La guerra dei browser: Explorer inganna i consumatori


Windows persevera nell’abuso di posizione dominante: acquirenti non garantiti. Interviene l’Ue.
Ancora una maxi-multa per Microsoft: l’accusa è la stessa già mossa alla casa di Bill Gates nel lontano 2009 e che, evidentemente, non aveva sortito alcun effetto. Windows, il sistema operativo più usato al mondo, non lascia scelta al consumatore: appena acquistato ha già, inserito di default nel suo pacchetto, il browser della stessa Microsoft, Explorer. L’acquirente, dunque, non è libero, almeno prima battuta, di installare il software per la navigazione che preferisce tra i tanti prodotti concorrenti (come ad esempio Chrome di Google o Firefox), salvo farlo in un momento successivo e manualmente. Ma sappiamo quanto l’utente sia, in questo, assai pigro e si accontenti di quello che gli viene preimpostato.
In realtà, per un breve periodo, la Microsoft aveva previsto, alla prima installazione del pacchetto Windows, la facoltà per l’acquirente di scegliere il browser tra una lista dei software più noti.
Una liberalità che è durata ben poco. Con l’arrivo, infatti, di Windows 7 Service Pack 1, da febbraio 2011 Explorer è tornato, di nuovo, il navigatore predefinito: 15 milioni di utenti europei, quindi, si sono trovati nuovamente senza possibilità di optare per un diverso browser.
L’Ue ha quindi concluso un nuovo procedimento contro Windows per abuso di posizione dominante, irrogando alla società americana una sanzione di ben 561 milioni di euro. Ben poca cosa, evidentemente, rispetto ai guadagni che Microsoft ricava da questo sistema, se è vero che ha preferito incorrere consapevolmente nella multa.