Il colesterolo alto è un problema comune a molti italiani che devono fare i conti con le diverse condizioni patologiche causate dal problema. Ecco cosa causa il colesterolo alto e come prevenire il problema.
Cosa causa il colesterolo alto? Quali sono gli alimenti o le condizioni responsabili dei valori troppo alti di colesterolo? Il colesterolo è “solo” un elemento presente nel sangue, che per la maggior parte viene prodotto dall’organismo e in minima parte viene assunto dall’esterno per mezzo dei diversi alimenti.
Indice
- 1 Dieta: è la causa principale del colesterolo alto?
- 2 Quali cibi causano il colesterolo alto?
- 3 Quali cibi diminuiscono il colesterolo?
- 4 L’ipotiroidismo è una delle cause secondarie?
- 5 Ormoni, come influiscono?
- 6 Diabete, qual è il danno da altre patologie?
- 7 Come influisce la genetica?
- 8 E il fumo delle sigarette?
- 9 Anche i farmaci potrebbero influire?
- 10 Su cosa si può intervenire per abbassare il colesterolo LDL?
Dieta: è la causa principale del colesterolo alto?
Il colesterolo alto, una condizione patologica conosciuta come ipercolesterolemia, è causato da una serie di fattori diversi. Ciononostante, la maggior parte dei medici è concorde nell’affermare che il fattore principale che causa il colesterolo alto nel sangue è la dieta. Difatti, se l’apporto giornaliero del colesterolo risulta troppo elevato, l’organismo non fa in tempo a metabolizzarlo, il meccanismo omeostatico non è in grado d’idrolizzare il colesterolo e quest’ultimo si accumula nel sangue giorno dopo giorno dando vita a un fenomeno chiamato colesterolemia. Quando la sua concentrazione supera un certo valore si può parlare d’ipercolesterolemia: una condizione in cui la persona si trova a rischio di varie malattie del sistema circolatorio. Ovviamente, se non si esagera con gli alimenti a elevata concentrazione di colesterolo, l’organismo riesce a mantenere intatto il bilancio omeostatico grazie al rallentamento della sintesi endogena in quel che viene definito come un processo di feedback e di controllo. In genere viene stimato che un’alimentazione bilanciata ha un effetto sulla colesterolemia pari al 15%. Tuttavia, delle modifiche importanti nella dieta possono alzare la percentuale fino al 30%. D’altro canto, avendo una dieta troppo squilibrata e nociva, ovvero mangiando solo cibi ad alto contenuto di colesterolo, questa percentuale può raggiungere addirittura il 50%. Stabilendo una sana dieta per evitare i problemi relativi all’ipercolesterolemia occorre ricordarsi che oltre al colesterolo anche altre sostanze nutritive influiscono grandemente nella condizione colesterolemica. Tra i principali occorre citare gli acidi grassi saturi e gli idrogenati. D’altro canto, una dieta povera di zuccheri, con pochi acidi grassi saturi (ma ricca di quelli insaturi) e soprattutto che comprenda molta acqua, aiuta a ridurre il rischio di patologie cardiovascolari e abbassa i livelli plasmatici di colesterolo.
Quali cibi causano il colesterolo alto?
In particolare esistono alcuni cibi che causano il colesterolo alto e altri che, invece, hanno l’effetto esattamente contrario. Ecco una breve lista dei cibi responsabili del colesterolo alto:
- i grassi animali, tra cui la panna, il burro, lo strutto e il lardo;
- il pane confezionato con il burro;
- le frattaglie: i reni, il cuore, il fegato, il cervello e il rognone;
- bisogna prestare una particolare attenzione agli insaccati ad alta concentrazione di grassi saturi;
- i prodotti lattiferi, come lo yogurt intero, ma anche il latte intero, quello condensato, nonché i formaggi che contengono un’elevata concentrazione di grassi saturi;
- le salse elaborate, tra cui rientra la maionese;
- i superalcolici, che spesso sono i primi responsabili del colesterolo alto.
