Le piccole e medie imprese sono ancora ancorate al pre-digitale. È quanto dimostra l’indagine condotta dall’Agcom.
L’indagine dell’Agcom, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, rivela che sono proprio le piccole e medie imprese a reagire con maggiore difficoltà all’evoluzione tecnologica.
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Lo studio dell’Agcom
Secondo il rapporto “I servizi di comunicazione nelle piccole e medie imprese: esperienze e prospettive”, pubblicato lo scorso 1°marzo, le imprese più piccole patiscono di più le conseguenze dell’era digitale. L’Agcom ha svolto l’aalisi su tre segmenti:
- imprese sotto i 10 dipendenti
- imprese tra i 10 e i 50 dipendenti
- imprese tra i 50 e 250 dipendenti
Dal rapporto è emerso che circa un quarto delle imprese analizzate ritiene internet non importante, attribuendo ai servizi sul web una scarsa importanza: ciò rallenterebbe notevolmente la crescita delle stesse.
Connessioni lente e difficili: si usa ancora il telefono
Ad influire nel bilancio negativo contribuisce anche la scarsa diffusione delle connessioni ultraveloci e la difficoltà di molte pmi ad investire pagando servizi di connessione più rapidi, considerati, evidentemente, non indispensabili. Gli imprenditori continuano infatti ad esser legati a tecnologie obsolete, come fax e telefoni fissi, ancora strumento preferito di comunicazione rispetto ai telefoni mobili.
Cultura digitale modesta
Si denota insomma una bassa cultura digitale, nonostante si sia ormai del tutto immersi in un mondo on line. L’indagine condotta dall’Autorità e finalizzata a definire le prossime attività di regolamentazione, ha quindi dimostrato un altro bisogno: quello di colmare questo “deficit digitale“, con nuovi strumenti tesi ad informare e formare i piccoli imprenditori, attraverso l’acquisizione di nuovo sapere aziendale, di natura operativo e organizzativo.