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Penale: quantificazione e limiti

7 Agosto 2018 | Autore:
Penale: quantificazione e limiti

Importo minimo e massimo di una clausola penale pattuita per il risarcimento del danno in caso di recesso o inadempimento.

A quanto ammonta una penale? Ti sarà certamente capitato, almeno una volta, di volerti svincolare da un contratto, un abbonamento o un servizio per aver trovato un’offerta più vantaggiosa, ma di essere vincolato a una penale che, in caso di recesso anticipato, ti impone di pagare una somma di denaro. Avrai allora fatto i tuoi buoni calcoli per capire se è più conveniente lasciare le cose come stanno o versare la penale e dare disdetta. In alcuni casi le penali sono particolarmente elevate: succede quando si vuol disincentivare il cliente dall’interrompere il rapporto. In altri casi sono invece irrisorie: si tratta delle ipotesi cui a pagare la penale è il prestatore del servizio per eventuali ritardi, inadempimenti o per il recesso. Pensa ad esempio a quanto ridicole sono le penali nei contratti di fornitura della luce per un giorno senza energia elettrica o a quelle per i ritardi dei treni e degli aerei. Alla luce di ciò viene spontaneo chiedersi quali sono quantificazione e limiti della penale. La risposta è stata fornita dalla giurisprudenza in più occasioni. Ecco cosa è stato detto dai giudici.

Cos’è una penale?

La clausola penale è quella con cui si pattuisce che, in caso di inadempimento o ritardo nell’adempimento, uno dei contraenti sia tenuto a un pagamento nei confronti dell’altro ed è quindi finalizzata a prestabilire il risarcimento, indipendentemente dalla prova del danno, salvo che sia stata convenuta anche la risarcibilità del danno ulteriore (che occorrerà ovviamente provare).

La penale è quindi una forma di risarcimento previsto anticipatamente in contratto nel caso in cui una delle due parti non adempia o adempia con ritardo. Pensa alla penale fissata al costruttore che non consegni l’appartamento finito entro i termini concordati. Pensa alla penale nel caso di mancata esecuzione di una prestazione promessa.

Si chiama così anche perché, nella prassi, essa è stabilita in misura tale da superare il prevedibile ammontare del danno che subirà un contraente nel caso in cui l’altro non dovesse adempiere. Essa quindi ha carattere non solo risarcitorio, ma anche e soprattutto sanzionatorio.

A quanto ammonta una penale?

La legge non stabilisce a quanto debba ammontare una penale. Il codice civile [1] prevede solo la nullità di qualsiasi patto che esclude o limita preventivamente la responsabilità del debitore per dolo o per colpa grave. Questo significa che la penale non può essere talmente bassa da consentire, di fatto, un esonero dal risarcimento del danno per aver disdettato un contratto in via unilaterale. E questo perché gli accordi vanno rispettati e ci deve essere certezza sulla loro durata. Diversamente sarebbe come impegnare solo uno dei due firmatari e non l’altro.

Limite minimo della penale

La Cassazione [2] ha di recente stabilito l’illegittimità della penale che prevede un risarcimento irrisorio: si tratta infatti di un elemento sintomatico della volontà di aggirare il divieto di limitazione di responsabilità stabilito dal codice civile.

Nella specie un contratto stipulato con un istituto di vigilanza prevedeva, in caso di inadempimento da parte delle guardie giurate (ad esempio a seguito di furto) il pagamento di una somma a titolo di penale pari a una mensilità del canone in corso, con esclusione di ogni responsabilità per eventuali ulteriori danni subiti dall’utente. Chiaramente un importo di questo tipo era una sottaciuta forma di deresponsabilizzazione vietata dalla legge.

Secondo la Cassazione [3], per stabilire se una penale è irrisoria e pertanto vietata non bisogna valutare la sua entità con il danno in concreto verificatosi, ma con l’entità presumibile dell’eventuale, futuro danno da risarcire.

Per il rilievo che il vigilante che ha assunto l’obbligo di vegliare sull’immobile di un altro soggetto, ove, a fronte di segnalazione ricevuta, non provveda ad effettuare l’intervento al fine di verificare se effettivamente sia in corso effrazione e non avverte e chiede l’intervento delle forza di polizia, è tenuto a risarcire i danni patiti dalla parte che ha subito l’omessa vigilanza [4].

È nulla la clausola penale che esclude in via preventiva la responsabilità del datore di lavoro per i comportamenti da questo posti in essere che, in ragione della loro gravità, comportino la lesione del decoro e dell’integrità psicofisica del lavoratore [5].

È altresì invalida la clausola con cui si esonera il gestore di un impianto sportivo dai danni conseguiti dai clienti [6].

Limite massimo della penale

Come la penale troppo bassa, è anche nulla la penale troppo alta che ha lo scopo di disincentivare la disdetta di un contratto di durata (ad esempio un’utenza).

A riguardo il codice civile [7] stabilisce che la penale può essere diminuita equamente dal giudice, se l’obbligazione principale è stata eseguita in parte ovvero se l’ammontare della penale è manifestamente eccessivo, avuto sempre riguardo all’interesse che il creditore aveva all’adempimento.

La Cassazione [8] ha detto che la clausola penale pattuita nel contratto di locazione per il ritardato pagamento del canone non può essere di importo eccessivo, pena la riduzione a equità da parte del giudice. Pertanto il predetto potere del giudice di riduzione a equità può essere esercitato d’ufficio per ricondurre l’autonomia contrattuale nei limiti in cui essa appare meritevole di tutela e ciò sia con riferimento alla penale manifestamente eccessiva sia con riferimento all’ipotesi in cui l’obbligazione principale sia stata in parte eseguita.


note

[1] Art. 1229 cod. civ.

[2] Cass. sent. n. 1833/2018.

[3] Cass. sent. n. 7061/1997.

[4] Cass. sent. n. 14084/2014.

[5] Cass. sent. n. 6847/2010.

[6] Cass. sent. n. 16637/2008.

[7] Art. 1384 cod. civ.

[8] Cass. sent. n. 15753/2018.


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