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Pensione quota 100 da febbraio

30 Ottobre 2018 | Autore:
Pensione quota 100 da febbraio

Il pensionamento anticipato con quota 100 partirà da febbraio 2019: come funziona e come si calcola il trattamento, requisiti, novità.

Non si dovrà attendere il mese di aprile, ma la quota 100 partirà da febbraio 2019: è quanto stabilito durante il vertice sulla manovra tenutosi nel pomeriggio a Palazzo Chigi.

La nuova misura previdenziale, come già specificato nella nota di aggiornamento al Def e nella bozza di legge di Bilancio 2019, consente di andare in pensione una volta raggiunta una quota (somma di età contribuzione) almeno pari a 100, con un’età minima di 62 anni, e purché si possiedano almeno 38 anni di contributi. Quota 100 quindi permetterà di ritirarsi dal lavoro con circa 5 anni di anticipo rispetto a quanto previsto dalla pensione di vecchiaia, per la quale nel 2019 l’età pensionabile sarà aumentata a 67 anni (salvo blocco degli adeguamenti alla speranza di vita). Secondo quanto previsto nella legge di bilancio, la pensione quota 100 da febbraio sarà destinata, potenzialmente, a tutti i lavoratori, e non ci saranno penalizzazioni sull’assegno. Ma procediamo per ordine e vediamo nel dettaglio, in merito alla pensione anticipata, come funziona la quota 100.

Aggiornamento: in base a quanto appena reso noto, la quota 100 non sarà attuata con la legge di Bilancio, ma con un provvedimento ad hoc. Si partirà, con 4 finestre di uscita per i lavoratori privati, dal 1° aprile 2019.

Come si ottiene la quota 100

La quota è il risultato della somma dell’età pensionabile dell’interessato e degli anni di contributi posseduti: non si tratta di una novità assoluta, in quanto, prima che entrasse in vigore la legge Fornero, era possibile ottenere la pensione di anzianità (ora abolita e sostituita dalla pensione anticipata) con le quote.

Ad oggi sopravvivono alcune tipologie residuali di pensione di anzianità con le quote: si tratta delle pensioni degli addetti ai lavori usuranti, delle pensioni dei beneficiari delle salvaguardie e del cosiddetto salvacondotto.

Per ottenere la quota 100, è necessario che la somma dell’età e degli anni di contributi sia almeno pari a 100. Ottiene la quota 100, ad esempio, chi ha compiuto 62 anni e possiede 38 anni di contributi (62+38=100).

Quando l’età o le annualità di contribuzione non corrispondono a una cifra esatta, per calcolare la quota i mesi devono essere trasformati in decimi:

  • ad esempio, se il lavoratore ha raggiunto 63 anni e 6 mesi di età, ai fini del calcolo della quota dovrà indicare 63,5;
  • potrà ottenere la pensione quota 100 se possiede almeno 36 anni e 6 mesi di contributi (perché 100-63,5= 36,5, ossia 36 anni e 6 mesi).

Tuttavia, in base a quanto descritto nella nota di aggiornamento al Def, per pensionarsi con la quota 100 è stabilita un’età minima e un requisito contributivo minimo.

Età e anni di contributi minimi per la quota 100

La pensione anticipata quota 100 potrà essere ottenuta con un’età minima di 62 anni ed una contribuzione minima pari a 38 anni. In buona sostanza, anche se si raggiunge la quota 100, non ci si potrà pensionare se l’età non sarà almeno pari a 62 anni ed i contributi non risulteranno almeno pari a 38 anni. Per chi ha 63 anni, dunque, la quota diventa 101, in quanto resta fermo il requisito contributivo dei 38 anni, per chi ne ha 64 102, per chi ne ha 65 103, e così via…

Altre proposte invece fissavano l’età minima a 64 anni ed la contribuzione minima a 36 anni, ma sono state scartate.

La quota 100 si può ottenere con cumulo dei contributi?

La quota 100 sarà raggiungibile attraverso il cumulo dei contributi, cioè sommando la contribuzione presente in gestioni previdenziali differenti, ad esclusione delle casse professionali.

La quota 100 con cumulo dei contributi favorirà l’uscita dal lavoro di tutti coloro che hanno avuto una carriera discontinua, con versamenti in casse diverse. Per saperne di più: Quota 100 con cumulo.

Per la pensione quota 100 saranno previste le finestre?

La pensione quota 100 inizierà ad essere corrisposta da aprile, con la reintroduzione delle finestre, finalizzate ad evitare l’esodo di massa dei lavoratori. In particolare, saranno previste 4 finestre fisse ogni anno, per scaglionare i pensionamenti, per i lavoratori del settore privato, 2 finestre l’anno per i dipendenti pubblici, una finestra per il personale della scuola.

