Pensione cumulo professionisti: pagamento a breve


In arrivo la liquidazione delle pensioni dei professionisti in regime di cumulo dei contributi.
Finalmente a breve il pagamento della pensione dei professionisti in cumulo: è stata difatti siglata tra Inps e Adepp (l’associazione delle gestioni previdenziali dei liberi professionisti) una convenzione che disciplina il riconoscimento delle pensioni in totalizzazione e cumulo gratuito, per i professionisti che possiedono contributi accreditati sia presso le casse private che presso le gestioni Inps.
Nelle prossime settimane, le 18 casse dei liberi professionisti dovranno formalizzare l’adesione alla convenzione, mentre l’Inps, nel frattempo, provvederà a rendere operativa la piattaforma informatica per la raccolta delle domande e l’erogazione delle pensioni in regime di cumulo.
Pagamento a breve, dunque, per la pensione in cumulo dei professionisti, attesa da oltre un anno: nonostante il via libera al cumulo dei contributi sia arrivato non solo dall’Inps [1], ma dalla maggior parte delle casse dei liberi professionisti (Inarcassa, Enpam, Cipag, CNPR, Cassa Forense…), con apposite circolari [2], senza l’operatività della convenzione Inps Adepp le pensioni non possono essere liquidate.
Ma facciamo un passo indietro e vediamo come funziona il cumulo dei contributi per gli iscritti alle casse professionali, in base alle previsioni della legge ed alle specifiche indicazioni delle circolari e delle delibere.
Indice
Come funziona la pensione in cumulo dei professionisti
Il cumulo consiste nella possibilità di sommare, gratuitamente, i contributi accreditati presso casse diverse, comprese quelle professionali, ai fini del diritto alla pensione; ai fini della misura della pensione ciascuna cassa calcola la propria quota con le proprie regole.
Con il cumulo è possibile ottenere:
- la pensione di vecchiaia con un minimo di 66 anni e 7 mesi di età e 20 anni di contributi (per la quota di pensione di vecchiaia in cumulo maturata in una cassa professionale si considerano invece i requisiti, generalmente più severi, previsti dalla cassa stessa; le due quote di pensione, quindi, possono essere liquidate in momenti diversi);
- la pensione anticipata con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, 41 anni e 10 mesi per le donne;
- la pensione d’inabilità e ai superstiti.
Come si calcola la pensione in cumulo dei professionisti
Con il cumulo, a differenza della totalizzazione (un istituto che consente, ugualmente, di sommare i contributi presenti in diverse gestioni), non opera nella generalità dei casi il ricalcolo contributivo della prestazione, normalmente penalizzante. Tuttavia, molte casse hanno previsto il ricalcolo contributivo nel caso in cui non siano soddisfatti particolari requisiti: la CNPR (cassa Ragionieri), ad esempio, prevede il calcolo integralmente contributivo nel caso in cui il professionista ottenga la pensione anticipata; la cassa Forense, per non operare il ricalcolo contributivo, chiede un minimo di 33 anni di contributi nel biennio 2017-2018, di almeno 34 anni di contributi nel biennio 2019-2020 e di almeno 35 anni di contributi dal 2021.
Pagamento della pensione di vecchiaia in cumulo dei professionisti
Considerando che i requisiti previsti per la pensione di vecchiaia in cumulo cambiano a seconda della gestione previdenziale, l’Inps ha chiarito che la quota di competenza di ciascuna gestione viene liquidata una volta perfezionati i requisiti di età previsti dalla cassa stessa, fermo restando che i requisiti contributivi si considerano maturati contando i contributi posseduti in tutti i fondi e le gestioni.
Se, ad esempio, un professionista ha almeno 20 anni di contributi, e compie 66 anni e 7 mesi nel 2018, ma la cassa di appartenenza richiede 68 anni per la pensione di vecchiaia, l’Inps liquida da subito la propria quota, mentre la cassa liquiderà la propria quota di competenza solo al compimento del requisito d’età.
Pagamento della pensione anticipata in cumulo dei professionisti
La pensione anticipata in cumulo può essere liquidata se si raggiungono complessivamente, tra tutte le casse, almeno 42 anni e 10 mesi di contributi (41 anni e 10 mesi per le donne), a prescindere dal possesso di un’età minima. La possibilità di ottenere la pensione con un numero di contributi più basso, rispetto a quello utile per ottenere un autonomo trattamento, ha creato notevoli problemi di sostenibilità a quasi tutte le gestioni previdenziali dei liberi professionisti: sono quindi state adottate delle delibere apposite, che come abbiamo visto prevedono il ricalcolo contributivo della quota di pensione anticipata in cumulo maturata presso la cassa, per rendere la liquidazione meno onerosa.
Domanda pensione in cumulo per i professionisti
Come precisato dall’Inps, i professionisti che intendono esercitare la facoltà di cumulo devono presentare la domanda di pensione all’ente previdenziale in cui risultano accreditati più recentemente i contributi a favore del lavoratore. Nel caso in cui il professionista risulti da ultimo iscritto a più gestioni, può scegliere la cassa a cui inoltrare la domanda.
Se risultano perfezionati i requisiti per la pensione di vecchiaia ordinaria e non quelli previsti dall’ordinamento della cassa professionale, il professionista deve presentare la domanda di pensione all’Inps, che la inoltrerà alla cassa di ultima iscrizione per la relativa istruttoria.
Per verificare la sussistenza del diritto alla pensione, la cassa che si occupa dell’istruttoria acquisisce dalle altre casse interessate dal cumulo i dati utili (contributi, anzianità d’iscrizione, etc.); accertato il diritto alla pensione, acquisisce le quote di prestazione di competenza delle casse coinvolte nel cumulo.
Maggiori precisazioni e istruzioni più chiare saranno sicuramente rese note una volta che la convenzione tra l’Inps e le casse professionali diventerà operativa.
note
[1] Inps Circ. n. 140/2017.
[2] Vedi, ad esempio, Cassa Forense, Circ. n. 2/2017 o CNPR, Circ. del 12/01/2018.