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Erbe officinali: come venderle?

13 Agosto 2018
Erbe officinali: come venderle?

Ipotizziamo che tu abbia costruito il tuo bell’orto della salute: hai scelto con accuratezza le piantine, le hai cresciute ed ora sono pronte per la vendita. Ma come si vendono le piante officinali?

Non tutti sanno che esistono circa ottocento diversi tipi di piante officinali se sommiamo quelle italiane, che sarebbero circa centottanta, a quelle esotiche. In materia di erbe medicinali abbiamo avuto modo di conoscere quali sono quelle italiane più diffuse ed a cosa possono servire. Abbiamo anche visto che per la loro coltivazione sono necessari accorgimenti maggiori rispetto alle colture ordinarie e ciò è determinato dal fatto che, essendo piante destinate all’uso medico od alimentare, è indispensabile che stiano il più lontano possibile da pesticidi e prodotti chimici. Diversamente verrebbe meno il loro scopo curativo ed il rispetto di quella tradizione che vuole le piante curative assolutamente non intaccate nella loro naturalezza. Infatti, l’obiettivo principale, che rappresenta anche la punta di diamante per la vendita, è quello di mantenere intatta la capacità della pianta di essere vettore di sostanze attive, medicinali e curative. Ecco perché il tipo di coltivazione migliore per questo tipo di erbe è certamente quello biologico, privo di qualsivoglia agente chimico come fertilizzante o come antiparassitario. Ma una volta prodotte, le erbe medicinali: come venderle? Quali sono i possibili sbocchi di commercializzazione? Devono necessariamente essere trasformate per la loro vendita ed, in caso affermativo, in quale modo possono essere modificate? Come avviene il loro confezionamento e la conservazione? Cerchiamo di vedere un po’ più da vicino come è possibile fare business con le erbe della salute.

Vendita delle piantine

Certamente uno dei modi più semplici per commercializzare le erbe officinali è quello di venderne le piantine: più o meno giovani come nascita, possono essere diffuse mediante la compravendita al dettaglio od all’ingrosso. La capacità di essere utilizzate per molteplici scopi mediante l’utilizzo delle loro radici, dei semi, delle foglie o dei frutti o, ancora, delle resine, rende appetibile la vendita delle piante che si possono poi coltivare e sfruttare al meglio, in base alla scelta del coltivatore (uso farmaceutico o cosmetico ecc.)

Vendita delle piante officinali trasformate

La essiccazione è di certo il modo migliore per garantire un buon mantenimento delle proprietà delle erbe medicinali anche perché evita l’alterazione della pianta ed è la tecnica più tradizionale. Questo processo consiste nella eliminazione dell’acqua esistente nei tessuti vegetali pur mantenendo una umidità residua che varia a seconda della specie di erba e del tempo ipotizzato di conservazione: in questo modo si mantiene il prodotto stabile e duraturo perché con la disidratazione si bloccano i processi metabolici che portano al normale deterioramento del prodotto. La prova che l’essiccazione sarà avvenuta correttamente si avrà se l’erba, pur mancando la lucidità nel colore della pianta, determinata proprio dalla presenza della acqua, avrà mantenuto il medesimo colore che ha in natura.

Il prodotto essiccato è molto utilizzato per la preparazione di tisane od infusi o per la produzione di panetti o per l’uso nella cucina tradizionale, tipica delle trattorie, da sempre alla ricerca dei sapori di un tempo. Ma pensiamo anche ai piatti più moderni in cui l’utilizzo non solo di piante aromatiche ma anche di erbe officinali diventa sempre più chic (!).

Utilizzo nel settore alimentare

Al di là dell’impiego più notorio delle erbe officinali come il basilico per la preparazione del pesto; il rosmarino per insaporire carni arrostite e patate nonchè l’origano per l’uso sulle carni di maiale, esistono altre modalità di utilizzo delle piante officinali nel settore alimentare. Ad esempio: i poco conosciuti semi di coriandolo buoni per aromatizzare l’olio; l’erba cipollina ideale per insaporire le minestre o le insalate o, ancora, per aromatizzare il burro; il crescione particolarmente usato per insaporire le zuppe.

