La prelazione è il diritto ad essere preferiti rispetto ad altri soggetti in relazione ad una determinata situazione giuridica. Vediamo come funziona.
Nella stipula di contratti di compravendita o di locazione, ma in generale nel contrarre negozi giuridici, le parti sono libere di entrare in trattativa con chiunque desiderino, di decidere il contenuto contrattuale sulla base delle rispettive necessità ed esigenze, personali – professionali – economiche, e procedere di conseguenza con la stipula scegliendo in autonomia il proprio interlocutore contrattuale. Questo criterio generale, che costituisce peraltro anche uno dei principi fondanti del sistema contrattualistico nel nostro ordinamento giuridico, in quanto inerente la libertà contrattuale dei contraenti, subisce tuttavia a volte delle deroghe, previste per legge o lasciate decidere all’indipendenza negoziale stessa delle parti. È il caso, ad esempio, del diritto di prelazione, alla luce del quale non si è completamente liberi nella scelta della controparte contrattuale. Vediamo quindi assieme cos’è una prelazione, cosa significa e quali sono le tipologie di prelazione nel nostro sistema legale.
Indice
Diritto di prelazione: cosa significa
Quando si parla di prelazione ci si riferisce ad un diritto, che in determinate situazioni viene riconosciuto per legge o deciso dalle parti, ad essere considerati prima degli altri per la conclusione di un negozio giuridico, in relazione al quale si viene quindi preferiti ad altri eventuali (e potenziali) contraenti.
A prescindere dalla stretta terminologia giuridica, in definitiva, il diritto di prelazione non è altro se non un diritto a preferire un determinato soggetto – o a essere preferito ad altri, a parità di condizioni – in relazione ad una particolare situazione giuridica. Ecco quindi che il soggetto che si trova a dover vendere un immobile, per fare un esempio su tutti, o a contrarre uno specifico negozio giuridico (approfondiremo poi in seguito i casi di prelazione, legale e volontaria) non può scegliere liberamente l’acquirente fin da subito, dovendo preliminarmente mettersi in contatto con chi ha diritto di prelazione. Occorre però tenere ben distinti due concetti fondamentali, e non confondere il diritto di prelazione con l’obbligo di stipulare un contratto, vendere un bene, e via dicendo.
Diritto di prelazione: obbligo di contrarre
L’esistenza o meno di un diritto di prelazione in capo ad un soggetto terzo non deve essere confusa con l’obbligo di stipulare un contratto in generale, sorto in capo al venditore (per rimanere nell’esempio citato qui sopra). Il soggetto concedente, infatti, non è obbligato, né da una norma di legge né tantomeno da un clausola di natura contrattuale – privatistica, a contrare un determinato negozio giuridico (sempre nel caso dell’esempio già fatto, a vendere un bene immobile), ben potendo decidere di non procedere al riguardo. La libertà e l’autonomia contrattuale, infatti, sotto il profilo del “se” contrarre o non contrarre, non sono intaccate dal diritto di prelazione.Tuttavia, nel caso in cui invece decidesse di optare per stipulare un contratto, allora in quel caso il cedente dovrà necessariamente rivolgersi, in prima battuta, a chi gode del diritto di prelazione: soltanto in un secondo momento, qualora il contratto non dovesse andare in porto, sarà possibile cercare altri contraenti.
Prelazione: tipologie
All’interno della categoria del diritto di prelazione esistono differenti tipologie, che variano a seconda della fonte che ha fatto nascere l’obbligo di preferire un soggetto rispetto ad altri, sempre naturalmente a parità di condizioni.
Le ipotesi previste nel nostro sistema giuridico per quanto riguarda la prelazione possono essere di due tipi, a seconda del fatto che siano prevista specificamente per legge o che la scelta venga lasciata al libero accordo e convincimento delle parti. Nel primo caso, quindi quando la prelazione è disposta da una norma di legge, si parla di prelazione legale; nel caso invece in cui la preferenza per un soggetto rispetto ad altri eventuali sia decisa di comune accordo fra le stesse parti interessate, si parla di patto di prelazione. Analizziamo come funzionano queste due prelazioni separatamente.
Prelazione legale
Le ipotesi di prelazione legale, come si intuisce dallo stesso nome, sono quelle espressamente previste dal nostro ordinamento in disposizioni di legge, contenute sia nel codice civile che nella legislazione speciale. Tra le prelazioni legali maggiormente conosciute e diffuse, rientrano la prelazione ereditaria (del coerede), la prelazione del componente dell’impresa familiare in caso di divisione ereditaria o trasferimento dell’azienda, la prelazione agraria, la prelazione urbana.
Patto di prelazione: prelazione volontaria
Il patto di prelazione coincide con quella che viene chiamata prelazione volontaria, ovvero lasciata nella disponibilità decisionale delle parti. Nella prelazione volontaria, pertanto, il patto di prelazione viene incluso nel contratto stipulato fra le parti, che si impegnano a preferire uno dei due contraenti coinvolti nel contratto originario. In caso di violazione del patto di prelazione, dal momento che lo stesso ha soltanto efficacia obbligatoria fra le parti non verrà ad ogni modo intaccata la validità del contratto eventualmente e nel frattempo stipulato con un soggetto terzo, ferma restando la possibilità per il prelazionario di poter agire contro il cedente per ottenere il risarcimento del danno.
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