Riscatto: quando sono accreditati i contributi per la pensione


Se il lavoratore decide di pagare a rate il riscatto di un periodo scoperto da versamenti, quando risultano accreditati i contributi per la pensione?
Vorresti pensionarti al più presto, magari beneficiando della nuova pensione quota 100, ma devi recuperare dei periodi scoperti da versamenti, come gli anni di laurea? Prima di impegnarti nel pagamento di un onere di riscatto piuttosto pesante, devi sapere che non sempre è possibile ottenere l’accredito in via immediata del periodo da riscattare. Nel caso in cui l’accredito non si possa ottenere immediatamente, i periodi continuano a non essere coperti da versamenti, quindi, se non raggiungi i requisiti minimi richiesti per ottenere il tipo di pensione desiderata con gli altri contributi accreditati, non puoi ricevere alcun trattamento. Ma come funziona il riscatto, quando sono accreditati i contributi per la pensione? Proviamo a fare chiarezza.
Indice
Che cos’è il riscatto dei contributi?
Il riscatto dei contributi consiste nella possibilità di effettuare volontariamente dei versamenti previdenziali per coprire, ai fini della pensione, dei periodi privi di versamenti.
Ad oggi, non tutti i periodi privi di versamenti possono essere riscattati; con la cosiddetta pace contributiva, o sanatoria previdenziale, prevista con la legge di bilancio 2019, forse sarà possibile riscattare qualsiasi periodo privo di contribuzione, ma non si hanno certezze in merito.
Quali periodi si possono riscattare?
Ad oggi, è possibile riscattare i seguenti periodi, se privi di versamenti previdenziali:
- aspettativa non retribuita
- disoccupazione, se il periodo è scoperto da contribuzione (se si percepisce la Naspi o una differente indennità di disoccupazione, i periodi sono coperti da contributi figurativi);
- lavoro part time: il riscatto può essere effettuato soltanto se vi sono delle settimane scoperte, cioè se, in base al numero di ore ed alla retribuzione, non sono stati versati i contributi pari al minimale Inps richiesto in un determinato periodo, quindi le settimane contribuite risultano ridotte;
- formazione professionale, studio, ricerca: il riscatto è possibile solo se è stato conseguito il certificato professionale o il titolo accademico;
- lavoro all’estero presso Paesi che non sono convenzionati con l’Italia in materia di protezione sociale;
- astensione facoltativa per maternità al di fuori del rapporto di lavoro;
- intervalli tra lavori stagionali, temporanei, part time e discontinui: sono riscattabili gli archi di tempo collocati tra lavori discontinui, stagionali o temporanei, se successivi al 31 dicembre 1996; lo stesso vale per i periodi non lavorati, in caso di impiego part time; gli interessati devono provare, però, il permanere dello stato di disoccupazione per tutto il periodo che deve essere riscattato;
- servizio civile: il servizio civile volontario, reso dal 1° gennaio 2009, può essere riscattato; il vecchio servizio civile alternativo al servizio militare di leva, invece, dà luogo all’accredito dei contributi figurativi; i periodi dal 1° gennaio 2006 al 31 dicembre 2008 sono invece coperti dalla contribuzione versata nella Gestione Separata Inps.
Quanto si paga per il riscatto dei contributi?
Il costo del riscatto dei contributi varia a seconda della collocazione del periodo da riscattare, se assoggettato al calcolo contributivo o retributivo.
Innanzitutto, bisogna tener presente che il calcolo della pensione è:
- retributivo sino al 31 dicembre 2011, poi contributivo, per chi possiede oltre 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995;
- retributivo sino al 31 dicembre 1995, poi contributivo (calcolo misto), per chi possiede meno di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995;
- integralmente contributivo per chi non possiede contributi al 31 dicembre 1995.
Se il calcolo è contributivo., l’onere di riscatto si determina in questo modo:
- si deve prendere come riferimento la retribuzione pensionabile degli ultimi 12 mesi;
- si deve poi moltiplicare la retribuzione per gli anni da ricongiungere e per l’aliquota contributiva (33% per la generalità dei lavoratori dipendenti); nel caso in cui i periodi siano più brevi, o non risultino annualità intere, si deve rapportare l’imponibile dell’ultimo anno a mese, o a settimana.
