Al giorno d’oggi la figura del commercialista risulta essenziale per districarsi nella miriade di norme che invade la vita di ogni contribuente. Vediamo passo dopo passo qual è l’iter da seguire per diventare commercialisti in Italia.
Ti sei sempre chiesto quale sia la strada da percorrere per diventare commercialista? E’ sempre stata una professione che ti ha affascinato ma non sai da dove iniziare per svolgere questo mestiere? Difficile che possa essere il mestiere che si sogna da bambini anche perché a quell’età forse nemmeno si conosce bene cosa fa. In questo articolo troverai le risposte ai tuoi dubbi su ‹‹come diventare commercialista››. Prima di spiegare quali passi bisogna compiere vediamo chi è il commercialista.
Il commercialista è un libero professionista esperto in materie fiscali, tributarie e contabili e diventa soprattutto una figura indispensabile per persone fisiche, ditte individuali e per le società, per cercare di aiutarle nel fitto labirinto fiscale in maniera lecita e consentita.
Indice
Corso di studi
Non esiste un indirizzo scolastico obbligatorio per svolgere questa professione, anche se, è opportuno frequentare l’istituto tecnico economico (ITE), quella che un tempo veniva semplicemente chiamata ragioneria.
Il vantaggio di aver frequentato questa scuola lo puoi riscontrare soprattutto nella prima fase di approccio universitario perché, anche se in maniera diversa e più approfondita, le materie ben fatte alle scuole superiori ti consentiranno di creare quel bagaglio culturale necessario per affrontare al meglio l’università.
Fino all’anno 2008 era possibile diventare ragioniere –commercialista semplicemente con il conseguimento del diploma tecnico commerciale. Era inoltre previsto una netta distinzione tra l’ordine dei dottori commercialisti e il collegio dei ragionieri. Oggi, questi due ordini sono uniti con la creazione dell’ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili (ODCEC) e la previsione di due sezioni (A e B) che ti spiegherò dettagliatamente in seguito.
Terminati gli anni delle scuole superiori è necessario iscriversi all’università di economia. Esistono diversi indirizzi nella facoltà di economia che ti consentono di affrontare l’esame di abilitazione professionale ma conviene ragionare sin da subito in prospettiva dell’esame finale e scegliere il percorso più giusto per le tue future esigenze, creando un piano di studi con materie ad hoc.
Inoltre, condizione da non sottovalutare, è possibile, in base a convenzioni tra l’ordine territoriale e l’università, essere esonerati dalla prima prova dell’esame di stato se si raggiungono un determinato numero di crediti in materie prestabilite.
Il corso di studi universitari, di quella che un tempo veniva chiamata semplicemente economia e commercio, prevede un percorso formato dalla laurea triennale che consente, dopo un periodo di tirocinio, di diventare, al superamento dell’esame, esperto contabile (sezione B), e laurea specialistica o magistrale, che consente l’iscrizione alla sezione A dell’albo sempre dopo aver sostenuto il tirocinio e superato l’esame.
La distinzione tra le due figure non è di poco conto. Innanzitutto come tempi, in quanto la laurea magistrale prevede almeno altri due anni di studio ma la principale differenza la si rileva nelle competenze tecniche che possono compiere.
Gli iscritti alla sezione A, quindi i commercialisti, possono [1]:
- compiere la revisione di giudizi o attestazioni su bilanci di imprese ed enti, pubblici o privati, non soggetti al controllo legale dei conti;
- valutare le aziende;
- assistere e rappresentare i clienti davanti alle commissioni tributarie provinciali e regionali;
- svolgere l’incarico di curatore, commissario liquidatore, commissario giudiziario nelle procedure concorsuali, giudiziarie e amministrative;
- la funzione di sindaco e di componente di altri organi di controllo o sorveglianza in società o enti;
- consulenza nella programmazione economica degli enti locali.
Queste rappresentano solo alcune delle attività che possono svolgere coloro che si iscrivono nella sezione A e naturalmente possono svolgere tutto ciò che è previsto dalla sezione B.
Tra le principali attività che gli esperti contabili possono compiere:
- Tenuta e redazione dei libri contabili, fiscali e del lavoro;
- elaborazione e predisposizione tecnica delle dichiarazioni tributarie;
- rilascio di visti di conformità e certificazione tributaria;
- revisione dei conti negli enti e nelle imprese che ricevono contributi statali, regionali, provinciali o comunali;
- deposito per iscrizione presso enti pubblici o privati di atti e documenti per i quali sia previsto l’utilizzo di firma digitale.
Tirocinio professionale o praticantato
Terminati gli studi universitari, hai superato il primo grande ostacolo ma purtroppo siamo ancora lontani dal raggiungere il traguardo. Per poter sostenere l’esame di stato, per abilitarsi alla professione di dottore commercialista o esperto contabile, è necessario svolgere il tirocinio professionale o più comunemente praticantato della durata di diciotto mesi. Il professionista che dovrà seguirvi deve essere un commercialista o un esperto contabile iscritto nell’albo di appartenenza da almeno cinque anni ma soprattutto, il professionista, deve essere in regola con la formazione professionale obbligatoria, ciò significa che dovrà aggiornarsi continuamente seguendo corsi o convegni predisposti appositamente dall’ordine.
