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Pensione anticipata 2019: che cosa cambia

21 Maggio 2019 | Autore:
Pensione anticipata 2019: che cosa cambia

Pensione anticipata ordinaria, quota 100, quota 41, a 64 anni, precoci, lavori usuranti e notturni, Ape, opzione Donna: requisiti 2019.

Aumentano di 5 mesi, nel 2019, i requisiti per accedere alla generalità delle pensioni. Per quanto riguarda la pensione anticipata ordinaria, però, grazie al nuovo decreto-legge in materia di pensioni i requisiti restano gli stessi, ma con la decorrenza spostata di 3 mesi a causa del ritorno delle finestre: nel 2019, dunque, è ancora possibile uscire dal lavoro con 42 anni e 10 mesi di contributi (41 anni e 10 mesi per le donne), ma solo dopo aver atteso la decorrenza della finestra prevista; in alternativa, si può uscire con la pensione anticipata contributiva, con 64 anni di età e 20 anni di contributi o, ancora, con 41 anni di contributi (più tre mesi di finestra, anche in questo caso) se si è lavoratori precoci. La pensione anticipata, poi, può essere raggiunta anche col cumulo gratuito dei contributi accreditati in gestioni previdenziali diverse.

Sono state introdotte, inoltre, nuove agevolazioni: è stata difatti recentemente approvata la nuova pensione anticipata quota 100, con un minimo di 62 anni di età e 38 anni di contributi. La pensione anticipata quota 41, che potrà, come appena osservato, essere raggiunta con 41 anni di contributi, dovrebbe essere estesa anche ai lavoratori che non sono precoci e diventare pensione quota 41 per tutti, ma solo dal 2022. Prorogata anche l’opzione Donna, che può essere ottenuta dalle nate sino al 1960. Durante tutto il 2019, poi, risulta ancora possibile richiedere l’Ape volontario e restano invariati i requisiti per la pensione di anzianità dei lavoratori usurati e notturni; è stato prorogato, infine, l’Ape sociale.

Completa gli interventi in materia di previdenza e assistenza il nuovo reddito di cittadinanza, che diventa pensione di cittadinanza, per chi ha compiuto 67 anni. Facciamo allora il punto completo della situazione sulla pensione anticipata 2019: che cosa cambia, nuovi requisiti, quali nuove pensioni agevolate saranno introdotte e quali cancellate.

Pensione anticipata ordinaria 2019

Nel 2019 era previsto un aumento dei requisiti per la pensione anticipata. In particolare, avrebbe potuto usufruire della pensione anticipata chi nel 2019 sarà in possesso, tra tutte le gestioni previdenziali alle quali è o è stato iscritto, di un totale di contributi pari a:

  • 43 anni e 3 mesi, se uomo;
  • 42 anni e 3 mesi, se donna.

Il requisito sarebbe dovuto successivamente aumentare di 3 mesi ogni biennio, salvo il riscontro di incrementi della speranza di vita in misura differente a quelli previsti.

In base a quanto disposto dal decreto pensioni, tuttavia, i requisiti per la pensione anticipata restano uguali a quelli del 2018, ossia pari a :

  • 41 anni e 10 mesi per le donne;
  • 42 anni e 10 mesi per gli uomini.

La decorrenza è stata però spostata di 3 mesi, con l’applicazione di finestre mobili. Per chi matura i requisiti dal 1° gennaio alla data di entrata in vigore del decreto, la decorrenza è fissata il 1° aprile.

La pensione anticipata ordinaria, come la generalità dei trattamenti pensionistici, è calcolata col sistema:

  • retributivo sino al 31 dicembre 2011, poi contributivo, per chi possiede almeno 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995;
  • retributivo sino al 31 dicembre 1995, poi contributivo, per chi possiede meno di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995;
  • interamente contributivo, per chi non possiede contributi al 31 dicembre 1995.

Non sono applicate penalizzazioni.

Pensione anticipata quota 100

La pensione anticipata quota 100, partita da aprile 2019, prevede la possibilità di uscire dal lavoro quando la quota, cioè la somma di età e contribuzione posseduta, è pari a 100. Non tutti coloro la cui quota è pari a 100, comunque, potranno pensionarsi con la quota 100, ma potrà ottenere il trattamento solo chi possiede un requisito di età minimo pari a 62 anni, ed un requisito contributivo pari a 38 anni.

La quota 100 ed il requisito contributivo minimo possono essere ottenuti anche attraverso il cumulo dei contributi, cioè sommando i versamenti effettuati in casse diverse.

Anche per l’uscita con la quota 100 sono previste le finestre mobili, pari a 3 mesi per la generalità dei lavoratori ed a 6 mesi per i dipendenti pubblici. Per i dipendenti del comparto scuola si applica la finestra unica annuale.

Come si calcola la quota 100?

In base a quanto emerge dal decreto pensioni, la quota 100 sarà calcolata come qualsiasi altro trattamento previdenziale, senza penalizzazioni e senza il ricalcolo misto  o il ricalcolo integralmente contributivo.

