Le prove e le presunzioni assolute o relative: la funzione della presunzione e l’inversione dell’onere della prova in una causa.
Secondo un detto popolare, tre indizi fanno una prova. Si tratta di una massima che ha un fondo di verità anche per il diritto. Difatti, come vedremo a breve, se è vero che un indizio non è una prova, è anche vero che in presenza di più indizi, tra loro concordanti, si può raggiungere una prova. Si tratta di regole molto importanti perché è solo dimostrando l’esistenza del diritto preteso che si può ottenere tutela da un giudice. Seppur si è convinti di avere ragione, quando non si è in grado di provare ciò che si dice si perde la causa. Ecco perché, in questo articolo, ci soffermeremo a spiegare che valore legale ha un indizio e, soprattutto, quando può essere preso dal giudice a fondamento della propria decisione.
Indice
Gli indizi: cosa sono?
Sappiamo che un processo si può vincere solo se riusciamo a fornire le prove in nostro favore. Ecco perché, in un precedente articolo, abbiamo spiegato quali sono le prove nel processo civile e come funziona il processo civile. Le prove sono solo quelle elefante dal codice di procedura: sono prove, ad esempio, i testimoni e i documenti (le scritture private e gli atti notarili). Anche una confessione o un’ammissione di colpa – per quanto più improbabile – è una prova, anzi la prova “per eccellenza”.
Gli indizi invece sono invece delle prove attenuate, più labili, che possono essere presi in considerazione solo se gravi, precisi e concordanti tra loro.
Difficilmente troverai una legge che parla di «indizi». Il termine tecnico usato dal codice è presunzione. La presunzione è un meccanismo logico che consente di risalire, da una fatto noto, a uno ignoto. Se vogliamo usare una metafora, non si tratta di una linea retta, ma triangolare. Ad esempio, dimostrando la lunghezza delle frenate lasciate dalle ruote dell’auto è possibile stabilire la velocità a cui questa andava e comprendere se fosse o meno in eccesso di velocità. Si fa ricorso alle presunzioni quando mancano le prove.
Gli indizi, dunque, pur non essendo prove, possono fornire un elemento di convincimento al giudice. Esistono però diversi tipi di presunzione. Li analizzeremo qui di seguito.
Cos’è una presunzione?
Abbiamo appena detto che gli indizi sono chiamati dalla legge con il termine presunzioni in quanto consentono di “presumere” qualcosa di non dimostrato. Per questo le presunzioni sono anche chiamate prove indirette. Le presunzioni sono congetture, supposizioni, deduzioni logiche che consentono di colmare il vuoto di una prova attraverso un procedimento logico. Come stabilisce il codice civile [1], le presunzioni sono le conseguenze (o conclusioni) che la legge o il giudice trae da un fatto noto e accertato per risalire a un fatto ignorato.
Nel caso di un incidente stradale, la polizia che non ha assistito allo scontro, prende le misure delle distanze dei mezzi, delle tracce di frenata lasciate sull’asfalto e della loro lunghezza: in questo modo il giudice potrà risalire a un tatto ignoto (velocità alla quale viaggiavano le auto) attraverso un fatto noto (i rilievi della polizia).
Le presunzioni possono essere di due tipi: presunzione semplice e presunzione legale.
Presunzione semplice
La presunzione semplice: è quella operata dal giudice nel corso del giudizio sulla base del suo prudente apprezzamento dei fatti. Affinché il giudice se ne possa valere, tali presunzioni devono essere gravi, precise e concordanti tra loro (questo significa che devono essere più di una);
Presunzione legale
La presunzione legale: si ha nei casi in cui è la stessa legge ad attribuire a un determinato fatto noto il valore di prova rispetto a un fatto ignoto. Per esempio se una macchina tampona l’auto che le sta davanti, la legge presume che quella di dietro non rispettasse le distanze di sicurezza. Quindi esonera il tamponato dall’onere di dover dimostrare di aver ragione, addossando la prova contraria sulla controparte. Dunque la presunzione legale determina un’inversione dell’onere della prova.
La presunzione legale può essere di due tipi:
- presunzione relativa: consente la prova contraria. L’esempio sopra riportato configura un’ipotesi di presunzione relativa poiché può essere vinta con la dimostrazione, ad esempio, che l’auto davanti aveva gli stop non funzionanti. È una presunzione relativa anche il certificato di proprietà di un’auto dal quale si presume che colui che risulta titolare dell’autoveicolo sia effettivamente tale; tuttavia, si può dimostrare anche il contrario con documenti recanti data certa dai quali risulti una diversa situazione di proprietà dell’auto. È anche una presunzione relativa il fatto che, dietro un bonifico sul conto, si nasconda un compenso per un’attività remunerata, salvo che si dimostri che lo stesso viene fatto ad altro titolo (ad esempio una donazione);
- presunzione assoluta: non ammette la prova contraria. Per esempio, chi vuole aprire pozzi, cisterne, fosse di concimi e simili deve osservare la distanza di almeno 2 metri dal confine. Questa norma si fonda su una presunzione assoluta di dannosità delle infiltrazioni che non può essere superata con la prova contraria.
note
[1] Art. 2727 cod. civ.