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Diritto e Fisco | Editoriale

Sostituire l’avvocato: quando conviene?

1 Luglio 2018 | Autore:
Sostituire l’avvocato: quando conviene?

Le preclusioni processuali. Quando cambiare l’avvocato è possibile e quando invece è conveniente. La lettera di revoca del mandato.

Se hai in corso una causa e non sei soddisfatto del legale che ti sta difendendo, sappi che puoi sempre cambiarlo. È infatti tuo diritto sostituire l’avvocato in qualsiasi momento del processo, anche prima dell’ultima udienza. Tuttavia non è detto che questa scelta sia sempre opportuna. Più o meno bravo che sia il nuovo professionista, questi potrà fare poco se è stata superata una determinata fase del processo, fase che varia a seconda del tipo di procedura. In buona sostanza, correggere gli errori del predecessore non è sempre possibile: non perché il nuovo avvocato non sia in grado di farlo, ma perché la legge non glielo consente.

Spesso si fa con gli avvocati quello che, a volte, viene fatto con i medici, le ditte di lavori edili, i padri confessori e i giocatori di calcio: si inizia con uno, si cambia poi con un altro e si finisce con un altro ancora. A volte ciò dipende da una inconfessata diffidenza nei confronti dei professionisti; altre perché si vorrebbe sentire dal proprio consulente ciò che ci si aspetta di sentirsi dire; altre ancora perché si è ricevuto un altro consiglio che ha gettato fango sulla scelta del precedente difensore. Questo non toglie che il tuo legale possa effettivamente aver sbagliato e tu abbia davvero ragione; anzi, proprio per questo la legge ti consente di sostituirlo. Ma quando conviene sostituire l’avvocato? È questo lo scopo del presente articolo. Cercheremo di fornirti le chiavi per comprendere il funzionamento del processo civile e spiegarti come e quando il subingresso del nuovo difensore possa avere un’effettiva utilità e quando, invece, è solo uno spreco di denaro.

Le fasi del processo e la scelta dell’avvocato

Se vuoi capire come funziona un processo devi immaginare tante stanze tra loro separate da porte antincendio: una volta che ne hai aperta una e l’hai chiusa alle tue spalle, non puoi più riaprirla e tornare indietro. Le cause civili sono regolamentate dalle cosiddette “fasi processuali” che, a loro volta, vengono caratterizzate dalle cosiddette preclusioni: in una determinata fase puoi svolgere specifiche attività che non puoi più ripetere dopo. Tanto per fare un esempio: se l’avversario deposita dei documenti e tu non li contesti subito non potrai più farlo in un momento successivo, tantomeno in appello o in Cassazione. Quando il giudice ti dà un termine per depositare documenti o indicare testimoni, se ritardi anche di una sola ora l’invio delle note ti toccherà fare i conti con la preclusione e subirai la decadenza.

Questa regola è stata scritta per limitare la durata del processo ed evitare quegli atteggiamenti che, un tempo, portavano una causa a durare anni. Succedeva cioè che l’avvocato più furbo depositava, solo alla fine del procedimento, “l’asso nella manica”, la prova decisiva. Il che rimetteva in gioco di nuovo tutta l’istruttoria.

Ecco perché, quando ti dico che sostituire un avvocato ha un senso solo se non si è superata una determinata fase del processo intendo dire che, se si sono già formate le preclusioni per le questioni decisive della causa, non ha più alcun senso chiamare un nuovo difensore. Se, ad esempio, un avvocato ha dimenticato di depositare una scrittura privata o non ha fatto una domanda chiave a un proprio testimone, non sarà il suo sostituito a poter correggere l’errore.

Certo, questo non toglie che, se hai perso la fiducia nel professionista, preferirai  togliertelo di torno e non vederlo più. Ma a caro prezzo: perché dovrai pagare due parcelle. Ora, è vero che l’onorario dell’avvocato si calcola sulla base delle attività che ha posto in essere, per cui se uno viene sostituito non potrà “fatturare” le fasi processuali a cui non ha preso parte, così come il nuovo non potrà a sua volta fatturare le attività che ha svolto il collega. Ma ci sono delle voci di spesa sempre presenti come, ad esempio, lo studio della pratica, i pomeriggi di consultazione con il cliente, voci che incidono sempre. Questo significa che la somma delle due parcelle – quella del nuovo e quella del vecchio avvocato – sarà per forza superiore (a volte di molto) rispetto a quanto avresti pagato se ti fossi lasciato difendere da un solo professionista.

Detto ciò cerchiamo di capire quando conviene sostituire l’avvocato e, per farlo, dovremo distinguere a seconda del tipo di processo. Le preclusioni, infatti cambiano a seconda del tipo di “rito” (ossia di procedura) in questione.

