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Il fumo provoca il cancro ai polmoni?

10 Agosto 2018
Il fumo provoca il cancro ai polmoni?

E’ vero che il fumo provoca il cancro ai polmoni? Vediamo insieme quali sono i sintomi ed in che modo è possibile ridurre il rischio di sviluppare il cancro, anche in soggetti dipendenti.

Sei da anni un fumatore incallito e solo ora ti stai domandando se è vero che il fumo provoca il cancro ai polmoni? O forse sei molto preoccupato per la tua salute e temi che adesso sia troppo tardi per smettere di fumare? La cattiva notizia è che il fumo fa male, ed ormai è un dato di fatto scientificamente dimostrato; la buona notizia invece è che non è mai troppo tardi per smettere di fumare: eliminare il vizio del fumo è sempre la scelta giusta da compiere per riprendere in mano la propria salute. In questo articolo ti mostrerò perché fumare ti sta lentamente rovinando i polmoni (e non solo), e cosa poter fare – una volta per tutte – per eliminare dalla tua vita questo pericoloso vizio.

Una scomoda verità (per i grandi produttori di tabacco)

E’ ormai scientificamente provato da innumerevoli studi scientifici – condotti anche per conto dell’Organizzazione mondiale della sanità – che il fumo di sigaretta è la principale causa di cancro ai polmoni. Il tabacco e il fumo di tabacco contengono infatti molte sostanze note per essere causa di cancro. Alcuni agenti cancerogeni sono parti naturali della pianta di tabacco, mentre altri si generano durante la combustione o le fasi di lavorazione, cura, stagionatura o conservazione del tabacco (come ad esempio il benzene o la formaldeide, giusto per citarne alcuni).

Il consumo continuativo di tabacco e la derivante esposizione prolungata a questo tipo di sostanze cancerogene può portare, nel tempo, allo sviluppo del cancro.

Il tabacco è responsabile di un grande numero di tipi di cancro

Secondo i dati pubblicati dall’Agenzia intergovernativa IARC (International Agency for Research on Cancer) facente parte dell’OMS, il fumo di tabacco incide in maniera significativa anche nello sviluppo di altre forme tumorali, come ad esempio il cancro all’esofago (incide per il 35%); cancro alla laringe (84%); cancro alla cavità orale (33%); cancro allo stomaco (21%); cancro al pancreas (13%); cancro alle ovaie (14%), e molte altre patologie maligne.

Sono soggetti a rischio anche i non fumatori, ovvero coloro che passivamente inalano il fumo degli altri, ed i figli di genitori che fumano. La stessa IARC sottolinea come addirittura il 10-15% dei casi si riscontra tra soggetti non fumatori, seppur il livello di rischio rimane comunque molto più basso rispetto a quello di soggetti fumatori. E’ stato inoltre stimato che il rischio di sviluppare formazioni cancerose a carico dei polmoni è di ben 20-25 volte superiore negli uomini e nelle donne che fumano rispetto a chi, invece, non fuma.

Dapprima si acquisisce l’abitudine al fumo di sigaretta, maggiore è il numero di anni in cui si fuma ed il numero di sigarette fumate nell’arco di una giornata, proporzionalmente aumenterà il rischio di sviluppare il cancro a carico dei polmoni o, come poc’anzi accennato, a carico di altri organi del corpo.

Basti pensare che secondo i dati dell’OMS, solo in Europa il fumo provoca l’82% dei casi di cancro al polmone. Un dato allarmante, se ad esso aggiungiamo il fatto che il tumore al polmone è il primo tumore al mondo, che uccide più persone del tumore al seno, del colon-retto e della prostata messi insieme.

In Italia, invece, il cancro del polmone rappresenta la terza neoplasia più diffusa dopo quella del colon-retto e della mammella.

 In che modo il fumo di sigaretta provoca l’insorgere della malattia

Come illustrato dall’Istituto di medicina sociale e preventiva facente parte della Facoltà di medicina dell’Università di Ginevra, durante il fumo di una sigaretta la combustione del tabacco può arrivare alla temperatura di 850 gradi centigradi. Lo stesso fumo caldo altera progressivamente il rivestimento mucoso dei bronchi che, a lungo andare, ne paralizza le piccole ciglia protettive.

Sigaretta dopo sigaretta, le ciglia si alterano fino a scomparire del tutto. L’evacuazione delle secrezioni e di tutte le particelle e del pulviscolo contenuti nell’aria che si respira diventa in questo modo impossibile.

La tosse diventa così l’unico modo per eliminare, seppur in maniera del tutto parziale, il muco e le particelle.