In buona sostanza, chi si pensiona con la quota 100 non potrà ricevere il trattamento subito, ma dovrà attendere un arco di tempo, la finestra appunto, tra la maturazione dei requisiti e la liquidazione della pensione.

Nel nostro approfondimento, facciamo il punto della situazione sulla pensione quota 100 con finestre: che cosa sono le finestre, come funzionano le finestre che sono ancora in vigore, come potrebbero funzionare le nuove finestre per la quota 100. Per approfondire: Quota 100 con finestre fisse.

La pensione quota 100 è soggetta agli adeguamenti alla speranza di vita?

Non è chiaro se la pensione anticipata quota 100 sarà soggetta agli adeguamenti alla speranza di vita.

Il Governo bloccherà, dal 2019 al 2023, gli aumenti dei requisiti per la pensione anticipata, ma applicherà le finestre anche a questo tipo di pensionamento.

La pensione quota 100 conviene più dell’attuale pensione anticipata?

La pensione quota 100, nella generalità dei casi, dal punto di vista dei requisiti richiesti appare più conveniente della pensione anticipata, per la quale attualmente sono richiesti 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.

Dipende, tuttavia, dall’età dell’interessato e dalla carriera personale: per i lavoratori precoci con una carriera continuativa, considerando lo sbarramento dei 62 anni di età, potrebbe risultare più conveniente la pensione anticipata ordinaria.

Con la pensione quota 100 ci sono penalizzazioni?

Per arginare il grande numero di lavoratori che potrebbero pensionarsi con la quota 100 e rendere sostenibile questa nuova possibilità, era stato ipotizzato sia il ricalcolo contributivo delle annualità di pensione dal 1996 in poi (in pratica, il calcolo misto anche per chi avrebbe diritto al calcolo retributivo sino al 31 dicembre 2011), sia il ricalcolo contributivo integrale. Erano state ipotizzate anche penalizzazioni percentuali, per ogni anno mancante all’età pensionabile.

In base a quanto reso noto dal sottosegretario al Lavoro Durigon, e riportato nella nota di aggiornamento al Def, la quota 100 sarà calcolata come qualsiasi altro trattamento pensionistico, senza penalizzazioni e senza il ricalcolo misto  o il ricalcolo integralmente contributivo.

Il calcolo della pensione sarà dunque:

  • retributivo sino al 31 dicembre 2011, poi contributivo, per chi possiede oltre 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995;
  • retributivo sino al 31 dicembre 1995, poi contributivo, per chi possiede meno di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995;
  • integralmente contributivo per chi non possiede contributi al 31 dicembre 1995.

Per saperne di più: Quota 100 senza penalità

Per capire meglio le differenze di calcolo della pensione: Come si calcola la pensione.

Con la quota 100 si può lavorare?

Oltre ai limiti di età e contribuzione, la quota 100 comporterà anche il divieto di lavorare: si tratterà, però, di un divieto parziale, in quanto sarà possibile conseguire redditi da lavoro sino a 5mila euro annui.

In pratica, si ripristinerà il divieto di cumulo tra lavoro e pensione, divieto abolito, per la maggior parte delle pensioni dirette, dal 2008. Il divieto di cumulo non sarà assoluto, come avviene oggi per la pensione anticipata dei lavoratori precoci, ma relativo, come avviene per l’assegno ordinario d’invalidità e per alcune pensioni d’inabilità.

Il divieto durerà, comunque, per i 24 mesi successivi al pensionamento, e non sino al compimento dell’età pensionabile, cioè dell’età per la pensione di vecchiaia.

Quali sono le altre proposte per la pensione?

Oltre alla quota 100, sono state ipotizzate altre tipologie di pensioni agevolate; quelle di cui si parla più spesso sono:

  • la pensione quota 41 e 6 mesi (il termine quota qui è usato impropriamente, in quanto indica solo gli anni di contributi): questa pensione attualmente esiste già, ma è riservata ai soli lavoratori precoci appartenenti a determinate categorie tutelate, che la possono raggiungere con 41 anni di contributi; dovrebbe essere estesa in futuro almeno a tutti lavoratori appartenenti alle categorie svantaggiate;
  • la pensione quota 42: si tratta di una riformulazione della quota 41, per la quale sono previsti 42 anni di contributi, che dovrebbe partire dal 2020 e coinvolgere tutti i lavoratori;
  • la proroga dell’opzione donna, con la possibilità, per le lavoratrici, di pensionarsi a 57 o 58 anni di età e 35 anni di contributi; la proroga è stata recentemente confermata dal ministro Di Maio
  • la nona salvaguardia, che darebbe la possibilità, ai cosiddetti lavoratori salvaguardati, di pensionarsi con le regole precedenti alla Legge Fornero


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2 Commenti

  1. È un errore ed un orrore:
    65 anni d’età, 35 anni di contributi (pesanti, da Quadro), licenziato da 2 anni, invalido sul Lavoro.
    Per me quota 100 non c’è!

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