Prescrizione cartella esattoriale: quando e come


La prescrizione di una cartella esattoriale è possibile ma tutto dipende dal tipo di sanzione che viene attribuita a chi dovrà pagare, poiché queste cambiano in base alla natura del debito. Vediamo come funziona questo istituto giuridico.
Quando arriva a casa propria una cartella esattoriale, contestare il debito è molto difficile. Ciò accade perché ormai non vi è più la possibilità di proporre un ricorso circa l’entità del debito e anche sulla sua esistenza. Ci si trova quindi, salvo eventuali errori sulla notifica, a dover pagare necessariamente la cartella esattoriale oppure sperare che questa vada in prescrizione. Ciò che ci interessa nel nostro articolo, è capire come funziona la prescrizione della cartella esattoriale e quando e come si verifica.
Prima di passare nel vivo del tema da trattare però, è molto importante fare un discorso generale circa l’istituto giuridico relativo alla prescrizione, quando questa si interrompe e quando si incorre invece nella decadenza. Per quanto riguarda le cartelle esattoriali, è molto importante anticipare che, per ogni tipo di debito cambia il termine relativo alla prescrizione. Per questo vi è una scadenza specifica in base ad ogni imposta evasa.
Indice
La prescrizione: di cosa si tratta?
Possiamo dire che la prescrizione è considerata come il momento in cui la cartella esattoriale va in scadenza, per cui non vi è più alcun valore giuridico e non vi è neanche la possibilità di porre in essere un pignoramento verso il debitore.
La prescrizione è considerata come un vero e proprio effetto del passare del tempo, poiché come sappiamo, nessun debito resta esigibile a vita. Per questo motivo il creditore che emetterà la cartella esattoriale a carico di un soggetto, dovrà dimostrare un effettivo interesse volto alla riscossione.
È necessario che nel corso del tempo, per evitare questa incombenza, dover sollecitare il debitore circa il pagamento del debito con degli avvisi adatti allo scopo.
Nel caso della cartella esattoriale l’Agenzia delle Entrate Riscossione ha un termine ben preciso entro il quale potrà agire. Se non si avvale di questa possibilità si verifica automaticamente la prescrizione.
Si può interrompere la prescrizione?
Aspettare che si compia la prescrizione non è un fatto scontato. Questa infatti potrebbe anche non verificarsi, poiché il creditore potrebbe emettere un atto volto alla sua interruzione in qualsiasi momento, anche poco prima della scadenza e azzerare così i termini.
Ad esempio, se vi è una cartella relativa ad un debito Inps, sappiamo che la sua prescrizione ha un termine di cinque anni. Se per assurdo si riceve il giorno prima della sua scadenza un’intimazione di pagamento, la prescrizione si azzera e riprende a decorrere dal giorno successivo come se il tempo non sia mai trascorso.
Possiamo dire, inoltre, che il termine del debito può essere interrotto infinite volte, passando anche agli eredi. Anche se si tratta di un’ipotesi scolastica, l’eventualità che ciò accada esiste.
Decadenza: cos’ha in comune con la prescrizione?
Rispetto alla prescrizione, la decadenza ha un funzionamento diverso. Ha come particolarità un termine entro il quale l’Agenzia delle Entrate Riscossione può provvedere alla notifica della prima cartella di pagamento dalla data in cui il credito è stato iscritto a ruolo e quindi diventa esigibile.
Un esempio possibile riguarda l’esigibilità del bollo auto. Questo ha una decadenza di soli due anni dalla sua iscrizione a ruolo. In questo caso non è possibile poiché è illegittimo, notificare una cartella nel 2018 se il bollo si riferisce al 2013.
Come interrompe la prescrizione l’Agenzia delle Entrate Riscossione?
L’Agenzia delle Entrate è costretta ad interrompere la prescrizione per poter riscuotere il debito. Come potrà fare in questo caso? Ci si potrà servire di particolari atti che vengono detti interruttivi. Si tratta di atti tipici rivolti proprio allo scopo di interrompere il passare del tempo ed evitare di non poter più riscuotere il credito.
Stiamo parlando dell’emissione della cartella di pagamento, preavviso di fermo, preavviso di ipoteca, intimazione di pagamento e un qualunque atto di pignoramento utile allo scopo. Ogni atto di questo tipo è necessario quindi, ad interrompere la prescrizione che dunque, si azzera e decorre da capo.
Quando si verifica la prescrizione della cartella esattoriale?
Abbiamo chiarito gli aspetti generali per il quale una cartella esattoriale può andare in prescrizione e non essere più esigibile oppure quando si verifica la decadenza. Ora possiamo entrare nel vivo del tema e iniziare ad esplicare le casistiche relative a questo discorso. Sappiamo in primo luogo che, i termini di prescrizione sono variabili in base al debito e quindi non vi è un unico termine per cui il credito andrà in prescrizione.
Per capirci di più è necessario leggere l’estratto della cartella di pagamento e capire a quando si riferiscono gli importi non pagati. Dopo aver analizzato questo dato sarà possibile ricavare la scadenza del debito verso l’Agenzia delle Entrate Riscossione.
È possibile inoltre, avere delle cartelle esattoriali di tipo eterogeneo. In questo caso la prescrizione non sarà unica ma cambierà in base alla natura del debito. Potrà accadere quindi, che una non sarà esigibile da una certa data e l’altra avrà bisogno di più tempo per poter andare in prescrizione.