Il calcolo della pensione sarà dunque:

  • retributivo sino al 31 dicembre 2011, poi contributivo, per chi possiede oltre 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995;
  • retributivo sino al 31 dicembre 1995, poi contributivo, per chi possiede meno di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995;
  • integralmente contributivo per chi non possiede contributi al 31 dicembre 1995.

Per saperne di più: Quota 100 senza penalità

Pensione anticipata lavoratori precoci 2019

I lavoratori precoci, cioè coloro che possiedono almeno 12 mesi di contributi versati prima del 19° anno di età, possono ottenere la pensione anticipata con 41 anni di contributi, se appartengono a una delle categorie salvaguardate: disoccupati, invalidi in misura almeno pari al 74%, caregiver (coloro che assistono, da almeno 6 mesi, un familiare entro il 2° grado convivente, con handicap grave) e addetti ai lavori gravosi.

Per ciascuna di queste categorie sono previsti dei requisiti specifici, al fine di ottenere la pensione anticipata precoci. Per chi perfeziona i requisiti richiesti entro il 31 dicembre 2019, c’è tempo sino al 1° marzo 2019 per inviare la domanda, anche se potranno essere prese in considerazione domande tardive sino al 30 novembre 2019. Per chi perfeziona i requisiti richiesti entro il 31 dicembre 2020, ci sarà tempo sino al 1° marzo 2020 per inviare la domanda, e resterà aperta la valutazione delle domande tardive sino al 30 novembre 2020, e così via, di anno in anno, in quanto il beneficio è strutturale.

Pensione anticipata quota 41 

La possibilità di ottenere la pensione con 41 anni di contributi, in base alle attuali proposte, dovrebbe essere estesa alla generalità dei lavoratori, ma soltanto tra qualche anno. Non sono previsti limiti di età per l’accesso alla pensione quota 41: l’intervento dovrebbe essere attuato nel 2022.

Pensione anticipata a 64 anni

Chi ha diritto al calcolo interamente contributivo della pensione può ottenere, nel 2019, la pensione anticipata a 64 anni di età. Si tratta della cosiddetta pensione anticipata contributiva, che potrà essere ottenuta, nel 2019, con i seguenti requisiti:

  • almeno 64 annidi età;
  • almeno 20 anni di contributi;
  • un assegno di pensione pari almeno a 2,8 volte l’assegno sociale, cioè pari a 1268,40 euro mensili (valore valido per l’anno 2018; non è ancora possibile sapere se nel 2019 l’assegno sociale, attualmente pari a 453 euro, sarà incrementato).

Ricordiamo che i lavoratori che hanno diritto al calcolo integralmente contributivo della pensione e che possono richiedere la pensione anticipata contributiva sono coloro che:

Proroga opzione Donna

Il decreto pensioni ha anche prorogato l’opzione donna, una speciale pensione agevolata dedicata alle sole lavoratrici, che possono anticipare notevolmente l’uscita dal lavoro in cambio del ricalcolo contributivo della prestazione.

A seguito dell’intervento, per potersi pensionare con opzione Donna devono essere rispettati precisi requisiti:

  • per le lavoratrici dipendenti, è necessario aver raggiunto 58 anni di età e 35 anni di contributi al 31 dicembre 2018; dalla data di maturazione dell’ultimo requisito alla liquidazione della pensione è prevista l’attesa di un periodo, detto finestra, pari a 12 mesi;
  • per le lavoratrici autonome, è necessario aver raggiunto 59 anni di età e 35 anni di contributi al 31 dicembre 2018; dalla data di maturazione dell’ultimo requisito alla liquidazione della pensione è prevista l’attesa di un periodo di finestra pari a 18 mesi.

In pratica, possono ottenere la pensione le dipendenti che hanno compiuto 58 anni e le autonome che hanno compiuto 59 anni entro il 31 dicembre 2018, se possiedono 35 anni di contributi entro la stessa data.

Ape volontario 2019

Nel 2019 può ancora essere richiesto, inoltre, l’Ape volontario, ossia l’anticipo pensionistico che consente l’uscita dal lavoro con 3 anni e 7 mesi di anticipo rispetto alla maturazione dei requisiti per la pensione di vecchiaia.

L’Ape volontario è ottenuto grazie a un prestito bancario, il cosiddetto prestito pensionistico, un finanziamento che deve essere restituito in 20 anni, una volta perfezionati i requisiti per la pensione.

Il trattamento è esentasse: ciò significa che l’assegno ricevuto mensilmente a titolo di Ape non ha trattenute tributarie, non essendo gravato dalle imposte.

L’Ape volontario, al contrario dell’Ape sociale, cioè all’anticipo a carico dello Stato, non è uguale alla futura pensione (con il tetto massimo di 1500 euro), ma può arrivare:

  • al 75% dell’importo mensile del trattamento pensionistico, se la durata di erogazione dell’Ape è superiore a 36 mesi;
  • all’80% dell’importo mensile del trattamento pensionistico, se la durata di erogazione dell’Ape è superiore a 24 e pari o inferiore a 36 mesi;
  • all’85% dell’importo mensile del trattamento pensionistico, se la durata di erogazione dell’Ape è compresa tra 12 e 24 mesi;
  • al 90% dell’importo mensile del trattamento pensionistico, se la durata di erogazione dell’APE è inferiore a 12 mesi.

