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Diritto e Fisco | Editoriale

Testimonianza moglie: è possibile?

21 Marzo 2018 | Autore:
Testimonianza moglie: è possibile?

Non tutti possono validamente testimoniare. Parenti e affini possono farlo, ma attenti all’attendibilità delle loro dichiarazioni.

Avete subito un incidente, ma il conducente dell’auto danneggiante non ammette le sue responsabilità. Avete, quindi, ugualmente tentato di ottenere il risarcimento dall’assicurazione, ma questa lo ha negato per le contestazioni in corso.  Pertanto siete costretti a fare causa per ottenere l’indennizzo preteso, ma l’unico testimone che potete invocare è vostra moglie. La situazione descritta si verifica anche in altri casi, dove avete la necessità di avviare un’azione legale e dove sarebbe utile la presenza di un testimone, ma questi può essere soltanto il proprio coniuge o un parente stretto. Ed allora: la testimonianza della moglie è possibile? Può testimoniare un mio parente stretto?

Testimonianza: che cos’è la capacità a testimoniare?

Secondo la nostra legge [1], non possono testimoniare le persone che hanno un interesse nella vertenza, tale da poter giustificare e legittimare la loro partecipazione al giudizio in corso. In termini più poveri, se il testimone ha, a sua volta, diritto a fare causa alla controparte, non può testimoniare. Ad esempio, la vittima di un incidente stradale non può fare da testimone nella causa avanzata contro il responsabile, da un altro danneggiato. Addirittura, questa possibilità è esclusa persino se la vittima/testimone ha rinunciato espressamente ad esercitare questo diritto oppure se quest’ultimo si è prescritto [2]. Pertanto, se testimonia un soggetto incapace, la testimonianza sarà nulla e non potrà essere presa in considerazione per valutare l’esito, positivo o negativo, del procedimento in corso. In termini tecnici, si tratta di un’ipotesi di nullità relativa, essendo facoltà della controparte, per mezzo del suo avvocato, quella di eccepire immediatamente la detta nullità.

Testimonianza figlio: è possibile?

Nel caso descritto, la testimonianza è pienamente ammissibile. Infatti non è detto che, in quanto figlio del danneggiato, abbia ha un interesse a partecipare al giudizio di risarcimento avanzato dal proprio genitore. A questo proposito è bene precisare che questo limite non esiste neanche per gli altri parenti stretti. Fratelli, sorelle, genitori o affini (ad esempio un cognato) sono ammessi alla testimonianza, anche se legati da un rapporto di parentela con chi fa causa. Per la verità, molti anni orsono, esisteva questo limite, prevedendo la legge l’incapacità a testimoniare del coniuge, dei parenti e degli affini in linea retta, ecc, tuttavia questa preclusione è stata superata da un’importante quanto storica decisione della Corte Costituzionale [3], che ha dichiarato illegittima questa legge.

Testimonianza moglie: può farlo?

Abbiamo visto che il rapporto parentale non preclude al coniuge la possibilità di testimoniare validamente, ma fate attenzione al regime patrimoniale tra il marito e la moglie. Se, infatti, con il regime di separazione dei beni, non ci sarà alcun problema a farla testimoniare, viceversa è importante sapere che l’eventuale regime di comunione dei beni tra i due potrebbe incidere negativamente su questa circostanza. Se in questo caso, la Cassazione non ritiene automaticamente illegittima ed invalida la testimonianza del coniuge in comunione, è anche vero che frequentemente questo limite viene riconosciuto [4]. In particolare la Suprema Corte [5] precisa che è incapace a testimoniare il coniuge in comunione dei beni nelle cause avanzate dall’altro, per l’attribuzione di un bene destinato a incrementare il patrimonio comune. Per questa ragione, invocare la testimonianza della propria moglie in comunione dei beni, potrebbe rivelarsi un rischio. Per questa ragione, se avete un altro testimone da citare è sempre preferibile.

Testimonianza moglie: è attendibile?

Il problema della capacità a testimoniare, non deve confondersi con quello dell’attendibilità. Se da un lato un parente stretto (coniuge, figlio, cognato, ecc) non è incapace a testimoniare e la sua deposizione sarà sicuramente valida, dall’altro, proprio in ragione del legame di parentela, potrebbe essere giudicata dal magistrato come non attendibile. È chiaro che l’inattendibilità non deve essere scontata ed individuata dal giudice sol perché ha testimoniato favorevolmente un parente del danneggiato, tuttavia non si può negare che, unitamente alla natura ed alle caratteristiche delle dichiarazioni rese, il magistrato potrebbe essere condizionato e valutare negativamente la testimonianza. Per questa ragione, un testimone del tutto imparziale e non imparentato col danneggiato potrebbe risultare preferibile sotto tutti i punti di vista.


note

[1] Art. 246 cod. proc. civ.

[2] Cass. civ. sent. n. 16541/2012.

[3] Cort. Cost. sent. n. 248/1974.

[4] Gdp di Napoli sent. n. 40865/2014.

[5] Cass. civ. sent. n. 9304/2015.


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