Altro uso particolarmente valido è quello nel settore del liquore. Pensiamo che anche i più comuni aperitivi, alcolici e non, contengono erbe aromatiche ma il no plus ultra si ha con la produzione dei liquori ottenuti da infusione di spezie o erbe medicinali e dei digestivi: basti pensare al calabrese ‘amaro del capo’ o all’ischitano ‘rucolino’ a tiratura nazionale o, ancora, ai liquori artigianali, quelli buoni davvero, la cui base alcolica viene ottenuta dalla mescolanza di vari distillati. Quindi, la vendita delle nostre erbe officinali potrà essere effettuata anche ai piccoli o grandi liquorifici.

Utilizzo nel settore medico

Oggi le chiamiamo ‘cure dolci’: sono le medicine a base di prodotti naturali proprio come le erbe officinali che possono essere vendute solo nelle farmacie o nelle erboristerie. Altri potenziali acquirenti saranno le stesse industrie farmaceutiche.

Questo è un settore delicato: infatti, non bisogna mai dimenticare che le erbe per quanto buone per la salute possano essere per le loro proprietà altrettanto pericolose possono diventare per l’uomo o per gli animali se non si conoscono le parti e le modalità di utilizzo. Ad esempio: la erba ‘digitale’ (nome reale in latino: digitalis purpurea) è un valido aiuto per gli acciacchi del cuore ma se utilizzata in modo errato può causare addirittura il blocco cardiaco e condurre alla morte.

Utilizzo nel settore cosmetico

Il boom degli ultimi anni nell’uso dell’aloe è una prova di come le piante possano essere utilizzate anche nel settore cosmetico: creme a base di aloe, shampoo, balsamo, unguenti medicamentosi per la cicatrizzazione delle ferite o per la idratazione profonda della pelle, bevande per la purificazione del nostro organismo e chi più ne ha, più ne metta. Dunque, anche le industrie di cosmetici rappresentano buone acquirenti per le nostre erbe officinali. Infatti, ogni pianta medicale porta con sé delle proprietà utili per la bellezza: per rendere lucidi i capelli o controllare la produzione di sebo od aiutare lo sgonfiore di gambe e piedi e finanche per sbiancare i denti, tipico uso della salvia.

Conclusione

Un’ultima informazione ed una osservazione, in conclusione, vorrei lasciare: sembrerà strano ma nonostante l’Italia possegga il clima perfetto, da nord a sud, per la coltivazione delle erbe officinali, la stragrande maggioranza del prodotto che utilizziamo viene importato dall’estero. Colpa probabilmente della crisi economica e della paura di impelagarsi in attività produttive e commerciali in un Paese che sembra sempre più nel baratro a causa delle pessime politiche dei nostri rappresentanti. Ma credo che a questo si debba aggiungere anche la cattiva informazione sulla materia e la pressocchè inesistente formazione delle persone. Il consiglio è quello di dare uno sguardo dalla finestra di internet: on line, infatti, si trovano diversi corsi, a dire il vero sparsi per lo stivale, che forniscono le basi necessarie a chi ha intenzione di intraprendere la strada della coltivazione e della commercializzazione di questi prodotti. Il segreto, forse, per non morire nel nostro (una volta) Bel Paese? Produrre qui e vendere all’estero! Ma produrre senza depredare il nostro territorio, che è l’unica àncora di salvezza dell’Italia, mediante l’utilizzo di tecniche e cure atte a salvaguardare la natura.

Di Samantha Mendicino


note

Autore immagine: pixabay.com


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3 Commenti

  1. mi piacerebbe a realizzare una produzione di erbe aromatiche e erbe officinali. non sono un agricultore….ma come posso aprire una partita Iva in questo settore senza avere uno IAP / agricolo professionale….

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