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Come misurare la cellulite

20 Agosto 2018
Come misurare la cellulite

Ne soffre il 95% delle donne e non dipende dal fatto di essere grassi o meno. La cellulite è entrata di prepotenza nella vita femminile ed è uno dei peggiori incubi: vediamo come misurarla. 

Una volta che ho capito di essere affetta dalla cellulite: a cosa mi serve ‘misurarla’? Bene: in verità, per poter combattere questa sgradevole compagna occorre saperne lo stadio ed il tipo. Perché anche se è vero che magra o grassa, per motivi ereditari o per ritenzione idrica, per disfunzioni ormonali o per cattive abitudini, la stragrande maggioranza delle donne ne soffre, non per questo si può pensare che per tutte la cellulite sia uguale. E così per come accade con qualunque forma di patologia, è importante conoscere quale ‘tipo’ di sofferenza abbia il corpo che ne è affetto allo scopo di porvi rimedio con tecniche ben mirate e, quindi, più efficaci. E’ un po’ come accade con le infezioni e con la scelta nell’uso di un antibiotico: solo operando una corretta diagnosi, che si fonda su specifiche analisi, è possibile scoprire il tipo di infezione che ci tartassa e ricevere dal medico la prognosi migliore per raggiungere l’obiettivo finale, vale a dire la più celere sconfitta della disfunzione. Quindi, prima ancora di chiederci come combattere la cellulite è indispensabile sapere come misurare la cellulite. Perché, le cure da seguire sono differenti a seconda della serietà della patologia che ci affligge. Non basta sapere che la cellulite si combatte dall’esterno, con creme e massaggi o fitness, e dall’interno, con l’alimentazione, le tisane e l’acqua. E’ indispensabile, per mirare dritto al cuore della disfunzione che ci ha colpito, comprendere la gravità e lo stadio di appartenenza. Nulla di doloroso o di complicato né di dispendioso: si tratta di apparecchi che vengono applicati sulla zona e che sfruttano la tecnica della termografica, un po’ come le ecografie, per farci ‘vedere’ il suo stadio, anche quando la cellulite è all’inizio e, quindi, non è percepibile ad occhio nudo.

Gli stadi

La cellulite affligge più spesso le gambe, le cosce, i glutei e la pancia ma può intaccare finanche le braccia  e le ginocchia. Per capire cosa la causa basta pensare ad un tessuto che si trova al di sotto della cute [1]. È un tessuto sottocutaneo attivo, nel senso che agisce in base all’apporto calorico del nostro corpo, ed ha una funzione duplice: in alcuni casi, infatti, serve per depositare i grassi; in altri casi, li scioglie. La sua disfunzione causa alterazioni ai vasi sanguigni e, quindi, alla pelle [2] .

Si hanno quattro gradi di gravità di cellulite. Il primo stadio è quello più semplice da curare, certamente reversibile e che si identifica con la ‘buccia di arancia’ che si forma comprimendo la pelle o irrigidendo un muscolo. Dipende dal ristagno dei liquidi tra la carne e la pelle. Ci si trova, invece, al secondo stadio quando l’aspetto della pelle a buccia di arancia è visibile anche senza comprimere la pelle. Ma si tratta sempre di una fase che è reversibile: in altre parole, c’è speranza per eliminarla. Più antipatico è il terzo stadio, che si può identificare dal fatto che oltre alla pelle a buccia di arancia, la parte colpita diventa dolorosa al tatto e si formano dei micronoduli. Anche questo stadio di gravità, però, è modificabile seppur con più difficoltà. L’ultimo stadio si ha quando la pelle presenta pure dei ‘buchetti’, cd. macronoduli: qui il lavoro da fare è molto più duro, perché niente di più semplice che vada modificato completamente lo stile alimentare.

Come misurare la cellulite

Si può scegliere di andare dal medico oppure in farmacia, quando si decide di sapere a quale stadio la nostra cellulite appartiene. Infatti, esistono dei macchinari che hanno la finalità di smascherare l’intensità della gravità e lo stadio di appartenenza tramite un esame indolore. E sono importanti perché permettono di distinguere la cellulite, anche al primo stadio, da una adiposità localizzata.

Esiste un tipo di apparecchiatura che è una sorta di fascia termografica capace di misurare la temperatura della pelle e di produrre una sorta di fotografia (un po’ come accade con l’ecografia). Poi in base alla colorazione che ne viene fuori l’esperto sa riconoscere l’estensione e lo stadio della cellulite. Si parla tecnicamente di termografica, cioè, della tecnica [3] che sfrutta la conoscenza della temperatura della pelle sana e di quella malata, per vedere quali aree del nostro corpo sono affette da cellulite, anche negli stadi iniziali ed ancor prima di vederla, per porvi rimedio. Il vantaggio è rappresentato proprio dalla velocità e dalla semplicità con le quali è possibile pervenire ad una diagnosi oltre che dalla possibilità di ripetere l’esame ogni volta che il medico ne manifesti la necessità, anche per valutare gli esiti del trattamento. Infatti, il principio del suo funzionamento è il seguente: più l’area esaminata è fredda più vuol dire che ci sono problemi al micro circolo e, quindi, essendo zone poco irrorate dalla circolazione, sono zone intaccate dalla cellulite.

Esistono anche macchinari fai da te per la relativa misurazione ma poiché si tratta della nostra salute, come per tutte le cose più importanti, appare preferibile affidarsi nelle mani di una persona esperta. Nulla vieta, ovviamente, ai più audaci di provarci da soli.

Di Samantha Mendicino


note

[1] si chiama ipoderma ed è costituito da cellule adipose

[2] si chiama tecnicamente derma

[3] più propriamente di una ‘metodica strumentale

Autore immagine: pixabay.com


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