Non è sempre facile stabilire se un prestito ci conviene o meno. I fattori da considerare sono davvero tanti: primo tra tutti, l’importo della rata. Vediamo come si calcola.
Hai intenzione di comprare un’automobile nuova ma non possiedi la cifra necessaria? Hai deciso di ristrutturare casa ma non ti basta il saldo del conto corrente? Vuoi iscriverti a un master e specializzarti con la speranza di trovare in futuro un lavoro che ti soddisfi ma non hai i fondi? La soluzione può essere ricorrere a un finanziamento, in modo da realizzare prima ciò che desideri e, solo successivamente, rimborsare la banca o la finanziaria che ti ha concesso il denaro. Certo, non è un’operazione gratuita: ci saranno quasi sicuramente degli interessi da corrispondere, tuttavia potresti trovarla conveniente ugualmente, magari sottoscrivendo un contratto che non ti faccia spendere molto. Come capirlo? Facile: facendoti prima il calcolo rata del finanziamento, così da stabilire a priori quella che viene chiamata dagli addetti ai lavori “capacità di adempimento”, ovvero la tua personale possibilità di restituire senza sforzo il capitale preso in prestito. In altri termini, la propensione a estinguere il debito contratto rapportata alla tua volontà di farlo. Vediamo quindi come si effettua il calcolo della rata di un finanziamento, tenendo presente che oggi il mercato finanziario è popolato da numerosissime opzioni che hanno a che fare con crediti concessi in prestito. Si possono sottoscrivere mutui, finanziamenti, concessioni in conto capitale, cessioni di un quinto dello stipendio e via discorrendo. Una molteplicità di tipologie di prestiti che hanno comunque delle caratteristiche simili: in primo luogo il cosiddetto “piano di ammortamento”, formato da un capitale preso in prestito, da un montante da restituire (capitale più interessi) e da un tasso di interesse. Tutti concetti che analizzeremo in seguito e che sono stabiliti nel contratto di finanziamento: il documento principe da tenere sempre in considerazione con la massima attenzione.
Indice
Da cosa dipende il calcolo della rata?
Ancora prima di spiegarti il calcolo della rata di un finanziamento è necessario definire alcuni fattori che influenzano il calcolo stesso. Determinare infatti l’importo di una rata è un procedimento matematico-finanziario che dipende dall’entità del prestito, dalla tipologia di rimborso prevista, dal tempo di restituzione, dal numero di rate e dal tasso d’interesse, cioè dal costo del denaro che bisognerà aggiungere al capitale da ridare all’istituto che ce l’ha concesso.
La prima definizione che devi comprendere è proprio quella di rata, intesa come pagamento periodico da effettuare al fine di estinguere un debito, la cui frequenza è fissata dal piano di ammortamento. Quest’ultimo infatti detta le modalità con cui il capitale deve essere reso. Semplificando, si tratta di un prospetto riepilogativo che contiene le variabili principali da tenere in considerazione: capitale residuo, importo delle singole rate, le quota degli interessi, le date di pagamento, il tasso applicato per calcolare i pagamenti e così via.
In altre parole, è un’istantanea di come si estingue il finanziamento: che riporta le rate che si andranno a pagare e la composizione delle stesse. Uno schema tabellare da seguire servilmente, che viene deciso in fase di sottoscrizione del prestito.
Nello specifico, esistono due tipologie di piani di ammortamento e dipendono dalla composizione delle rate: ci sono gli ammortamenti “alla francese” e quelli “all’italiana”.
I primi prevedono il rimborso attraverso rate costanti, composte da una parte di capitale, la cosiddetta quota capitale, e da una parte di interessi (calcolati applicando al capitale da restituire un tasso di interesse concordato in contratto). Inizialmente, le rate calcolate in questo modo risulteranno formate in prevalenza da interessi e, in minima parte, da quote di capitale. Successivamente, invece, si avrà un’inversione: ovvero, le rate saranno composte da una maggior quota di capitale e da una minore parte di interessi.
I piani di ammortamento all’italiana prevedono invece il calcolo della rata variabile, via via d’importo minore, composta da una quota capitale costante e da interessi decrescenti.
Quale piano d’ammortamento scegliere?
In base a quanto detto finora, è facilmente intuibile come il calcolo della rata di un finanziamento cambi in base alla scelta tra un piano d’ammortamento alla francese o uno all’italiana. Ciò che rimane uguale è la composizione delle rate, formate in entrambe i casi da una quota di capitale e una di interessi.
C’è da dire che in Italia i piani più utilizzati sono quelli alla francese, preferiti sia dagli istituti di credito, i quali riescono spesso a incamerare maggiori interessi, sia dai sottoscrittori dei finanziamenti, che si ritrovano così l’importo certo (la rata costante) già alla firma del contratto.
Per completezza d’informazione, tuttavia, è necessario citare anche altre due tipologie di rimborso, a dire il vero oggi poco usate: i piani “all’americana” (che prevedono ammortamenti con quote d’accumulazione, ovvero con il rimborso degli interessi e del capitale in maniera separata applicando due tassi d’interesse distinti) e i piani “alla tedesca” (con un ammortamento che parte rimborsando gli interessi e solo successivamente il capitale).