Se il calcolo si deve effettuare col sistema retributivo, l’onere di riscatto si determina in questo modo:
- si deve effettuare un primo calcolo della pensione considerando i soli periodi presenti nella gestione di destinazione;
- successivamente si deve un secondo calcolo della pensione considerando anche i periodi da riscatto, come se risultassero accreditati nel fondo prescelto.
- bisogna poi fare la differenza tra i due calcoli per ottenere l’ammontare del beneficio conseguito;
- una volta determinato il beneficio, questo si deve moltiplicare per un apposito coefficiente che cambia in relazione all’età, al sesso e all’anzianità contributiva del lavoratore: si ottiene, così, la riserva matematica, che corrisponde all’onere di riscatto.
Quando sono accreditati i contributi da riscatto per la pensione?
I contributi da riscatto, nella generalità dei casi, sono accreditati nell’estratto conto previdenziale, e possono essere considerati ai fini della pensione, soltanto ad avvenuto pagamento dell’intero onere.
Non ci sono problemi nel caso in cui l’onere di riscatto sia pagato in un’unica soluzione: in queste ipotesi, i contributi sono accreditati in via pressoché immediata.
La situazione è maggiormente problematica, invece, se l’onere di riscatto è pagato a rate. In questo caso, l’accredito dei contributi avviene solo al pagamento dell’ultima rata. Così, se hai deciso di rateizzare l’onere di riscatto in 5 anni, ma vuoi andare in pensione subito, sappi che i 5 anni ai fini della pensione ti saranno accreditati solo al pagamento dell’ultima rata.
In alcuni casi, come nell’ipotesi del riscatto degli anni di laurea, puoi, però, fare domanda di interruzione del pagamento dell’onere: l’Inps riconoscerà il periodo parzialmente riscattato, in proporzione alle rate pagate.
Il riscatto parziale, però, è possibile soltanto per determinati periodi, come i corsi di studio, e non in tutte le gestioni previdenziali.
Mia moglie infermiera Professionale (DIPLOMA DI INFERMIERA nell’anno 1983 con durata di 3 anni non vi era corso di laurea) lavora in una clinica privata ha fatto istanza all’INPS x il riscatto del Diploma di infermiera allegando il Diploma di Magistrale e anno integrativo x accesso Universita gli è stata respinta non si capisce il motivo forse perchè lavora nel settore privato e non pubblico, il diploma di infermiera acquisito nell’anno 1983 non è una Laurea ed il diploma di magistrale non considerato un diploma di 2° grado. Cosa si deve fare? e’ giusta la decisione dell’INPS , non gli è arrivata nessuna comunicazione anche se a dire dell’INPS è stata fatta Raccomandata AR al Patronato che ovviamente nega .
Mia moglie, titolare di ditta individuale per 14 anni periodo 1999 – 2013, nel 2019 ha riaperto l’attività di parrucchiera. Per i 6 anni scoperti, può fare qualcosa, dato che era in maternità e poi con bimbo disabile ai sensi dell’ art. 3 comma 3, legge 104/1992? Grazie
Buona sera a tutti chiedo cortesemente delle delucidazioni in merito ho controllato l’estratto conto dei contributi dell’INPS, purtroppo mi sono accorto, che fin d’ora mi mancato 190, settimane di contribuzione e/o circa anni tre (3), e sei (6),mesi. Il calcolo parte dalla data del 28/GIU/1982, al rilascio del diploma della licenza media inferiore. Come devo fare per compensare i contributi cui sopra e/o la legge cosa dice, sono da molti anni un lavoratore dipendente, anno di nascita agosto.1968. Cordiali saluti a presto. Grazie
È possibile recuperare i periodi lavorati per cui non sono stati versati i contributi dal datore di lavoro ed i contributi risultano omessi o prescritti. Stiamo parlando di costituzione di rendita vitalizia. Per sottoporre il tuo caso specifico all’attenzione dei professionisti del nostro portale, puoi richiedere una consulenza legale cliccando qui https://www.laleggepertutti.it/richiesta-di-consulenza