Cosa significa pignoramento presso terzi


Cos’è e come funziona il pignoramento dello stipendio, della pensione, del conto in banca, dei canoni di affitto, dei crediti dovuti da clienti.
Non piace a nessuno sentire la parola pignoramento, tantomeno di questi tempi in cui lo stipendio basta appena a mandare avanti la famiglia. Chi però non paga i propri debiti e non si preoccupa di contrastare le azioni giudiziarie del creditore, può ben immaginare che quest’ultimo, prima o poi ,agisca per recuperare le somme che gli sono dovute. Una di queste azioni è, appunto, il pignoramento presso terzi. Ma cosa significa pignoramento presso terzi? Gli avvocati – così come gran parte dei professionisti – amano parlare con un linguaggio tecnico che, il più delle volte, serve a sintetizzare in un’unica parola una procedura complessa. Così è probabile che anche tu, se hai qualche debito o stai cercando di recuperare i tuoi crediti, abbia già sentito questa espressione e ti sia chiesto cosa significa pignoramento presso terzi. A ben vedere già il nome lascia intuire di cosa si tratta: una forma di esecuzione forzata che, pur avendo ad oggetto beni del debitore, viene eseguita non nei suoi confronti ma di altri (i cosiddetti “terzi”). In altre parole, con il pignoramento presso terzi si pignorano di solito i crediti. Se hai ancora qualche dubbio, non preoccuparti: qui di seguito ti spiegheremo qual è il funzionamento e lo scopo di tale procedura, perché si chiama in questo modo così particolare e chi la può attivare.
Indice
Cos’è il pignoramento
Partiamo dall’origine e cerchiamo di capire cosa si intende con la parola pignoramento. Il pignoramento è l’ultima fase del recupero crediti, quella che serve per prelevare i beni del debitore inadempiente (siano essi mobili, arredi, somme di denaro, case o terreni, conti in banca, titoli di credito, stipendi o pensioni).
Ma prima di tale momento il creditore deve procurarsi un titolo esecutivo ossia un documento nel quale, in modo certo e inconfutabile, sia attestato il suo diritto a ottenere il pagamento delle somme. Tale documento può essere una sentenza di condanna del giudice, un decreto ingiuntivo, una cambiale o un assegno.
Con questo documento in mano e dopo la notifica di un ultimo avvertimento che dà al debitore 10 giorni di tempo per pagare (è il cosiddetto atto di precetto), il creditore sceglie quale tipo di beni del debitore aggredire per recuperare i soldi che gli sono dovuti. Egli a tal fine può:
- pignorargli i beni mobili che ha a casa come l’arredo, i quadri, i tappeti, i gioielli e persino l’automobile con cui va al lavoro. È il cosiddetto pignoramento mobiliare;
- pignorare i beni immobili come case, terreni, ville, ecc. È il cosiddetto pignoramento immobiliare;
- pignorare i crediti che il debitore vanta nei confronti di altre persone che, a loro volta, sono suoi debitori. Si tratta, appunto, del cosiddetto pignoramento presso terzi.
Vediamo meglio cos’è il pignoramento presso terzi e cosa significa
Cos’è il pignoramento presso terzi?
Per comprendere meglio in cosa consiste il pignoramento presso terzi facciamo un esempio.
Immaginiamo Mario che deve dare 100 euro a Giovanni. Ma Giovanni, a sua volta, avanza 200 euro da Luca.
Mario può decidere di pignorare i beni che Giovanni ha a casa oppure può decidere di rivolgersi direttamente a Luca e dirgli: «Dei 200 euro che devi versare a Mario, 100 euro dalli a me». Tale comando viene impartito tramite l’ufficiale giudiziario. In questo modo, Mario ha maggiori possibilità di ottenere i suoi soldi visto che per Luca è assolutamente indifferente pagare nelle mani di Giovanni o di Mario. In più si interviene in un momento prima che i soldi vadano nel portafogli del debitore, il quale potrebbe a quel punto farli sparire per evitare il pignoramento dei propri beni.
Luca può anche dimostrare di non dovere alcunché a Giovanni e così non essere costretto a pagare neanche Mario, ma se ammette il proprio debito, dovrà versare 100 euro a Mario e il residuo al suo effettivo creditore, Giovanni.
