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Maggiorazioni sulla pensione

14 Ottobre 2018 | Autore:
Maggiorazioni sulla pensione

Maggiorazione sociale, incremento al milione, maggiorazione per familiari a carico ed ex combattenti, quattordicesima: chi ha diritto all’aumento della pensione.

La legge prevede, a determinate condizioni, che ai pensionati che possiedono redditi al di sotto di specifiche soglie siano corrisposti degli aumenti, le cosiddette maggiorazioni sulla pensione. Le maggiorazioni sulla pensione, in pratica, consentono al pensionato di usufruire di un trattamento più alto, in considerazione delle effettive situazioni di bisogno in cui si trova. Le maggiorazioni delle quali è possibile beneficiare sono differenti, e dipendono non solo dal reddito del pensionato, ma anche dalla sua età, dalla gestione previdenziale di appartenenza e da ulteriori condizioni. Vediamo quali sono le principali maggiorazioni sulla pensione.

Maggiorazione sociale

Una prima maggiorazione è la cosiddetta maggiorazione sociale della pensione [1]: si tratta di una prestazione di assistenza, aggiuntiva della pensione, riconosciuta a pensionati economicamente svantaggiati che abbiano compiuto un’età pari ad almeno 60 anni.

Inizialmente era prevista per i soli titolari di pensioni integrate al trattamento minimo, poi è stata estesa a tutti i titolari di pensione, diretta (vecchiaia, anticipata, assegno ordinario di invalidità o pensione di inabilità…) o ai superstiti, anche superiore al trattamento minimo, a condizione che non siano superati determinati limiti di reddito, in modo da garantire al pensionato un sostegno di base.

A chi spetta la maggiorazione sociale?

Nel dettaglio, la maggiorazione sociale spetta ai titolari di pensione a carico:

  • dell’assicurazione generale obbligatoria per l’invalidità, la vecchiaia ed i superstiti dei lavoratori dipendenti”;
  • delle gestioni speciali dei lavoratori autonomi (commercianti, artigiani, coltivatori diretti, mezzadri e coloni);
  • della gestione speciale per i lavoratori delle miniere, cave e torbiere;
  • dei fondi sostitutivi ed esclusivi (Fondo volo, Fondo dazio, Fondo elettrici e telefonici, Fondo speciale dipendenti delle Ferrovie…).

A quanto ammonta la maggiorazione sociale?

La maggiorazione sociale è corrisposta mensilmente per un importo che varia a seconda dell’età del pensionato. L’importo base della maggiorazione per l’anno 2018 è pari a:

  • 25,83 euro al mese per coloro che hanno dai 60 ai 64 anni;
  • 82,64 euro per chi ha un’età che si colloca tra i 65 e i 69 anni.

Quali sono i limiti di reddito per ottenere la maggiorazione sociale?

Per il conseguimento del diritto alla maggiorazione sociale valgono i seguenti limiti di reddito:

  • per il pensionato non sposato: il reddito annuo non deve risultare superiore alla somma dell’ammontare annuo del trattamento minimo e dell’ammontare annuo della maggiorazione sociale prevista in relazione all’età del pensionato;
  • per il pensionato sposato: non deve possedere redditi propri per un importo pari o superiore a quello di cui al punto precedente, né redditi, cumulati con quelli del coniuge, per un importo pari o superiore al limite costituito dalla somma dell’ammontare annuo della pensione al minimo, della maggiorazione sociale e dell’ammontare annuo dell’assegno sociale.

Non si procede al cumulo dei redditi con quelli del coniuge legalmente ed effettivamente separato.

Se il reddito è inferiore al limite stabilito, la maggiorazione è ridotta, fino a concorrenza del limite stabilito. In caso di coppia di coniugi, la maggiorazione viene corrisposta nella minor misura necessaria ad integrare il limite personale o il limite coniugale. Nel reddito personale e in quello coniugale va considerato anche l’importo della pensione su cui deve essere attribuita la maggiorazione.

Incremento al milione

Dal 1º gennaio 2002 [2], la misura della maggiorazione sociale è stata aumentata, a favore dei pensionati di età pari o superiore a 70 anni, fino a garantire un reddito proprio pari a 516,46 euro (1 milione di lire) al mese per tredici mensilità. Questa maggiorazione è chiamata incremento al milione.

Questa cifra, successivamente portata a 580 euro nel 2008, aumenta annualmente sulla base dell’aggiornamento del trattamento minimo delle pensioni in relazione all’aumento del costo della vita.

La misura massima dell’incremento al milione non è dunque fissa, come la maggiorazione base, ma è determinata come differenza tra il reddito minimo garantito e l’assegno mensile spettante.

Per il 2018 l’ammontare del minimo aumentato della maggiorazione arriva sino a 643,86 euro al mese.

Chi ha diritto all’incremento al milione?

Per ottenere il beneficio occorre rispettare due condizioni, legate all’età e al reddito.

