Pensione: cosa succede se non si lavora per un periodo?
> Business Pubblicato il 24 Maggio 2017
Vengono corrisposti i cosiddetti “contributi figurativi”. Ma come funzionano in dettaglio?
Può capitare, durante la carriera lavorativa, di avere dei buchi contributivi perché non si lavora. E cosa accade, in questo casi, al calcolo della pensione? Scopriamolo insieme.
Cosa sono i contributi figurativi
Si tratta di contributi fittizi che vengono corrisposti quando il lavoratore non lavora e, di conseguenza, non acquisisce nessun reale versamento all’Inps, né da parte del lavoratore né da parte del datore di lavoro. Per approfondire, vi consigliamo di leggere la nostra guida sui contributi figurativi.
Quando è possibile usufruire dei contributi figurativi?
I casi più ricorrenti di scoperti contributivi sono i seguenti:
- malattia
- maternità
- disoccupazione
- cassa integrazione
- invalidità
- servizio di leva
Occorre però fare attenzione perché non sempre i contributi figurativi servono nel calcolo degli anni contributi utili alla pensione. Questi vanno bene per raggiungere la pensione di vecchiaia, invalidità, inabilità, reversibilità, ma non per la pensione anticipata. In questo ultimo caso, infatti, ci sono dei limiti.
Bisogna evidenziare anche il fatto che ogni cassa previdenziale diversa dall’Inps ha un proprio regolamento e quindi regole differenti per il riconoscimento dei periodi coperti da contribuzione figurativa. Ad esempio, ai commercianti e gli artigiani i contributi figurativi non sono riconosciuti per i periodi di disoccupazione.
Il problema dei buchi, in assenza di contributi figurativi, si può risolvere ricorrendo alla contribuzione volontaria.
Altre info su cosa sono i contributi volontari nel nostro approfondimento.
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Autore immagine: Google Immagini