Il pignoramento presso terzi ha proprio questa struttura. Il suo scopo è di andare a pignorare le somme che altre persone (ossia i “terzi”) devono al debitore, dimodoché che questi non possa né occultarle, né spenderle prima di riconoscere il dovuto al proprio creditore.
Come funziona il pignoramento presso terzi?
Come abbiamo già spiegato in Chi decide il pignoramento dello stipendio, sono svariate le possibilità con cui può manifestarsi tale forma di pignoramento. Ad esempio, si possono pignorare i crediti dovuti dall’azienda al proprio dipendente a titolo di retribuzioni mensili (il cosiddetto pignoramento del quinto dello stipendio); si possono pignorare le somme mensili dovute dall’ente di previdenza al pensionato, anche in tale misura nel limite massimo di un quinto (cosiddetto pignoramento del quinto della pensione); si possono pignorare le somme di denaro depositate in banca (cosiddetto pignoramento del conto corrente) o tutti gli altri titoli e libretti ivi depositati; si possono pignorare i canoni di locazione che l’affittuario deve al debitore come corrispettivo per l’utilizzo di un suo immobile (cosiddetto pignoramento di affitti e pigioni); si possono pignorare anche i crediti dovuti da clienti e altri debitori del debitore (si pensi a un professionista che ha emesso una parcella nei confronti di una pubblica amministrazione la quale, pertanto, diventa sua debitrice).
Come avviene il pignoramento presso terzi?
Il pignoramento presso terzi viene messo in pratica con un atto notificato tanto al debitore quanto al debitore del debitore (cosiddetto terzo pignorato). Questo documento, notificato tramite l’ufficiale giudiziario, serve a evitare che il terzo possa versare le somme da lui dovute al debitore, così frustrando le esigenze del creditore procedente. Quindi, dalla notifica del pignoramento al terzo (il debitore del debitore) quest’ultimo ha l’obbligo di trattenere tali importi e non darli al suo creditore (il debitore principale). Nel frattempo il terzo comunica al creditore, con raccomandata o con posta elettronica certificata, se è davvero debitore del debitore e di quali cifre. Ci sarà poi un’udienza in tribunale (indicata nell’atto di pignoramento) in cui il giudice ordinerà al terzo di versare le somme eventualmente accantonate sino a quel momento sul conto del creditore procedente. Se oggetto del pignoramento è lo stipendio o la pensione, da allora in poi il debitore del debitore dovrà mensilmente accantonare un quinto di tali importi per erogarli di volta in volta al creditore. Leggi anche Pignoramento presso terzi: come funziona.
Quando il pignoramento dello stipendio o del conto in banca viene avviato dall’Agenzia Entrate Riscossione non c’è un’udienza in tribunale e, dalla notifica del pignoramento, al debitore vengono dati 60 giorni di tempo per adempiere. In difetto il pignoramento scatta in automatico.
SE UNA DONNA SEPARATA PER MOTIVI SERI,E’ DI SOLITO PER “INTRUSIONI DI TERZI”,RIVOLGENDOSI DAGLI AVVOCATI,LI PAGA,LE PROMETTONO MARI E’ MONTI,MA PURTROPPO STE POVERE DONNE LESE RESTANO A GUARDARE MARI E’ MONTI,E’ VARIE DONNE COSTRETTE AD ELEMOSINARE PER NON MORIRE DI FAME E’ L’INVERNO DI FREDDO ,MENTRE GLI AVVOCATI INTASCANO LORO TRAMITE VIE TRAVERSE,COME CI DOBBIAMO COMPORTARE NEI CONFRONTI DEGLI AVVOCATI AVIDI DI DENARO ALTRUI,INCOMPETENTI E’ “DISONESTI” ?
INOLTRE,COME SI POSSONO RISOLVERE I PROBLEMI CREATI DA “CERTI” AVVOCATI CHE “SPILLANO” DENARO AI FIGLI PUR ESSENDO MINORENNI, OPPURE MAGGIORENNI CHE VOGLIONO CONTINUARE GLI STUDI,O NON TROVANO LAVORO HO NON POSSONO LAVORARE STABILMENTE,E’ ALLE CONIUGI NONOSTAMTE LE SERIE CONDIZIONI DI SALUTE,COME CI DOBBIAMO COMPORTARE DINNANZI A SOGGETTI DEL GENERE ?