In ogni caso, è bene che tu sappia che, prima cambi l’avvocato, meglio è, perché maggiori sono i margini di manovra del suo sostituto e le possibilità di intervenire.

Cambiare l’avvocato in un processo ordinario

Se la tua è una causa di tipo ordinario – ad esempio un risarcimento del danno da un’assicurazione, una questione di carattere condominiale o di eredità, la rivendicazione della proprietà di una casa, ecc. – sappi che, seppur l’atto di citazione o la comparsa di risposta fotografano quelle che sono le domande che fai al giudice, le tue difese e il tipo di eccezioni che sollevi, potresti tuttavia trovare utile sostituire l’avvocato anche prima della fase istruttoria, quella cioè in cui si chiedono i mezzi di prova. A tal fine devi agire non oltre la prima udienza o, comunque, entro 30 giorni dalla stessa. Dopodiché scatta, di solito, il termine per presentare le note istruttorie. Sicuramente è quella la fase più delicata della causa perché a volte dipende proprio dal tipo di prova che si porta la vittoria o meno del giudizio. Cambiare l’avvocato quando già le note istruttorie sono state depositate (il termine è di norma 60 giorni dopo la prima udienza) ha poco rilievo.

Cambiare l’avvocato nelle cause di lavoro, previdenza e affitti

Se sei stato licenziato, hai chiesto degli arretrati al datore di lavoro, sei in guerra con l’Inps o il tuo inquilino ha fatto opposizione al tuo sfratto, cambiare avvocato in corso di processo è del tutto inutile. Infatti, questo tipo di rito è caratterizzato da una preclusione iniziale molto forte: tutto ciò che non viene chiesto, eccepito o contestato all’inizio non può più esserlo in un momento successivo.

Cambiare l’avvocato dal giudice di Pace

Dal giudice di pace funziona ormai come con il rito del lavoro; per cui tutte le prove vanno chieste possibilmente all’inizio della causa. Anche qui è difficile immaginare che il nuovo difensore possa correggere gli errori del predecessore, salvo ovviamente interrogare meglio il testimone, fare un più pungente controinterrogatorio, ecc.

Cambiare l’avvocato nel ricorso d’urgenza

Se sei difeso in quello che si chiama «ricorso ex articolo 700» che è un ricorso d’urgenza, sappi che qui le cose vanno ancora peggio. Infatti tutto si dovrebbe concludere con una sola udienza, al massimo due.

Cambiare l’avvocato nelle cause di separazione e divorzio

In materia di famiglia, è molto importante l’istruzione probatoria ossia la richiesta delle prove. Qui quindi ci si può muovere entro 30 giorni dalla prima udienza: dopo tale termine, infatti, inizia a decorrere quello per depositare documenti o liste di testimoni. Siamo infatti nello stesso rito della causa ordinaria.

Cambiare avvocato dopo la mediazione

Se sei stato in mediazione e ti sei accorto già in quella fase che il tuo avvocato non è valido, sei nel momento migliore per fare dietrofront. Difatti, l’atto di citazione o la comparsa di risposta non sono stati ancora scritti e, pertanto, non si è formata alcuna preclusione. Affrettati ora quindi a fare la tua scelta. E soprattutto…

… non sbagliare anche la seconda volta!

Come cambiare l’avvocato

Veniamo ora alle modalità pratiche per cambiare l’avvocato. In verità non ci sono formule. Potresti farlo anche a voce, ma è sempre meglio inviargli una raccomandata, una Pec oppure farti firmare una lettera per conoscenza. La comunicazione non ha formule particolari. Potrai limitarti a scrivere «Egr. Avvocato, con riferimento all’incarico a Lei affidato per la mia difesa nella causa contro …, con la presente le revoco il mandato. La prego di fornirmi al più presto documenti e indicazioni per consentire la sua sostituzione e la prosecuzione della mia difesa».

L’avvocato ha l’obbligo di ridarti subito tutti i documenti che gli hai richiesto senza farti aspettare, visto che un eventuale ritardo potrebbe pregiudicare la tua difesa. In più deve fornirti una relazione sintetica sullo stato della causa e sulla data di successiva udienza. Non può subordinare il rilascio del fascicolo al pagamento della sua parcella, parcella che comunque tu devi pagare, ma che non può essere messa come controprestazione. Si tratta infatti di due obblighi che viaggiano su binari differenti.

Hai diritto a chiedergli anche una copia degli atti che ha già depositato per conto tuo.

Tieni infine conto che, fino a quando tu non avrai un nuovo avvocato, il precedente è tenuto a partecipare in udienza per non lasciarti sfornito di difesa, salvo che sia tu stesso a dispensarlo per iscritto.



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