E’ tornato di moda negli ultimi anni, ma ha radici antiche, antichissime. Andiamo a scoprire insieme cos’è lo street food, imparando a conoscere i migliori cibi di strada che si possono mangiare nelle regioni italiane.
Letteralmente significa “cibo di strada”, praticamente, invece, con street food si intende la preparazione e la commercializzazione di cibo e di bevande solitamente per mezzo di chioschetti o dei classici furgoncini itineranti (food truck), collocati usualmente in zone strategiche ad alto potenziale turistico. Ma andiamo a scoprire insieme e più a fondo cos’è lo street food, e quali sono i cibi più prelibati che si possono mangiare nel belpaese.
Indice
Le origini dello street food
Se è vero che negli ultimi anni lo street food è tornato prepotentemente di moda, è anche vero che il fenomeno di mangiare cibo per strada non è del tutto nuovo, anzi. Le origini dello street food affondano infatti nell’antica Grecia, per una storia che prese vita più di 3000 anni fa, quando ad Atene venditori ambulanti preparavano cibo semplice e veloce per sfamare i passanti, che solitamente consisteva in minestre di fave e zuppa calda di ceci.
Con il passare del tempo il fenomeno di mangiare del cibo per strada prese piede anche in altre zone del mondo: dall’Egitto all’antica Roma passando per Pompei, lo street food ha saputo resistere al passare degli anni, grazie la sua capacità di offrire cibo gratificante ad un prezzo solitamente molto allettante.
Lo street food dei nostri giorni
Negli ultimi decenni si è passati dai baracchini allestiti in occasione di grandi concerti, fiere e più in generale di manifestazioni di ogni tipo, che puntavano molto sulla quantità che sulla qualità, ad oggi, dove invece stiamo assistendo ad una e vera e propria inversione di tendenza dello street food, che punta tutto sulla qualità e sulla tipicità del cibo messo a disposizione dai venditori ambulanti.
Le specialità culinarie tipiche delle varie regioni del nostro belpaese sono una parte fondamentale dello street food italiano: dalla piadina romagnola agli arrosticini abruzzesi, dalle arancine di riso siciliane al panino con la meusa palermitano.
Da Nord a Sud il cibo di strada è il risultato delle tradizioni della cucina locale, trasformati in stuzzicanti porzioni gourmet da consumare in maniera informale, veloce e semplice ma al contempo ricche di gusto, che fanno del cibo di strada un cibo di prelibatezze unico e speciale.
La capacità dello street food di resistere ai grandi ristoranti gestiti da chef stellati, è data sostanzialmente da alcuni punti di forza che rendono unica l’esperienza culinaria che viene offerta con il cibo di strada.
Cibo tipico, di qualità e ad un prezzo contenuto, capace di soddisfare tanto i mangiatori occasionali quanto i palati più raffinati. Il tutto abbinato ad un mangiare informale, senza fronzoli, senza etichette da seguire, che vive all’insegna dei sapori esclusivi e genuini in grado di offrire: sono queste le chiavi del successo del cibo di strada.
Attenzione al junk food, uno street food di scarsa qualità
Lo street food non deve assolutamente essere confuso con il junk food, termine inglese utilizzato per indicare il “cibo spazzatura”, caratterizzato da un bassissimo valore nutrizionale e ricco di grassi e zuccheri, causa spesso di patologie quali l’obesità, il diabete e le malattie cardiovascolari.
Bisogna prestare attenzione alla tipologia di prodotti che si acquistano presso i rivenditori ambulanti, che spesso vendono cibo che nulla ha a che fare con lo street food di qualità di cui poc’anzi ti ho parlato.
Hamburger, hot dog, patate fritte, bibite zuccherate e dolciumi vari fanno tutti parte di una cultura prettamente americana di cibo di strada, un cibo parimenti veloce nella preparazione ed economico allo street food nostrano ma, a differenza di quest’ultimo, assolutamente sconsigliato per la bassa qualità degli ingredienti con cui viene prodotto.
Alcuni dei più importanti cibi di strada italiani
Proviamo ora a fare un elenco, seppur non esaustivo, dei cibi di strada italiani più famosi ed in cui è più facile imbattersi viaggiando in una di queste regioni.
Piemonte, Gofri: dolce a cialda croccante che ricorda i Waffles. Può essere abbinato anche ad ingredienti salati.
Veneto, Radicchio rosso: tipico del trevigiano può essere cucinato in tanti modi: fritto, ai ferri, al forno, etc.
Emilia-Romagna, Piadina: sfoglia sottile dalla forma circolare composta da farina e acqua e farcita a piacere, sia con ingredienti dolci che salati.
Toscana, Tortello alla lastra di Corezzo: raviolo di pasta sfoglia senza uovo ripieno di patate, cipolle e formaggio.
Marche, Olive all’ascolana: olive verdi giganti tipiche dell’ascolano, da cui prendono il nome, che vengono denocciolate, riempite di carne macinata, impanate e fritte.
Umbria, Torta al testo: una specie di piadina prodotta senza lievito dalle origini antichissime, con cottura su un piano di ghisa detto testo.
Abruzzo, Arrosticini: spiedini di carne d’agnello lunghi e sottili.
Lazio, Baccalà fritto: filetti di baccalà fritto accompagnati da puntarelle in insalata.
Campania, Pizza: simbolo per eccellenza dell’Italia nel mondo, non ha certamente bisogno di presentazione.
Puglia, Panzerotti: calzoni fritti a forma di mezzaluna ripieni di mozzarella, pomodoro ed origano.
Calabria, ‘Nduja: pasta morbida di salame realizzata con l’aggiunta di abbondante peperoncino e sottoposta ad affumicatura. Si gusta spalmata su una fetta di pane casereccio.
Sicilia, Arancine: palle di riso impanate e fritte, ripiene di ragù di carne, di piselli, di formaggio e quant’altro.
Di Fabio Antonio Cerra
note
Autore immagine: pixabay.com
Consiglio d’aggiornare Emilia Romagna, aggiungendo:
Batarö (Panino povero della Valtidone) Farina di grano e di granoturco, cotto in forno a legna, imbottito con formaggio e salumi(classico gorgonzola e pancetta)
Com si può fare lo street food?