Tutti questi cibi sono vietati, ma ci sono quelli permessi con moderazione. Tra di questi spiccano:
- i molluschi e i crostacei (come le cozze, i gamberi, le seppie ecc.) per 1 volta a settimana;
- la pasta all’uovo oppure i prodotti da forno, al massimo 2 volte per settimana;
- il vino (in minima quantità, specialmente se l’ipercolesterolemia è associata all’ipertrigliceridemia).
Quali cibi diminuiscono il colesterolo?
Inoltre vi sono una serie di alimenti che abbassano il colesterolo. Alcuni di essi sono a base omega 3 e altri no. Tra questi alimenti si trovano prodotti come:
- l’avena e l’olio di avena;
- l’oliva e l’olio extra vergine d’oliva;
- il salmone fresco;
- i carciofi;
- i fagioli;
- i limoni;
- la frutta a guscio;
- la mela;
- l’aglio e il cipollotto;
- la soia.
L’ipotiroidismo è una delle cause secondarie?
Nel corso di diversi studi svolti sulla condizione dell’ipotiroidismo è stato evidenziato come questa venga quasi sempre associato anche all’ipercolesterolemia. Da ciò si evince che una bassa attività della tiroide (condizione chiamata, per l’appunto, ipotiroidismo) influisca in gran misura sul metabolismo del colesterolo. In particolare, se la tiroide funziona a ritmi lenti, l’organismo non riesce a idrolizzare bene il colesterolo assunto anche se si cerca di mantenere una dieta molto sana. Si pensa anche che proprio gli ormoni prodotti dalla tiroide siano responsabili nel processo di bilancio omeostatico. La ridotta attività tiroidale è molto comune soprattutto tra le donne, che soffrono di colesterolemia più degli uomini. D’altro canto è scientificamente provato che la condizione dell’ipertiroidismo e la conseguente alta concentrazione degli ormoni tiroidei nel sangue, contribuisce a ridurre la concentrazione di colesterolo. Ovviamente si consiglia di non esagerare con i farmaci in grado d’influenzare la tiroide con l’intenzione di farla funzionare meglio, in quanto l’ipertiroidismo è comunque una patologia in grado di provocare moltissimi danni all’organismo. Ma in via generale è possibile dire che conviene aumentare l’attività della tiroide per evitare l’ipercolesterolemia.
Ormoni, come influiscono?
Nel ciclo vitale di una qualunque persona i livelli ormonali subiscono numerosi sbalzi. Quello del cambio dei livelli ormonali nel sangue è una condizione del tutto normale, che però influisce grandemente anche sulla composizione sanguigna. In particolare, gli ormoni estrogeni sono antagonisti del colesterolo e abbassano la sua concentrazione nel sangue, riducendo così anche la condizione colesterolemica. D’altro canto, gli ormoni androgeni sono chiamati ad aumentare la concentrazione del colesterolo in quanto influiscono, seppur lievemente, sul suo possibile metabolismo. In particolare, gli ormoni estrogeni servono per aumentare il livello della frazione HDL del colesterolo (colesterolo ad alta densità, ovvero quello “buono”), in contempo diminuendo il colesterolo LDL (a bassa densità, quello “cattivo”). Il testosterone, invece, fa un effetto del tutto opposto. Per questo i rischi cardiovascolari sono maggiori nel caso degli uomini. Tale rischio aumenta in misura considerevole subito dopo la menopausa.
Diabete, qual è il danno da altre patologie?
L’ipercolesterolemia è una condizione che accompagna alcune altre patologie, tra le quali spicca il diabete. Questo poiché la malattia diabetica aumenta in modo considerevole la mobilitazione dei lipidi e l’organismo fa fatica a idrolizzarli. Nella considerazione della condizione colesterolemica, insomma, occorre considerare la presenza anche di altre patologie in grado d’influire pesantemente sulla concentrazione del colesterolo nel sangue, in quanto alcune patologie contribuiscono ad abbassare il livello del colesterolo, mentre altre, come il diabete, hanno un effetto esattamente contrario.
L’attività fisica aiuta?