Che tipo di tassi di interesse esistono?
Un aspetto fondamentale che devi tenere in considerazione nel calcolo della rata di un finanziamento è il tasso di interesse: come anticipato, il costo che i sottoscrittori devono corrispondere alla banca o alla società che ha concesso il denaro a fronte del prestito. Un tasso che può essere fisso o variabile.
Nel primo caso hai una percentuale sempre uguale per tutta la durata del contratto e quindi un importo degli interessi già fissato. Alternativamente, nel caso di un tasso variabile, ti ritrovi sia la quota capitale che gli interessi variabili in funzione dei mutamenti dello stesso saggio. C’è da dire poi che in contratto potrebbe essere prevista anche la variazione della sola quota di interessi e che quella capitale venga determinata al tasso iniziale.
Infine, un’ultima nota spetta a una terza tipologia di contratti, a cui vengono applicati i cosiddetti “tassi misti”: accordi che prevedono una percentuale fissa per un certo periodo di tempo e una successiva variazione del saggio. Una soluzione quest’ultima che presume comunque una durata del tasso fisso e una formulazione per quello variabile stabilite in anticipo, già al momento della stipula del contratto.
Come si calcola la rata di un finanziamento?
Passiamo ora al vero e proprio calcolo della rata di un finanziamento e analizziamo dapprima la tipologia di rimborso più utilizzata, quella “alla francese”. Un metodo detto anche “progressivo”, per via della rata costante formata da interessi decrescenti e da una quota capitale che aumenta appunto in maniera progressiva.
Concretamente, l’importo degli interessi che forma la rata si individua applicando al capitale da rimborsare il tasso stabilito per un determinato periodo di tempo. In seguito, sottraendo tale cifra dall’importo della rata stabilito in contratto ottieni la quota capitale rimborsata. La seconda quota è formata dalla differenza tra l’importo della rata e gli interessi calcolati sul capitale che rimane da restituire. E così via. Viene fuori un programma di restituzione riassunto con le cifre precise nel più volte citato piano di ammortamento.
Ma come arrivi praticamente all’importo e quindi al calcolo della rata del finanziamento stabilito in contratto? Beh, senza spiegare e decifrare passaggi matematici e finanziari troppo complessi, basta tenere presente che il piano di ammortamento non è altro che lo sviluppo di un’equivalenza matematica. In parole povere, attraverso una formula devi individuare quell’importo che, in un dato periodo di tempo, porta all’intera restituzione del capitale. Un importo che si ottiene tenendo in considerazione non solo il capitale preso in prestito, il tempo di restituzione e il tasso stabilito, ma anche il numero delle rate.
Un esempio ti chiarirà meglio il concetto: immagina di dover restituire 10.000 euro al tasso del 2% annuo in 12 rate mensili. Bene, ciò determinerà una rata fissa di 842,38 euro. Se si moltiplica tale cifra per il numero delle rate si ottiene un ammontare di 10.108,56 euro, che altro non è che l’ammontare tra il capitale da rimborsare (10.000 euro) e la sommatoria degli interessi al 2% annuo (pari a 108,56 euro).
La tua domanda sarà sicuramente: qual è la formula da cui fuoriesce l’importo di 842,38 euro? Ecco, in un simile piano di ammortamento il calcolo della rata di finanziamento è: Rata= (Capitale da rimborsare * tasso d’interesse)/(1-(1/(1+i)n). Dove: n è il numero delle rate e il tasso di interesse è relazionato al tempo espresso in decimali. Nell’esempio la rata è uguale a (10000 * (2/12/100))/(1-(1/(1+(2/12/100))12).
Dalla parte così determinata si sottrae la quota degli interessi data da: (Capitale residuo * tasso d’interesse * tempo)/1200. E anche in questo caso il tasso va espresso in relazione al tempo (2%/12 nell’esempio visto che parliamo di mesi). Stessa cosa per il denominatore: si usa 1200 per i mesi, 100 per gli anni, 36500 o 36000 per i giorni (dipende se si considera l’anno civile o commerciale).
Dall’applicazione di queste formule ottieni l’importo della rata e della prima quota di interessi e, di riflesso, della prima quota capitale.
Per ciò che concerne invece il calcolo della rata di un finanziamento che prevede un piano di ammortamento all’italiana, l’importo di ogni singola rata si ottiene dividendo dapprima l’ammontare del capitale da restituire per il numero complessivo delle rate e, successivamente, sommando a quest’importo, gli interessi via via calcolati sul capitale residuo. A essere costante in questo caso è infatti la quota capitale.
Riprendendo l’esempio, devi procedere in questo modo: dividi i 10.000 euro per 12 e ottieni così una quota capitale di 833,33 euro. A questa devi aggiungere gli interessi determinati dalla medesima formula riportata precedentemente che, per il primo importo da versare, ammontano a 16,67 euro. E ottieni una rata di 850 euro. Poi un’altra di 848,61 euro, un’altra di 847,22 e così via. Fino al totale rimborso del capitale di 10.000 euro, a fronte del quale devi versare però 10.108,33 euro.
Di FRANCESCO FORESTIERO