Il roaming in UE sembra avere le ore contate, domani termina l’epoca dei costi aggiuntivi per chiamate, sms e internet. Con qualche eccezione.
Dopo anni di tentennamenti e posticipazioni, si avvicina la data a partire dalla quale gli smartphone si potranno usare negli spostamenti nell’Unione pagando lo stesso prezzo sostenuto in base al contratto nel proprio paese: il roaming (Roaming: presto l’addio. Ma non proprio…) per chi viaggia nei Paesi dell’Unione Europea sparisce. Infatti dal 15 giugno non ci saranno più sovrapprezzi quando lasceremo l’Italia per uno degli altri 26 Paesi dell’Europa Unita, più altre nazioni. La data scelta non è casuale: precede l’estate ed evita già da adesso costi aggiuntivi. Ma la fine del roaming fa parte di una strategia più ampia: quella del digital single market, che ha come obiettivo l’abbattimento delle barriere alla libera circolazione delle informazioni online: nei prossimi 6 mesi sparirà anche il geoblocking che impedisce di guardare o ascoltare contenuti in streaming come su Netflix o Spotify quando ci troviamo in un altro Paese UE o di fare acquisti online.
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Limiti al traffico
Per quanto riguarda il roaming ci sono però alcuni aspetti da tenere in considerazione:
- gli operatori continuano a differenziarsi con tariffe roaming che includono traffico roaming fuori dall’Unione europea (per esempio in Paesi “europei” ma extra comunitari come la Svizzera).
- la gestione delle eccezioni al taglio dei costi roaming dove si applicheranno dei limiti solo se noteranno abusi o usi anomali (eccessivi) da parte dell’utente e nel caso, faranno scattare un sovrapprezzo ma avviseranno l’utente non appena rileveranno questa circostanza.
Infatti le norme prevedono l’assenza di restrizioni sui volumi per le chiamate vocali e gli sms, ma il mantenimento di regole e limiti per l’uso dei dati a tariffa nazionale a seconda del tipo di contratto sottoscritto. Ciò vuol dire che oltre un volume “ragionevolmente elevato” di roaming dati a tariffa nazionale, potrebbe essere applicato un sovrapprezzo.
In quali aesi si paga ancora il roaming?
L’abolizione del roaming vale per tutti i 28 paesi dell’Ue, più Norvegia, Lichtenstein e Islanda. È compreso quindi nell’abolizione dei costi di roaming anche il Regno Unito fino a Brexit avvenuta.
Ecco l’elenco completo dei Paesi: Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, compresi gli operatori di Guadalupa, Guyana francese, Martinica e Réunion, Germania, Grecia, Irlanda, Islanda, Italia, Lettonia, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, Malta, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, comprese le Isole Azzorre e Madera, Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord e Gibilterra compresa, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, comprese le Isole Canarie, Svezia, Ungheria
Addio al roaming: ma solo per permanenza temporanea
Dunque si potrà usufruire del roaming a tariffa nazionale durante qualsiasi permanenza in uno Stato membro della Ue, diverso da quello in cui si vive, purché sia temporanea. Chi si trasferisce stabilmente in un altro Paese europeo non potrà più beneficiare delle offerte di roaming a tariffa nazionale del paese di provenienza. La regola generale è che la stessa tariffa vale per chi trascorre più tempo nel proprio paese che in un altro nell’Unione Europea.
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Autore immagine:Pixabay.com