Molti studi scientifici hanno provato che lo svolgimento di una regolare attività fisica aiuta ad aumentare i valori del colesterolo HDL e ad abbassare quello LDL. Per questo numerosi medici consigliano di praticare uno sport oppure svolgere una certa attività fisica, in modo da abbassare i livelli del colesterolo cattivo. A questo, però, si aggiungono anche numerosi altri benefici tipici dello sport, tra cui:
- la diminuzione della pressione arteriosa (un grande vantaggio per coloro che ne soffrono);
- diminuisce il desiderio di fumare;
- viene limitata la stitichezza;
- grazie allo sport si raggiunge presto il peso forma;
- si diminuisce il livello dello stress.
Ovviamente non bisogna subito partire con uno sport difficilissimo o troppo stancante. Stando a quanto affermano gli specialisti del settore, tanto per cominciare basta anche fare una leggera corsa una/due volte a settimana.
Come influisce la genetica?
Tra gli altri fattori che incidono sui livelli del colesterolo nel sangue non ci si può dimenticare della genetica. Proprio quest’ultima è responsabile di numerosi problemi ereditari e la colesterolemia può essere uno di questi. In particolare, se la genetica è sfavorevole, la concentrazione del colesterolo LDL aumenta in una maniera esponenziale considerando il processo di sintesi endogena di colesterolo. Proprio per via di questo meccanismo la concentrazione del colesterolo LDL può aumentare rapidamente anche se la persona presta una particolare attenzione all’equilibrio della propria dieta; inoltre è una delle cause principali della colesterolemia nella giovane età. Al problema dell’influenza della genetica sui livelli del colesterolo nel sangue è dedicata un’intera patologia: l’ipercolesterolemia famigliare, che rappresenta una branca della colesterolemia tradizionale e, seppur con cause prettamente genetiche, comporta gli stessi problemi.
E il fumo delle sigarette?
Ogni sigaretta, – anche quella elettronica, – contiene una sostanza chiamata nicotina. Inoltre, le sigarette tradizionali sprigionano anche delle sostanze derivanti dalla combustione del tabacco. Entrambi gli elementi hanno una funzione negativa doppia. Difatti, sia la nicotina che i prodotti di combustione irrigidiscono in modo particolare le arterie e favoriscono l’innalzamento della pressione arteriosa. Per colpa di questi elementi viene danneggiato il tessuto che forma i vasi sanguigni. A tutto questo si aggiunge anche un altro effetto particolarmente negativo delle sostanze simili: favoriscono l’accumulo delle placche di colesterolo LDL. Per dirla brevemente: coloro che fumano sono più soggetti a numerosi problemi cardiovascolari piuttosto che quelli che non fumano. E, ovviamente, anche il rischio dell’infarto di miocardio aumenta. Questo è un dato scientifico ormai comprovato da numerosi studi e tantissime ricerche in materia. Ecco perché è così importante evitare di fumare.
Anche i farmaci potrebbero influire?
Non è affatto un segreto che l’uso prolungato e massiccio di alcuni farmaci contribuisce in modo particolare all’aumento della concentrazione del colesterolo LDL. I medicinali più rischio da questo punto di vista non sono affatto molti:
- anti-retrovirali;
- immunosoppressori;
- farmaci cortisonici;
- inibitori dell’aromatasi;
- steroidi anabolizzanti;
- contraccettivi orali.
Ovviamente esistono dei casi in cui è obbligatorio assumere questi farmaci per non ammalarsi ancora più gravemente, tuttavia si consiglia di non esagerare e farne uso unicamente quando la cosa si rende strettamente necessaria.
Ci sono delle malattie e stati di salute responsabili della colesterolemia?
Tra le principali condizioni patologiche che contribuiscono ad aumentare la colesterolemia spiccano alcune già citate (diabete, ipotiroidismo, colesterolemia famigliare) e altre che ancora bisogna citare, come:
- le disfunzioni epatiche e problemi con il fegato dovuti all’abuso di alcol o all’azione di un virus;
- la sindrome nefrosica, che a sua volta è dovuta a delle modifiche dei glomeruli renali ed è caratterizzata da una rapida perdita delle proteine con le urine;
- un elevato livello della lipoproteina A.
Su cosa si può intervenire per abbassare il colesterolo LDL?
Esistono comunque alcuni fattori modificabili sui quali si può intervenire per abbassare il colesterolo nel sangue. Tra di questi i principali sono:
- uno stile di vita particolarmente sedentario;
- il consumo di alcol;
- il consumo di tabacco.