Nell’ultimo stadio, il progredire dell’infiammazione modifica profondamente il rivestimento mucoso dei bronchi che, a sua volta, provoca una “metaplasia della mucosa”, agendo da terreno fertile al cancro. In questo modo le cellule anziché rimanere su un solo strato si sovrappongono.

 Riconoscere precocemente i sintomi del tumore polmonare

La sintomatologia d’esordio del tumore ai polmoni non sempre si manifesta con chiarezza sin da subito – avverte la Fondazione Umberto Veronesi – ed i sintomi possono essere spesso comuni ad altre malattie polmonari, quindi sottovalutati dal paziente. Nell’oltre la metà dei casi la diagnosi di carcinoma polmonare è infatti tardiva.

Tra i vari sintomi che il cancro ai polmoni può provocare ricordiamo:

  • Tosse secca o con catarro
  • Piccole perdite di sangue con colpi di tosse (emottisi)
  • Infezioni respiratorie frequenti (es. bronchiti, polmoniti, etc.)
  • Dolore al torace persistente
  • Difficoltà respiratorie (dispnea)
  • Fiato corto
  • Alterazioni del tono della voce (raucedine)
  • Difficoltà nel deglutire (disfagia)
  • Febbre

E’ opportuno ed importante sottoporsi a controllo medico nel caso in cui uno dei seguenti sintomi compare per la prima volta, oppure se peggiora in soggetti che già lo presentavano.

Come ridurre i possibili danni causati dal fumo attivo (o passivo) di tabacco

Il mondo scientifico è concorde nel ritenere con assoluta certezza che il rischio di patologie cancerose diminuisce dopo aver smesso di fumare, a qualsiasi età. I benefici, ovviamente, aumenteranno in maniera inversamente proporzionale all’età in cui si cesserà di farlo.

Non è mai troppo tardi per smettere di fumare.

Le persone che a qualsiasi età smettono di fumare tabacco, infatti, riducono il loro rischio di morte per fumo rispetto a quelle che continuano a fumare. Come riportato dall’Associazione internazionale per lo studio del tumore del polmone (IASLC), smettere di fumare prima dei 40 anni riduce il rischio di morte per fumo di circa il 90%, oltre a generare innumerevoli altri benefici per la salute immediatamente visibili dal soggetto stesso.

Come smettere di fumare definitivamente

Come riportato nel Codice europeo contro il cancro, stilato dall’agenzia intergovernativa IARC, per debellare completamente il vizio del fumo è possibile utilizzare una combinazione di supporti farmacologici e comportamentali. La nicotina ad esempio, responsabile della dipendenza dal tabacco – nelle dosi presenti in prodotti come la terapia sostitutiva della nicotina (TOS) – può gradualmente sostituire il bisogno di fumare.

Per quanto riguarda invece la sfera inerente il supporto comportamentale, questo comprende l’apprendimento di strategie pratiche per la gestione dello stress e la disassuefazione, ovvero la gestione della voglia di fumare e quindi dei sintomi di astinenza.

Questo tipo di supporto può essere fornito sotto svariate forme, non solo di persona ma anche attraverso altri canali come il telefono, gli SMS o via Internet.

Farmacisti, medici di famiglia o comunque altri operatori sanitari possono facilitare l’accesso a questo tipo di supporto, diventando loro stessi figure fondamentali per intraprendere il difficile ma necessario percorso di disintossicazione.

 I danni da fumo sono risarcibili?

Se è vero che il nesso di causa-effetto tra un tumore ai polmoni e la morte di un soggetto affetto dal vizio del fumo è ormai fatto notorio in tutto il mondo, ribadito anche da una sentenza storica del Tribunale di Milano nel 2014[1], è di qualche mese fa la notizia secondo cui la Cassazione ha sentenziato che non possono essere risarciti gli eredi di un fumatore morto di cancro ai polmoni – anche nel caso in cui risulta che la sigaretta è stata la causa esclusiva del decesso – in quanto il vizio del fumo è frutto di una scelta libera e consapevole[2].

Come abbiamo fin qui appurato, dunque, fumare non è mai convenuto, visti i gravi danni arrecati all’organismo. Men che meno conviene iniziare a farlo adesso, alla luce degli ultimi – nonché discutibili – orientamenti giurisprudenziali.

Di Fabio Antonio Cerra


note

[1] Trib. Milano sent. n. 9235/14 dell’11.07.2014.

[2] Cass. sent. n. 11272/18 del 10.05.2018.

Autore immagine: pixabay.com


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