Come annullare le cartelle esattoriali ereditate


Cartella esattoriale subito dopo la morte: i chiamati all’eredità possono contestarla fino a quando non eseguono l’accettazione espressa o tacita dell’eredità. Anche la rinuncia all’eredità può essere revocata entro 10 anni.
Aumentano le possibilità di non pagare le cartelle esattoriali lasciate insolute da un parente defunto: una recente sentenza della Commissione Tributaria Regionale del Lazio [1] ha messo l’accento su una questione che, per quanto possa apparire scontata ai tecnici del diritto, sarà invece risolutiva per molti altri. I giudici hanno, in definitiva suggerito come annullare le cartelle esattoriali ereditate. Il tutto, ovviamente, in modo pienamente legale e senza violare la legge. Anzi, è la stessa legge che consente di non pagare i debiti fiscali lasciati dal defunto quando ve ne sono i presupposti. Ti consiglio quindi di leggere attentamente quanto troverai scritto qui di seguito perché solo conoscendo in anticipo i tuoi diritti potrai evitare di versare somme non dovute all’erario, magari per effetto della fretta e del timore di un pignoramento. Ma procediamo con ordine e vediamo come annullare le cartelle esattoriali ereditate.
Immagina che sia da poco morto un tuo familiare lasciando agli eredi, tra cui te, una casa, un conto corrente e soprattutto una serie di debiti con l’Agenzia Entrate Riscossione. Non tardano ad arrivano, dopo qualche mese, le prime cartelle di pagamento. Tu e gli altri parenti non avete ancora avviato le pratiche per la dichiarazione di successione (avete fino a un anno di tempo per farlo), né tantomeno avete deciso se accettare o meno l’eredità. Volete prima fare per bene i conti e valutare a quanto ammonta l’esposizione debitoria nei confronti dell’agente della riscossione. Che fai nel frattempo: sei tenuto a pagare la cartella esattoriale? La risposta è semplice: no!
Nella sua banalità, la pronuncia ha ricordato che solo gli eredi sono tenuti a pagare i debiti del de cuius; sennonché tale qualità non si acquista automaticamente con la morte del familiare, ma solo a seguito dell’accettazione dell’eredità. Prima di questo momento le cartelle esattoriali sono illegittime e possono essere impugnate.
La legge prevede infatti che, al momento del decesso di un parente, si è solo “eredi potenziali” (o, secondo la terminologia giuridica, “chiamati all’eredità”). Si diventa invece eredi effettivi solo con l’accettazione dell’eredità, che può essere espressa (con apposita dichiarazione rilasciata davanti al notaio) o tacita (con un comportamento concludente come, ad esempio, l’uso o la vendita dei beni ereditati).
Ricordiamo peraltro che si ha tempo fino a dieci anni per decidere se accettare l’eredità, rifiutarla o accettarla con beneficio di inventario. Solo chi si trova già nel possesso dei beni (ad esempio il convivente) deve fare i conti con termini più stretti; egli deve fare l’inventario entro tre mesi dal decesso e, nei 40 giorni successivi, dichiarare se intende accettare o meno l’eredità.
Dunque, se tutto ciò non è ancora avvenuto, si è ancora “chiamati all’eredità” e non eredi. Come tali non si è debitori per le obbligazioni lasciate dal parente passato a miglior vita, neanche nei confronti del fisco.
Ecco dunque come annullare le cartelle esattoriali del defunto: rimandando il più possibile il momento dell’accettazione dell’eredità. Se si ha il sospetto che, a breve, potrebbero arrivare delle richieste di pagamento da parte dell’esattore, non c’è ragione di accelerare le pratiche successorie (fatto salvo solo l’obbligo della dichiarazione di successione entro un anno). Non appena sarà notificata la cartella, la si potrà allora impugnare davanti al giudice facendo notare che la stessa è stata inviata a un soggetto che ancora non ha acquisito la qualifica di erede.
La sentenza in commento ha ricordato così che è il fisco a dover dimostrare che il contribuente ha accettato la qualità di erede (per accettazione espressa o tacita); non basta la semplice chiamata all’eredità in base ai risultati degli atti di stato civile e al certificato di famiglia. La cartella esattoriale notificata al contribuente è quindi illegittima. Se il parente non ha ancora accettato l’eredità, né possiede i suoi beni, non è tenuto a pagare. Il debito non si trasmette dal de cuius al chiamato all’eredità per effetto della sola apertura della successione.
C’è stata un’altra interessante sentenza che ha suggerito, proprio di recente, come annullare le cartelle esattoriali ereditate ed è della Commissione Tributaria Regionale di Milano [2]. Secondo i giudici lombardi l’erede potrebbe così operare:
- rinunciare da subito all’eredità (sempre che non abbia compiuto uno degli atti di accettazione tacita);
- far annullare dal giudice tutte le cartelle esattoriali ricevute dopo tale dichiarazione (esse difatti sono nulle perché indirizzate a un soggetto che ha scelto di non essere erede);
- revocare, entro 10 anni dal decesso, la rinuncia all’eredità, divenendo così erede a tutti gli effetti.
Di tanto abbiamo già parlato in Come non pagare la cartella esattoriale per debiti ereditati, articolo che conviene leggere per sapere con precisione come muoversi.
Addirittura, secondo la Cassazione [3], anche una rinuncia tardiva all’eredità, cioè effettuata quando siano già passati dieci anni dalla morte, esclude comunque che il rinunciatario possa essere chiamato a rispondere dei debiti tributari del de cuius, non potendosi in nessun caso configurare quale erede.
note
[1] Ctr Lazio, sent. n. 3224/2018.
[2] Ctr Milano, sent. n. 2129/12/17.
[3] Cass. sent. n. 8053/17.