Partite Iva “sotto assedio”: ecco come scattano i nuovi controlli fiscali a raffica sulle Partite Iva e come funziona il nuovo incrocio dei dati
L’occhio attento del Fisco non fa sconti a nessuno. È ora la volta delle Partite Iva, messe nel mirino dell’Agenzia delle Entrate con una raffica di accertamenti fiscali. Si fanno più stringenti, infatti, i controlli del Fisco sui redditi da partita Iva. I controlli verranno fatti su circa 1,4 miliardi di fatture e subito dopo verranno inviate alcune lettere per individuare in modo chiaro e preciso tutti coloro che evidenziano anomalie tra le fatture e i pagamenti Iva. Sul punto è bene sapere che l’Erario ha messo a punto nuovi sistemi di incrocio tra le fatture emesse e le liquidazioni periodiche Iva trasmesse al Fisco per “scovare” gli evasori. Ruolo centrale, a tal fine, è ricoperto da Serpico, la banca dati del contribuente che permette al Fisco di incrociare milioni di dati fiscali. Vediamo, dunque, come avverranno i controlli del Fisco sulle Partite Iva, in cosa consiste il nuovo incrocio dei dati da parte del Fisco, cosa si rischia in caso di irregolarità e quali sono i nuovi strumenti a disposizione del Fisco per effettuare accertamenti fiscali più stringenti sulle partite Iva.
Indice
Controlli del fisco: come funzionano
Cominciamo innanzitutto con il dire che il fisco tiene sotto controllo il tenore di vita di tutti noi e quando le uscite diventano troppe rispetto alle entrate scattano gli accertamenti fiscali. Il ragionamento alla base di tutto è il seguente: ognuno di noi non può spendere più di quanto guadagna. Se, al contrario, gli acquisti sono superiori alle entrate di almeno il 20%, le possibilità che non si stia cercando di evadere le tasse sono davvero poche: o hai vinto al gioco, o hai ricevuto una donazione (ed in entrambi i casi va dimostrato) o stai ricevendo pagamenti in nero. Il mezzo attraverso il quale il fisco esegue questi controlli è il redditometro: le spese devono essere coerenti con la dichiarazione dei redditi di ognuno, altrimenti l’Agenzia delle Entrate potrebbe insospettirsi e far scattare l’accertamento fiscale. In ambito tributario, inoltre, assumono molto rilievo le presunzioni. Queste ultime, secondo quanto stabilito dal legislatore [1], sono le conseguenze che la legge o il giudice trae da un fatto noto per risalire ad un fatto ignorato. In altre parole, tramite una presunzione è possibile accertare un fatto attraverso un ragionamento logico che da un fatto conosciuto deduce un fatto non conosciuto. Con particolare riferimento alla dichiarazione dei redditi, la legge espressamente stabilisce che una eventuale incompletezza, la falsità o l’inesattezza dei dati in essa indicati ovvero l’esistenza di attività non dichiarate possono essere desunte sulla base di presunzioni semplici, purché gravi, precise, e concordanti [2]. Per porre in essere tali accertamenti, il Fisco si avvale dei cosiddetti studi di settore, vale a dire di strumenti per identificare la capacità reddituale potenziale del contribuente medio di ogni categoria economica tramite l’analisi dei dati dichiarati e di altri elementi extracontabili.
Fisco: controlli più stringenti sulle Partite Iva
Ciò posto, è bene sapere che, attualmente, si stanno facendo più stringenti i controlli sui redditi da Partita Iva, sui quali verranno effettuati numerosissimi accertamenti fiscali. Come anticipato, secondo le stime l’evasione Iva riguarda circa 1,4 miliardi di fatture. Ed è proprio a queste che puntano i nuovi sistemi di incrocio dati tra le fatture emesse e le liquidazioni periodiche Iva trasmesse al Fisco. Ecco, in particolare, come avverranno gli accertamenti fiscali sulle Partite Iva.
Come avvengono i controlli fiscali sulle partite Iva
In passato il controllo sulle partite Iva si focalizzava soprattutto sulla corrispondenza tra i dati contenuti nei modelli di dichiarazione dei redditi. Attualmente, invece, il raggio d’azione si è notevolmente ampliato: il Fisco non si limita a 730 e Redditi, ma controlla anche i movimenti bancari, i conti corrente e (attenzione!) anche i pagamenti in contanti. Sul punto, verranno eseguite tutta una serie di operazioni mirate ad individuare i contribuenti per i quali emergono anomalie e incongruenze tra le fatture comunicate con lo spesometro e i corretti “pagamenti” dell’Iva.
Nei controlli che verranno fatti dalle Entrate verranno consultate le singole fatture e le mancate liquidazioni.
Nuovi controlli su Partite Iva: cosa fare in caso di anomalie
Nel caso di anomalie, il contribuente riceverà una comunicazione (cosiddetta comunicazione di compliance). Le comunicazioni di compliance che viaggiano via pec sono finalizzate a regolarizzare eventuali omissioni o incompletezze. Dopo l’arrivo della notifica, infatti, il contribuente avrà due possibilità:
- potrà sanare la sua posizione oppure, con una nuova comunicazione, riportare i dati corretti versando contestualmente la sanzione;
- potrà evidenziare alcuni elementi sottovalutati dalle Entrate o segnalare alcuni errori che possono di fatto ribaltare il giudizio espresso nella comunicazione di compliance. In questo caso potrà inviare il tutto all’Agenzia delle Entrate che analizzerà quanto trasmesso.
Serpico: cos’è e come funziona
Ma in concreto, come avverranno i controlli del Fisco sulle Partite Iva? In cosa consiste il nuovo incrocio dei dati da parte del Fisco per mettere “sotto assedio” le Partite Iva?
Ruolo centrale nei controlli sulle partite Iva è quello ricoperto da Serpico. Ser.p.i.co., acronimo di Servizi per i contribuenti, è un enorme cervello elettronico che lavora senza sosta (24 ore su 24) e che è in grado di analizzare e catalogare circa 24.200 informazioni al secondo. In particolare, l’immenso server studia tutti i movimenti bancari, sospetti e non, dei cittadini italiani, allo scopo di individuare gli evasori.
Serpico è in grado di incrociare i dati e i movimenti bancari, i pagamenti e gli acquisti dei contribuenti (dichiarazioni dei redditi, auto, case, terreni, aerei, barche, polizze assicurative, investimenti ecc.) e, da questi, individuare i possibili casi di evasione fiscale. Il tutto digitando solo il codice fiscale o la partita Iva della persona o della società sospetta di evasione fiscale. Se il sospetto diventa una certezza, il passo per il recupero del denaro sottratto alle casse dello Stato sarà brevissimo. Sul punto, è bene sapere che da gennaio la procedura Serpico si è arricchita di una sezione di lavoro chiamata «Dati rilevanti Iva – Portale F&C». Ebbene, attraverso l’apposito link, i verificatori potranno accedere esattamente alla stessa area di consultazione dei dati Iva accessibile dal contribuente attraverso il portale delle Entrate denominato «Fatture e corrispettivi».
note
[1] Art. 2727 Cod. Civ.
[2] Art. 39, comma 1, lett. d, del D. P. R. n. 600/73.