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Pensione quota 100: niente penalità e limiti

7 Ottobre 2018 | Autore:
Pensione quota 100: niente penalità e limiti

La pensione anticipata con quota 100 non comporterà penalizzazioni, né ricalcoli, nè limiti relativi ai contributi figurativi.

La pensione anticipata quota 100 sarà per tutti, senza paletti di alcun genere: lo ha appena affermato il ministro Salvini, al termine del vertice sul Def. “Partiremo dall’inizio dell’anno con la piena riforma della legge Fornero. Senza penalizzazioni, senza paletti, senza limiti, senza tetto al reddito”. Quota 100 per tutti, insomma, ma resta fermo il requisito dell’età minima di 62 anni e della contribuzione minima di 38 anni: in particolare, come confermato dalla nota di aggiornamento al Def e dal ministro Salvini “la quota diventa 101 per chi ha compiuto 63 anni, 102 per chi ne ha compiuto 64, 103 per chi ne ha compiuti 65 e così via…”. Per quanto riguarda l’ammontare del trattamento, non ci saranno penalità o ricalcoli, come recentemente chiarito dal sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon. Per la precisione, non ci sarà nessun taglio dell’assegno anche se l’uscita con quota 100 avviene prima del compimento dell’età per la pensione di vecchiaia: sono dunque cadute tutte le ipotesi di riduzione dei trattamenti con quota 100, dalla penalizzazione percentuale sulla pensione, pari all’1,5% per ogni anno di anticipo rispetto alla maturazione dell’età pensionabile, sino al ricalcolo misto e contributivo della prestazione.  Nulla di certo, al momento, sulla cosiddetta pensione quota 41 e 6 mesi, ossia la possibilità di uscire dal lavoro, per tutti, con 41 anni e 6 mesi di contributi, ma si ritiene che anche questo intervento sarà attuato a breve, mentre è stata recentemente confermata la proroga dell’opzione donna, che consentirebbe alle lavoratrici di uscire dal lavoro a 57 o 58 anni col ricalcolo contributivo dell’assegno. Ma procediamo per ordine e facciamo il punto della situazione sull’ultimo annuncio, la pensione quota 100 senza penalità e limiti: come funziona, chi ne ha diritto, come si calcola l’assegno mensile.

Che cos’è la pensione quota 100?

Ricordiamo innanzitutto che cos’è la pensione quota 100. Per pensione quota 100 si intende una pensione anticipata che il lavoratore può raggiungere quando la somma dell’età e degli anni di contributi accreditati è almeno pari a 100. La pensione quota 100  dovrebbe diventare operativa dal 2019, dato che l’intervento è previsto nella prossima legge di bilancio.

La proposta più recente riguardo alla quota 100 prevedeva il diritto alla pensione solo al compimento dei 62 anni di età e con la maturazione di un minimo di 38 anni di contributi: l’ultimo annuncio del ministro Salvini, tuttavia, sembrerebbe cancellare i limiti di età e contribuzione.

In ogni caso, la quota 100 non è vantaggiosa per tutti: conviene sicuramente a chi vanta diversi anni di contributi, mentre non è risolutiva per chi di versamenti ne possiede pochi: affiancherebbe, in ogni caso, la pensione di vecchiaia, quindi sarà sempre possibile pensionarsi con 20 anni di contributi, una volta compiuta l’età pensionabile (pari a 67 anni dal 2019).

Chi possiede molti anni di contributi potrebbe anche continuare a beneficiare della pensione anticipata, il cui requisito contributivo si vorrebbe ridurre a 41 anni e 6 mesi di contributi (ad oggi si può raggiungere con 42 anni e 10 mesi di contribuzione per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne, dal 2019 il requisito aumenta di 5 mesi, salvo blocco dell’età pensionabile).

Come si calcola la quota?

Quando l’età o le annualità di contribuzione non corrispondono a una cifra esatta, per calcolare la quota i mesi devono essere trasformati in decimi:

  • ad esempio, se il lavoratore raggiunge 63 anni e 6 mesi di età, ai fini del calcolo della quota deve indicare 63,5;
  • in questo caso, il lavoratore raggiunge la  quota 100 se possiede almeno 36 anni e 6 mesi di contributi (perché 100-63,5= 36,5, ossia 36 anni e 6 mesi).