L’Ape volontario determina un taglio della futura pensione: la penalizzazione non è soltanto dovuta ai costi di restituzione di prestito pensionistico, ma anche all’assicurazione obbligatoria per il rischio di premorienza e al contributo per il fondo di garanzia.

Proroga Ape sociale

Nel 2019 è stato anche prorogato l’Ape sociale, cioè l’anticipo pensionistico a carico dello Stato, che potrà essere richiesto da chi matura i requisiti sino al 31 dicembre 2019. Per sapere quali sono i requisiti necessari per accedere all’agevolazione: Ape sociale, i requisiti.

Pensione per gli addetti ai lavori usuranti e notturni

Restano infine invariati, nel 2019, i requisiti per accedere alla pensione agevolata a favore degli addetti a mansioni usuranti e turni notturni. Questa pensione di anzianità, lo ricordiamo, si può raggiungere con un minimo di 35 anni di contributi e di 61 anni e 7 mesi di età.

Nel dettaglio, per ottenere la pensione di anzianità, è necessario che il lavoratore maturi i seguenti requisiti, validi sino al 31 dicembre 2026 (non si applicano gli adeguamenti alla speranza di vita):

  • quota pari a 97,6, con:
    • almeno 61 anni e 7 mesi d’età;
    • almeno 35 anni di contributi.

Dalla maturazione dei requisiti alla liquidazione della pensione non è più necessario attendere la cosiddetta finestra, pari a 12 mesi per i dipendenti e a 18 mesi per gli autonomi, perché è stata abolita dalla Legge di bilancio 2017.

Se l’interessato possiede anche contributi da lavoro autonomo, i requisiti sono aumentati di un anno.

Hanno diritto alla pensione d’anzianità anche i lavoratori adibiti a turni notturni, ma le quote sono differenti a seconda del numero di notti lavorate nell’anno.

Per saperne di più: Pensione addetti ai lavori usuranti ed ai turni notturni.

Pensione di cittadinanza

Il 2019 vedrà anche l’operatività del reddito di cittadinanza, un sussidio a favore di tutti coloro che si trovano sotto la soglia di povertà. L’intervento è rivolto a due fasce di beneficiari: gli over 67 hanno diritto alla pensione di cittadinanza , che di fatto potrà comportare l’aumento della pensione sino a 780 euro al mese, per chi possiede i requisiti di reddito e patrimoniali richiesti.

La pensione di cittadinanza, che sarà erogata tramite una carta acquisti, costituirà un’integrazione aggiuntiva della pensione, oltre all’integrazione al trattamento minimo, che dal 2019 ammonta a 513,01 euro al mese, ed alle maggiorazioni sulla pensione, come la maggiorazione sociale e l’incremento al milione: considerando che dal 2019 la pensione minima, comprensiva di integrazione al trattamento minimo, maggiorazione sociale e incremento al milione, può arrivare a circa 650 euro mensili, la differenza con la pensione di cittadinanza non è enorme, ma significativa.

Bisogna comunque considerare che la pensione di cittadinanza aumenta dello 0,4 per ogni componente del nucleo familiare adulto, e dello 0,2 per ogni componente minorenne, e può arrivare, teoricamente, sino a 1638 euro al mese.

Per approfondire: Pensione di cittadinanza 2019.



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5 Commenti

  1. Salve, tra le tante tipologie di trattamenti pensionistici, non si parla mai dei trattamenti di fine rapporto o fine servizio, della disparità di chi dopo aver maturato una contribuzione di anni 43 e 4 mesi (lavoro iniziato da precoce), chiedo di usufruire del cumulo gratuito e per avere la famosa liquidazione, devo attendere nel mio caso più di 5 anni per il raggiungimento dell”età pensionabile.

  2. salve sono infermiere assunto il 28 marzo 1979 a tutt’oggi faccio ancora i turni e + di 80 notti l’anno ho inviato tramite ‘patronato la matricola di 12 mesi di militare ho + di 62 anni 63 ad aprile prossimo posso fare domanda di pensione anticipata grazie

  3. Vorrei chiedere se anche per i dipendenti della pubblica istruzione, con prossima pensione d’anzianita il 01 settembre 2019, vale il differimento di Tre mesi del primo rateo pensionistico ?
    Grazie della eventuale risposta.

  4. Cosa succede ai dipendenti della banche che, a seguito di un accordo di esodo sottoscritto ad ottobre 2017 tra azienda e sindacati, hanno rescisso consensualmente il rapporto di lavoro il 31 dicembre con accesso al fondo di solidarietà di settore dal 1/1/2019?
    I Nuovi requisiti per la pensione anticipata sono quelli previsti dal decreto quota 100 o rimango validi quelli in essere alla data di sottoscrizione dell’accordo azienda/sindacati (L. Fornero) ?

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