Imu: pago se il mio domicilio non è più nella casa principale?


Imu, residenza e domicilio: spetta l’esonero dalla tassa sulla casa se ho la residenza in una casa di mia proprietà ma il mio domicilio è in un appartamento non mio?
Hai una casa di proprietà in cui hai fissato la tua residenza. Da qualche anno, però, sei andata a vivere in un’altra città per questioni di lavoro e lì hai preso una casa in affitto dove vivi insieme al tuo compagno. Ai fini anagrafici, però, non hai mai cambiato la tua residenza che è rimasta nella precedente abitazione. A questo punto ti chiedi se devi pagare l’Imu su quest’ultimo immobile. Il sospetto ti è venuto per il fatto che, nel leggere ciò che prevede la normativa in materia, hai notato che, ai fini dell’esonero dell’imposta sull’abitazione, non si parla mai di “casa di residenza”, ma di “abitazione principale”. Cosa si intende con questo termine? Chi non vive dove risiede deve pagare l’Imu? Insomma, il tuo problema è capire se pagare l’Imu se il tuo domicilio non è più nella casa principale. Ecco a riguardo cosa prevede la legge.
Presupposto dell’IMU è il possesso di immobili riconducibili alle seguenti tre tipologie:
- fabbricati;
- area fabbricabile;
- terreni agricoli.
Sono assoggettati a Imu tutti i suddetti immobili, a prescindere dall’uso cui sono destinati ed indipendentemente dalla loro classificazione catastale. Sono compresi anche gli immobili strumentali e quelli alla cui produzione o scambio è diretta l’attività d’impresa.
Certamente saprai che, come per la Tasi, anche per l’Imu è prevista un’esenzione. L’esenzione riguarda l’abitazione principale (e relative pertinenze). Non è corretto dire che non si paga l’Imu sulla “prima casa” come in molti affermano. Bisogna invece dire che non si paga l’Imu sull’abitazione principale e sulle relative pertinenze (anche per le unità in parte locate). L’esenzione Imu opera solo per gli immobili che non sono definiti “di lusso”. Sono di lusso le abitazioni accatastate nelle categorie A/1, A/8 o A/9.
Cosa si considera “abitazione principale”? Si considera abitazione principale l’immobile iscritto (o iscrivibile) in catasto come unica unità immobiliare in cui il possessore e il suo nucleo familiare:
- dimorano abitualmente
- e risiedono anagraficamente.
Sono quindi necessari due requisiti affinché possa operare l’esenzione Imu:
- la residenza;
- la dimora abituale.
La residenza è un mero dato anagrafico: è quella che risulta dai registri dello stato civile del Comune per come dichiarata dal contribuente. La dimora, invece, è il luogo ove quest’ultimo vive quotidianamente, dorme e cena (i più fortunati ci pranzano). Se la residenza è quindi un dato formale, dipendente da una iscrizione in un registro – che, spesso e volentieri, viene alterata a proprio piacimento – la dimora è un dato di fatto che coincide con il luogo ove il cittadino abitualmente abita. Non si può falsare il concetto di dimora.
In teoria ciascuno ha l’obbligo di indicare la propria residenza nel luogo ove dimora e non in un altro. Sono vietate infatti le residenze di comodo solo per ottenere benefici fiscali, agevolazioni, servizi sociali, ecc. Tuttavia, il legislatore ha tenuto conto delle difficoltà delle amministrazioni nel contrastare questa pratica illegittima. Così, per concedere lo sgravio dell’Imu, ha imposto che, nell’abitazione, non vi sia solo la residenza ma anche la dimora abituale.
Dunque, non si può risiedere in un luogo, vivere in un altro e, nello stesso tempo, pretendere l’esenzione Imu sulla casa di residenza. E ciò per la banale considerazione che in essa manca il secondo requisito: quello della dimora.
Per ottenere l’agevolazione fiscale sull’abitazione principale è necessario non solo esservi residenti va viverci di fatto quotidianamente o comunque in gran parte dell’anno (chiaramente non si tiene conto se, per un paio di mesi, il contribuente parte per andare in vacanza o per spostamenti vari dovuti al lavoro).
Chiaramente, chi dichiara al proprio Comune di residenza di risiedere altrove si vedrà recapitare immediatamente la richiesta di pagamento dell’Imu.
Con una recente sentenza la Cassazione ha stabilito la legittimità dell’accertamento fiscale sulla casa di residenza falsa effettuata tramite il controllo delle bollette della luce. Queste infatti possono rivelare se il contribuente vive effettivamente in quella dimora o meno. Leggi sul punto: Falsa residenza: come fa il Comune a scoprirla.
Se i componenti del nucleo familiare hanno la dimora abituale e la residenza anagrafica in immobili diversi situati nello stesso comune, solo uno dei predetti immobili si qualifica come abitazione principale.
Se ciascun coniuge è proprietario di un’abitazione in cui ha residenza anagrafica e dimora abitualmente e le abitazioni sono ubicate in comuni diversi (è il caso, ad esempio, di trasferimenti per motivi di lavoro), possono fruire, ciascuno per la propria abitazione, delle agevolazioni per l’abitazione principale.
Legge vergogna considerato se sei costretto a vivere in un altro posto per motivi di lavoro poi devi pagare anche l’affitto
Sinceramente non è che abbia capito granchè…ho comprato una casa nello stesso comune e ci siamo andati ad abitare mantenendo l’altra nello stesso comune per affittarla , dopo circa 8 mesi la stiamo ristrutturando e avendo un bambino piccolo siamo momentaneamente tornati nella prima casa perchè i lavori più pesanti sono diventati troppo pericolosi a livello ambientale come polveri…lì però ci staremo per 2 mesi…non è un semplice cambio di domicilio ???perchè dovrei pagare l’imu durante quei due mesi?? se vado in vacanza 4 mesi nella seconda casa al mare mica faccio il cambio di residenza…semplicemente mi sposto per un pò con la famiglia e stop…
Ormai vige la costrizione “legale” della reclusione obbligata per non essere rapinati dal fisco e addirittura per non perdere l’assegno sociale. Bravi.
Hitler non è mai arrivato a tanto.
ho una sola casa di proprietà nel comune di praia a mare dove ho anche la residenza ma per motivi di lavoro domicilio a Napoli.Perchè devo pagare l’imu sull’unica casa di proprieta quando la legge mi esenta dal pagare l’imu su un unica proprietà con residenza.
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