reddito, superata la quale le prestazioni eccedenti sarebbero a pagamento. L’altra strada, sempre a monte dei ticket, è quella di individuare una franchigia in base al reddito. Superata la franchigia (che sarebbe più alta per i redditi bassi e ridotta o annullata per quelli più alti) le prestazioni eccedenti sarebbero a pagamento.
Le soglie di esenzione
Un’altra delle ipotesi della revisione è di spostare le soglie di esenzione verso le fasce più deboli, come i poveri e gli anziani. Infatti ad oggi sono esentati dal ticket su pronto soccorso e prestazioni specialistiche gli over 65 con un reddito superiore non a 35mila euro, i disoccupati e loro familiari a carico con un reddito non superiore a 8.500 euro, i titolari di pensione sociale e i pensionati al minimo oltre i 60 anni.
Tagli di spesa
L’ultima ipotesi è quella di una nuova revisione della spesa sanitaria affidando la responsabilità della manovra alle singole regioni, che già amministrano autonomamente il ticket sulla spesa farmaceutica, sulle prestazioni specialistiche e sugli accessi al pronto soccorso, utilizzato per far quadrare i conti dei singoli sistemi regionali. Col risultato discutibile che il ticket pesa molto nelle regioni più ricche (32 euro l’anno di media a testa in Veneto e appena 8,2 euro in Sicilia). L’obiettivo è quello di uniformare il sistema sanitario su tutto il territorio nazionale mentre per diminuire la distanza tra le regioni del nord e quelle del sud.
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