In particolare, hanno diritto all’incremento al milione:

  • i pensionati di età pari o superiore ai 70 anni; il limite è ridotto nella misura di un anno ogni 5 anni di contribuzione versata, o frazione pari o superiore a 2 anni e mezzo, fino ad arrivare a 65 anni; è considerata tutta la contribuzione (obbligatoria, figurativa, volontaria e da riscatto) fatta valere dall’interessato relativamente alla pensione su cui spetta il beneficio;
  • i pensionati di età pari o superiore ai 60 anni che siano invalidi civili totali, sordomuti o ciechi civili assoluti, titolari della relativa pensione o che siano titolari di pensione di inabilità.

Quali sono i limiti di reddito per ottenere l’incremento al milione?

Per ottenere l’incremento è necessario non superare determinati limiti di reddito annuo, personale e cumulato con quello del coniuge. In particolare, l’incremento della maggiorazione sociale, per il 2018, è concesso alle seguenti condizioni:

  • il pensionato single non deve possedere redditi propri su base annua pari o superiori a 8.370,18 euro;
  • il pensionato coniugato, non effettivamente e legalmente separato, non deve possedere redditi propri superiori a 8.370,18 euro, né redditi, cumulati con quelli del coniuge, per un importo pari o superiore all’importo annuo di 14.259,18 euro.

Se non si supera alcuno dei due limiti di reddito indicati, l’incremento è concesso in misura tale da non superare le soglie.

Quali redditi contano per il diritto alla maggiorazione e all’incremento?

La valutazione dei redditi per avere diritto alla maggiorazione sociale base è diversa dalla valutazione per il diritto all’incremento al milione.

Per il diritto alla maggiorazione sociale base, infatti, bisogna tener conto dei redditi di qualsiasi natura, compresi i redditi esenti da imposte e quelli soggetti a ritenuta alla fonte a titolo di imposta o ad imposta sostitutiva, con esclusione dei trattamenti di famiglia comunque denominati e del reddito catastale della casa di abitazione. Devono essere valutati anche i redditi conseguiti all’estero o assimilati.

Per quanto riguarda i redditi da valutare ai fini dell’incremento al milione devono essere presi in considerazione i redditi assoggettati ad Irpef (l’imposta sul reddito delle persone fisiche), sia a tassazione corrente che a tassazione separata, i redditi tassati alla fonte, più eventuali redditi conseguiti all’estero. Sono esclusi soltanto i redditi derivanti dalla casa di abitazione e quelli provenienti da trattamenti di famiglia (cioè dagli assegni familiari).

Come si chiede la maggiorazione sulla pensione?

Il beneficio della maggiorazione sociale è corrisposto dall’Inps a seguito di apposita domanda, da presentare assieme alla domanda di pensione o successivamente, corredata da una dichiarazione attestante i redditi percepiti nell’anno.

La maggiorazione concessa viene automaticamente confermata per gli anni successivi.

In ogni caso L’Inps verifica ogni anno se i redditi effettivamente conseguiti consentono l’erogazione della maggiorazione o se, venuto meno il diritto per effetto di redditi superiori ai limiti previsti, si debba procedere alla revoca della maggiorazione.

Maggiorazione per familiari a carico

Se il pensionato ha coniuge o figli a carico, ed è un ex lavoratore dipendente, ha diritto all’assegno per il nucleo familiare, una prestazione mensile aggiuntiva che dipende dalla composizione della famiglia e dai redditi del nucleo. Per approfondire: Assegni familiari, quanto spetta.

Maggiorazione per gli ex combattenti

La maggiorazione per gli ex combattenti spetta ai pensionati che possono far valere la qualifica di ex combattente:

  • persone che, in quanto militari, hanno partecipato in modo diretto e immediato allo svolgimento di operazioni di guerra;
  • partigiani, mutilati ed invalidi di guerra;
  • vittime civili di guerra, orfani, vedove di guerra o per causa di guerra;
  • profughi per l’applicazione del trattato di pace.

La maggiorazione per gli ex combattenti ha le seguenti caratteristiche:

  • è reversibile;
  • è soggetta alla disciplina della perequazione automatica;
  • è da considerare parte integrante del trattamento di pensione a tutti gli effetti, viene aggiunta all’importo complessivo, non viene assorbita dall’integrazione al minimo né trasforma la pensione in superiore al minimo.

Quattordicesima

La quattordicesima, o somma aggiuntiva, è una prestazione che viene corrisposta una volta l’anno, in aggiunta alla rata di pensione di luglio.

La quattordicesima è riconosciuta ai titolari di uno o più trattamenti pensionistici a carico dell’assicurazione generale obbligatoria e delle forme sostitutive, esclusive ed esonerative, in presenza di determinate condizioni di reddito e con un’età pari o superiore a 64 anni.

L’importo della somma aggiuntiva ha valori diversi, secondo l’anzianità contributiva e il reddito del titolare, e non è soggetto a perequazione automatica.

Una volta stabilita la fascia, la somma spetta per intero fino a che il reddito personale dell’interessato si mantiene entro il limite stabilito per l’anno; oltre, viene corrisposta in misura parziale, fino a concorrenza del limite di reddito più la quattordicesima stessa.

Per approfondire: Come funziona la quattordicesima.


note

[1] L. 544/1988.

[2] L.448/2001.


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