Quali sono l’età e gli anni di contributi minimi per la quota 100?

L’ultima proposta sulla quota 100 prevede che per ottenere la pensione non basti raggiungere la quota, ma sia anche necessario aver maturato 38 anni di contributi e un’età minima di 62 anni. In parole semplici, anche se il lavoratore raggiunge la quota 100 non può pensionarsi senza il compimento dei 62 anni e senza il possesso di almeno 38 anni di versamenti.

Altre proposte invece fissavano l’età minima per la pensione con quota 100 a 64 anni e la contribuzione minima a 36 anni. In base a quanto riportato nella nota di aggiornamento al Def, tutti i limiti sono stati cancellati, tranne i limiti di età e contribuzione.

Come funziona il calcolo della pensione quota 100?

La pensione con quota 100, in base a quanto reso noto dal sottosegretario al Lavoro, sarà calcolata come qualsiasi altro trattamento pensionistico, senza penalizzazioni e senza il ricalcolo misto  o il ricalcolo integralmente contributivo.

Il calcolo della pensione sarà dunque:

  • retributivo sino al 31 dicembre 2011, poi contributivo, per chi possiede oltre 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995;
  • retributivo sino al 31 dicembre 1995, poi contributivo, per chi possiede meno di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995;
  • integralmente contributivo per chi non possiede contributi al 31 dicembre 1995.

Per capire meglio le differenze di calcolo della pensione: Come si calcola la pensione.

Pensione quota 100: si può lavorare?

La nuova pensione quota 100, rispetto al quadro attuale, potrebbe cambiare ancora, con la previsione di condizioni più severe per ottenerla: in particolare, oltre ai limiti di età e contribuzione, la quota 100 dovrebbe comportare anche il divieto di lavorare. In pratica, si vorrebbe ripristinare il divieto di cumulo tra lavoro e pensione, divieto abolito, per la maggior parte delle pensioni dirette, dal 2008. Non è ancora chiaro, però, se il divieto di cumulo sarà assoluto, come avviene oggi per la pensione anticipata dei lavoratori precoci, oppure relativo, come avviene per l’assegno ordinario d’invalidità e per alcune pensioni d’inabilità. Non si sa, cioè, se i pensionati che lavoreranno si vedranno soltanto ridurre la pensione, oppure se se la vedranno revocare. Il divieto dovrebbe durare, comunque, sino al compimento dell’età pensionabile, cioè dell’età per la pensione di vecchiaia.. Si discute anche riguardo all’introduzione di penalizzazioni percentuali sulla pensione per chi non ha raggiunto l’età pensionabile. Per approfondire: Pensione quota 100: si può lavorare?

Quali sono le altre proposte per la pensione?

Oltre alla quota 100, sono state ipotizzate altre tipologie di pensioni agevolate; quelle di cui si parla più spesso sono:

  • la pensione quota 41 e 6 mesi (il termine quota qui è usato impropriamente, in quanto indica solo gli anni di contributi): questa pensione attualmente esiste già, ma è riservata ai soli lavoratori precoci appartenenti a determinate categorie tutelate, che la possono raggiungere con 41 anni di contributi; dovrebbe essere estesa in futuro almeno a tutti lavoratori appartenenti alle categorie svantaggiate;
  • la pensione quota 42: si tratta di una riformulazione della quota 41, per la quale sono previsti 42 anni di contributi, che dovrebbe partire dal 2020 e coinvolgere tutti i lavoratori;
  • la proroga dell’opzione donna, con la possibilità, per le lavoratrici, di pensionarsi a 57 o 58 anni di età e 35 anni di contributi; la proroga è stata recentemente confermata dal ministro Di Maio
  • la nona salvaguardia, che darebbe la possibilità, ai cosiddetti lavoratori salvaguardati, di pensionarsi con le regole precedenti alla Legge Fornero.


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