Interpretazione del contratto: la comune intenzione dei contraenti (regola 1)


La prima regola di interpretazione: valutare la comune intenzione delle parti, partendo dal dato testuale del contratto e dal significato delle parole secondo una persona di media o normale diligenza.
1. Intenzione dei contraenti
“Nell’interpretare il contratto, si deve indagare quale sia stata la comune intenzione delle parti e non limitarsi al senso letterale delle parole.
Per determinare la comune intenzione delle parti, si deve valutare il loro comportamento complessivo, anche posteriore alla conclusione del contratto”.
Significato.
Il primo e principale strumento di interpretazione dei contratti, per come è ovvio che sia, è rappresentato dal senso letterale delle parole e delle espressioni utilizzate dalle parti. Il significato obiettivo è quello che può essere attribuito da una persona di media o di normale diligenza [2].
Non si deve far ricorso, quindi, ad altre regole sull’interpretazione dei contratti quando la comune volontà delle parti emerge in modo certo ed immediato dalle espressioni adoperate e sia talmente chiara da precludere la ricerca di una volontà diversa.
Pertanto, il primo passo da compiere per interpretare una scrittura privata è indagare il significato, fra i vari che il contratto può assumere, più plausibile in considerazione delle rispettive posizioni giuridiche ed economiche della parti.
In altre parole, bisogna ricostruire la comune intenzione delle parti, senza limitarsi al senso letterale delle parole, né al senso della volontà personale di ciascuna parte (ossia sl significato che ognuna di essa ha ricollegato al contratto al momento della sua stipulazione).
Il significato essenziale del negozio deve essere ricercato innanzitutto attraverso la valutazione del dato testuale; infatti l’eventuale chiarezza ed univocità delle parole impiegate dalle parti impedisce all’interprete di approdare a soluzioni diverse (poiché altrimenti quest’ultimo verrebbe a sovrapporre una propria interpretazione personale rispetto all’effettiva intenzione manifestata dai contraenti).
Il comportamento delle parti posteriore alla conclusione del contratto può essere importante per ricostruire la comune intenzione dei contraenti. Esso però può servire solo a interpretare il contratto e non quindi a integrarlo. In altre parole, il comportamento non può essere utilizzato per dimostrazione un eventuale e successivo accordo modificativo del precedente contratto [3].
Vai a:
In generale: Come si interpreta un contratto: le regole del codice civile
Regola 1: Interpretazione del contratto: la comune intenzione dei contraenti
Regola 2: Interpretazione del contratto: l’interpretazione complessiva delle clausole
Regola 3: Interpretazione del contratto: le espressioni generali
Regola 4: Interpretazione del contratto: indicazioni esemplificative
Regola 5: Interpretazione del contratto: la buona fede
Regola 6: Interpretazione del contratto: il principio di interpretazione utile
Regola 7: Interpretazione del contratto: le pratiche in uso
Regola 8: Interpretazione del contratto: la corrispondenza alla natura e oggetto del contratto
Regola 9: Interpretazione del contratto: moduli o formulari
Regola 10: Interpretazione del contratto: contratti gratuiti e onerosi
note
[1] Artt. 1363 ss. cod. civ..
[2] Cass. sent. n. 5939/78.
[3] Cass. sent. N. 2720 del 4.02.2009.
[4] Cass. Sent. N. 6641/2004.