Pensione gestione separata: come si calcola?


Come capire a quanto ammonta la pensione a partire dall’estratto conto Inps: professionisti, collaboratori, lavoratori occasionali.
Liberi professionisti senza cassa, co.co.co. e co.co.pro., lavoratori autonomi occasionali e con i voucher, ricercatori, assegnisti e dottorandi, amministratori: tutte queste categorie hanno in comune l’obbligo di iscriversi alla gestione Separata dell’Inps, per il versamento dei contributi previdenziali. Considerando la discontinuità delle carriere lavorative al giorno d’oggi, non solo dei più giovani, sono dunque davvero numerosi i lavoratori iscritti alla gestione Separata, magari soltanto per aver lavorato per un breve periodo con i voucher, o con un contratto di collaborazione. È probabile che anche tu, controllando nel tuo fascicolo previdenziale dell’Inps, scopra di avere dei contributi versati presso la gestione Separata. Ma come scoprire il valore di questi contributi? In altre parole, è possibile determinare l’importo della pensione nella gestione separata in base ai dati dell’estratto conto Inps? La risposta è positiva, e le operazioni da eseguire per determinare l’importo della pensione non sono particolarmente complesse. Vediamo subito, allora, la pensione gestione separata: come si calcola, quali sono i requisiti per ottenerla.
Indice
Come si calcola la pensione nella gestione Separata
La pensione nella gestione Separata si calcola col sistema contributivo.
Il calcolo contributivo non si basa sugli ultimi stipendi o retribuzioni percepite come il sistema retributivo, ma sui contributi effettivamente versati nel corso dell’attività lavorativa, rivalutati e trasformati in rendita da un coefficiente che aumenta all’aumentare dell’età pensionabile.
Per ricavare l’assegno di pensione a partire dai contributi, bisogna:
- rivalutare i contributi accantonati ogni anno (che appaiono nell’estratto conto della gestione Separata, non è necessario ricavarli a partire dal reddito), in base alla media mobile quinquennale della crescita della ricchezza nazionale, ovvero all’incremento del Pil nominale, che comprende anche il tasso di inflazione che si registra anno per anno;
- sommare i contributi rivalutati, ottenendo così il montante contributivo;
- moltiplicare il montante contributivo per il coefficiente di trasformazione, una cifra espressa in percentuale che varia in base all’età, ottenendo così la pensione annua;
- dividere l’importo per 13, per ottenere la pensione mensile.
In realtà, le operazioni di calcolo sono ancora più semplici, in quanto nell’estratto conto della gestione Separata appare anche il valore del montante contributivo totale rivalutato. Basta dunque applicare il coefficiente di trasformazione alla somma dei contributi rivalutati (valore che non è necessario calcolare) per conoscere la pensione annua lorda.
Come si trasformano i contributi della gestione Separata in pensione?
Ad oggi i coefficienti di trasformazione, che trasformano il montante contributivo della gestione Separata in pensione, risultano i seguenti, sino al 31 dicembre 2018:
- se ci pensiona a 57 anni il coefficiente è pari a: 4,246%
- se ci pensiona a 58 anni: 4,354%
- 59: 4,468%
- 60: 4,589%
- 61: 4,719%
- 62: 4,856%
- 63: 5,002%
- 64: 5,159%
- 65: 5,326%
- 66: 5,506%
- 67: 5,700%
- 68: 5,910%
- 69: 6,135%
- 70: 6,378%
Quando l’età, alla data del pensionamento, non corrisponde a “cifra tonda” (ad esempio, 57 anni e 6 mesi), sono aggiunte al coefficiente le relative frazioni di anno.
Dal 2019 i coefficienti di trasformazione si abbasseranno; per conoscerli: Coefficienti di trasformazione della pensione 2019.
Esempio di calcolo pensione gestione Separata
Facciamo un breve esempio pratico per comprendere meglio come si calcola la pensione nella gestione Separata. Ipotizziamo che Mario possieda 50mila euro accreditati presso la gestione Separata e abbia 67 anni. La sua pensione annua sarà pari a: 50.000 x 5,7%, cioè a 2.850 euro. La sua pensione mensile, che si ricava dividendo la pensione annuale per 13, sarà pari a 219,23 euro.
Quali sono i requisiti per la pensione nella gestione Separata?
Gli iscritti alla gestione Separata possono ottenere:
- la pensione anticipata contributiva a 63 anni e 7 mesi di età, con un minimo di 20 anni di contributi e un assegno pari almeno a 2,8 volte l’assegno sociale, cioè a 1.268,40 euro;
- la pensione anticipata ordinaria, con 42 anni e 10 mesi di contributi, se uomo, o 41 anni e 10 mesi, se donna;
- la pensione di vecchiaia ordinaria, a 66 anni e 7 mesi di età, con un minimo di 20 anni di contributi e un assegno minimo pari a 1,5 volte l’assegno sociale;
- la pensione di vecchiaia contributiva, con un minimo di 70 anni e 7 mesi di età e 5 anni di contributi;
- la pensione supplementare, con un minimo di 66 anni e 7 mesi di età (se si ha diritto alla pensione principale presso un’altra gestione).
La pensione può essere ottenuta anche in regime di cumulo, computo o totalizzazione. I requisiti aumenteranno di 5 mesi nel 2019.
Quanti contributi pagano gli iscritti alla gestione separata?
Gli iscritti alla gestione separata, per determinare i contributi dovuti, applicano aliquote diverse all’imponibile contributivo (che normalmente coincide col reddito). Vediamo quali:
- collaboratori, assegnisti e dottorandi titolari di borse di studio: 34,23%;
- amministratori, sindaci o revisori di società, associazioni e altri enti con o senza personalità giuridica: 34,23%;
- componenti di collegi e commissioni: 33,72%;
- venditori porta a porta e lavoratori autonomi occasionali con reddito oltre 5mila euro: 33,72%;
- associati in partecipazione (con contratti ancora in essere) e medici in formazione specialistica: 33,72%;
- lavoratori autonomi- liberi professionisti: 25,72%;
- lavoratori pensionati o iscritti ad altre gestioni previdenziali: 24%.
Regole particolari sono previste per chi lavora con i voucher o con il nuovo contratto di prestazione occasionale o il libretto famiglia.