A riguardo si è espressa la Commissione Tributaria Regionale della Toscana [1]. È stato iscritto in sentenza che i crediti tributari che vengono chiamati cristallizzati con una cartella esattoriale, si prescrivono nel termine breve di cinque anni e seguendo il termine ordinario corrispondente a dieci anni. Ciò è possibile solo nel caso in cui non vi sia stata l’emissione di una sentenza tributaria che accerti l’esistenza del credito da far riscuotere all’amministrazione finanziaria; dopo un passaggio di tipo processuale. Vediamo ora nel dettaglio quali sono i termini previsti per particolari cartelle esattoriali.
Quando si prescrive la cartella Irpef?
La cartella esattoriale che riguarda il mancato pagamento dell’Irpef è soggetta a prescrizione ordinaria e quindi di dieci anni, anche se vi sono alcune commissioni tributarie che anticipano la prescrizione a cinque anni. Ciò accade perché si tratta di un tributo da riscuotere a scadenza annuale, come viene esplicato dal codice civile. Questa ipotesi resta tutt’ora isolata poiché non tutta la giurisprudenza è concorde [2].
Quando si prescrive la cartella esattoriale relativa all’Iva?
Si dice che la cartella di pagamento relativa all’Iva non pagata si prescrive nel termine ordinario, quindi alla scadenza dei dieci anni. Nel momento in cui non vi è il pagamento per cifre onerose che superano i duecentocinquantamila euro è possibile incorrere nel reato di omesso versamento dell’Iva e si rientra nella sfera degli illeciti penali.
Quando avviene la prescrizione della cartella esattoriale Irap, imposta ipocatastale e imposta di registro?
Anche in questo caso la prescrizione è ordinaria (dieci anni) e non vi è mai reato quando si evade l’Irap.
Anche nel caso del mancato pagamento dell’imposta di registro e dell’ipocatastale il termine di prescrizione resta fermo a dieci anni, previo accertamento dell’evasione dell’imposta.
Prescrizione relativa alle multe stradali: quando si verifica?
In questo caso il termine di prescrizione cambia e si tratta di sanzioni amministrative con un termine massimo di prescrizioni di cinque anni previo accertamento del mancato pagamento. Il termine cambia in dieci anni quando vi è il ricorso del contribuente e questo viene perso. In questi casi come vedremo in seguito, si applicherà la disciplina prevista per la prescrizione della sentenza che è sempre di dieci anni.
Prescrizione per la Tasi e l’Ici: quando avviene?
In questi casi il termine per poter usufruire della prescrizione è cinque anni che diventano dieci nel caso in cui vi sia un ricorso e la causa viene persa.
Quando avviene la prescrizione per la Tosap e l’imposta sui rifiuti?
Entrambe le imposte si possono prescrivere in base al termine quinquennale. È necessario però, che non sia stato effettuato un ricorso e che questo non sia stato perso, altrimenti i termini mutano da cinque a dieci anni.
Quando si prescrive la cartella relativa al bollo auto?
In questo caso vi è una distinzione netta tra decadenza e prescrizione. Nel primo caso, il termine di decadenza corrisponde a due anni, mentre nel secondo caso gli anni saranno tre. Se vi è la notifica del pagamento dopo due anni dall’accertamento, il credito è considerato illegittimo così come una notifica di pignoramento che è oltre i tre anni è da considerarsi ugualmente illegittimo e quindi il credito sarà inesigibile. Anche in questo caso se vi è un ricorso perso, la prescrizione diventa di dieci anni seguendo il termine di prescrizione relativo alle sentenze.
Prescrizione relativa ai contributi Inps e Inail: quando si verifica?
Sappiamo che tutti i contributi di natura previdenziale sono soggetti a prescrizione quinquennale, con la possibilità di allungare la prescrizione a dieci anni in previsione di un ricorso perso.
Canone Rai e diritti della camera di commercio: quando si verifica la prescrizione?
Entrambe le imposte elencate sono soggette al termine di prescrizione corrispondente a dieci anni.
Cosa succede quando si prescrive la cartella esattoriale?
Dopo aver capito quando come ricavare la data relativa alla prescrizione, si può passare allo step successivo: capire cosa succede quando la cartella esattoriale è prescritta. In primo luogo, se questa è stata smarrita, niente paura. Ci si potrà recare presso l’Agenzia delle Entrate Riscossione e richiedere l’estratto di ruolo, dove controllare tutti i dati tra cui anche questo. Si tratta di un’operazione molto semplice che è possibile anche fare online, attraverso il loro portale.
Veniamo al dunque, se la cartella esattoriale risulta prescritta non sarà mai possibile effettuare un ricorso e richiedere che questa sia annullata. Se si verifica questa eventualità bisogna solo aspettare o che vi sia la notifica di un pignoramento o di un atto e fare ricorso su questi, oppure sarà possibile solo richiedere l’annullamento per intervenuta prescrizione. Si può anche percorrere una seconda strada anche se risulta sconsigliabile.
È possibile presentare l’istanza in autotutela proprio all’ente che ha necessità di riscuotere il credito, dando l’opportunità di conoscere il caso anche all’Agenzia delle Entrate Riscossione. Questo tipo di istanza però, non sempre viene accolta ed è proprio per questo che non conviene farlo.
Quando ci si trova davanti alla cartella esattoriale prescritta però, sarà possibile contestarla.
note
[1] Sent. n. 2224/17 depositata il 17.10.2017 dalla Commissione Tributaria Regionale della Toscana.
[2] Art. 2948 cod. civ. relativo alla prescrizione quinquennale.