Questionari della Guardia di finanza ai clienti dei professionisti


Per la Guardia di Finanza formulari sostenuti da gravi indizi di irregolarità: i destinatari rischiano il favoreggiamento.
Rischiano una incriminazione per favoreggiamento i clienti di professionisti, commercianti e artigiani che non rispondono in modo corretto ai questionari inviati loro, in queste settimane, dalla Guardia di Finanza: ad essi, infatti, nell’ambito delle consuete attività ispettive nella lotta anti evasione [1], sono indirizzati dei formulari standard con richieste di chiarimenti in merito ai loro acquisti di beni o servizi. Ciò al fine di accertare eventuali evasioni, da parte dei professionisti, commercianti e artigiani, di base imponibile e di Iva su cui le Fiamme gialle già hanno già chiari indizi di irregolarità.
Per i clienti pertanto – alcuni dei quali vengono convocati in sede, con l’invito a rendere dichiarazioni veritiere – l’alternativa è obbligata: rivelare l’esatto importo delle prestazioni fatturate (sempre che lo siano state) e non incorrere in ulteriori fastidi; oppure tentare di difendere i dati formali del rapporto intrattenuto con l’imprenditore o il professionista, ma rischiando guai seri.
Infatti, qualora la Finanza dimostri la mendacità o la reticenza del cliente, scatta automatica la sanzione amministrativa da 258 a 2066 euro [2].
Tra l’altro, se è stato inviato un questionario è perché la Finanza ha già rilevato delle gravi anomalie e, quindi, ci sono consistenti sospetti di discrepanze tra gli estratti bancari e l’attività dedotta dalle acquisizioni di file dell’amministrazione dello studio o dell’impresa.
Se all’esito finale degli accertamenti il professionista o l’imprenditore scivoli complessivamente oltre la soglia penale della dichiarazione infedele (103.291 euro) , per i clienti “mendaci” scatta l’imputazione di favoreggiamento personale.
note
[1] Ex art. 32 del Dpr 600/1973.
[2] Art. 11 Dlgs 4571/1997.