E’ molto importante che durante questo periodo tu riesca a sfruttare il tempo trascorso in studio per rubare il più possibile i trucchi del mestiere.
In realtà il praticantato puoi svolgerlo anche contestualmente al biennio di studi per conseguire la magistrale o specialistica per un periodo prestabilito. Questo è possibile nel caso in cui esista uno specifico accordo tra l’ordine e l’università nel rispetto della convenzione stipulata dal consiglio nazionale con il ministero Istruzione, Università e Ricerca (MIUR). Altra possibilità riconosciuta è svolgere una parte, non superiore a sei mesi, di tirocinio all’estero presso un professionista iscritto in uno degli organismi riconosciuti.
Prima di iniziare il periodo di tirocinio sei tenuto a recarti all’ordine e ad iscriverti presso il registro dei tirocinanti. Bisogna periodicamente consegnare il libretto con le relative relazioni delle tematiche trattate e in alcuni ordini potrai essere convocato per un colloquio sugli argomenti indicati sul libretto e trattati nel periodo di pratica.
Durante il periodo di tirocinio il tirocinante non ha diritto ad una retribuzione ma può semplicemente chiedere un rimborso delle spese sostenute per conto dello studio presso il quale presta la sua attività.
Esame di abilitazione
Completato il periodo di tirocinio è possibile sostenere l’esame di stato che è composto da tre prove scritte ed una prova orale.
Per sostenere la prima prova devi studiare materie economico-aziendali (con possibilità di esonero per coloro che sostenendo l’esame per la sezione A hanno in passato già sostenuto l’esame per la sezione B e per chi ha, nel corso di studi, raggiunto il numero di crediti in virtù della “convenzione quadro” fra l’ordine e il ministero di cui si è parlato sopra).
La seconda prova riguarda materie di diritto principalmente tributario, commerciale e fallimentare.
La terza e ultima prova scritta è a contenuto pratico, riguardante esercitazioni su materie già previste nella prima prova o, soltanto per la sezione A, la redazione di un atto relativo al contenzioso tributario.
La prova orale ha, invece, ad oggetto le materie già dette per le prove scritte, questioni pratiche affrontate in sede di tirocinio ed anche aspetti di legislazione e deontologia professionale.
Esclusivamente nella prova orale prevista per i commercialisti c’è un ampliamento di materie da trattare come: l’informatica, economia politica, matematica e statistica.
Iscrizione all’albo
Superato l’esame di stato è possibile iscriversi nell’apposito albo. Alcuni ordini professionali prevedono un giuramento un evento esclusivamente celebrativo e festoso per coloro che intendono compiere il passo dell’iscrizione.
L’iscrizione prevede degli obblighi formali e sostanziali. Rientrano nella prima categoria il rispetto dei principi stabiliti dal codice deontologico come: il segreto professionale o la riservatezza, l’indipendenza, l’obiettività, l’integrità, la diligenza e il rispetto professionale dei colleghi professionisti, dei clienti, dei pubblici uffici, dei collaboratori e dei dipendenti nonché dei tirocinanti.
Obblighi sostanziali, invece, riguardano l’apertura della partita Iva per poter svolgere l’attività e l’iscrizione presso la cassa di previdenza, per pagare i contributi, che nei primi anni di attività risulta essere agevolata.
Ulteriore obbligo è la formazione professionale, i professionisti sono tenuti a seguire dei corsi di aggiornamento con almeno novanta crediti nel corso di tre anni con un minimo di venti crediti per anno e, inoltre, almeno tre crediti devono riguardare materie come: la deontologia, le tariffe e l’organizzazione dello studio professionale.
Chi svolge la professione di commercialista o esperto contabile non può svolgere queste altre attività: il notaio, il giornalista professionista, l’appaltatore di servizi pubblici o concessionario della riscossione di tributi, il promotore finanziario e il commerciante.
La professione di dottore commercialista e dell’esperto contabile è molto cambiata nel corso degli anni richiedendo una preparazione sempre maggiore in diversi ambiti sempre più complessi. Quindi, in definitiva, se hai deciso che questa è la professione che vorrai intraprendere dovrai aggiornarti in continuazione per poter rispondere correttamente al cliente che avendo visto in tv una notizia chiede spiegazioni del caso. Bisogna essere sinceri per ottenere l’indipendenza economica ci vorrà del tempo, ma le soddisfazioni se si utilizza l’umiltà, la costanza e l’impegno non tarderanno ad arrivare. In bocca al lupo!
Di Donato Cedola
note
[1] Decreto legislativo 28 giugno 2005, n.139.
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